don GUIDO PASTOR
u Tetarel
.
Nato a
Buggio nell'alta Val Nervia, allora comune indipendente oggi frazione di
Pigna, il 7 marzo 1919, dopo gli studi in seminario a Ventimiglia, che nei
tempi di ferie alternava aiutando il padre nell'attività pastorizia, veniva
ordinato sacerdote in Dolceacqua dal vescovo di allora mons. Agostino
Rousset, l'8 aprile 1944. La sua carriera si è sviluppata attraverso varie
parrocchie: negli anni ‘44 e ‘45 è stato Curato a Badalucco, nel ‘45-‘46 a
San Rocco di Sanremo, dal ‘46 al 1950 Parroco di Realdo e Verdeggia
nell'alta valle Argentina, dal ‘50 al ‘57 ad Airole, ma contemporaneamente
veniva nominato Vicario foraneo e il 1° marzo 1957 gli veniva conferito il
delicato incarico di Cancelliere Vescovile, che ha mantenuo per oltre vent'anni.
Contemporaneamente però lo stesso anno, il 17 settembre era nominato Parroco
di Cristo Re in Nervia di Ventimiglia, ed infine il 1° gennaio 1987, Parroco
di San Lorenzo d'Appio e Cappellano di San Bernardo, compito che assieme a
quello di Cancelliere terrà sino al giorno della morte, avvenuta il 30
settembre 1998.
Per il modo esemplare con il quale svolse tutte le cariche sopra
indicate, fu nominato canonico onorario della Cattedrale di Ventimiglia il 1
° ottobre 1966 e poi il 1° maggio 1977 canonico effettivo nel titolo di San
Raffaele, ebbe il prestigioso titolo di Commendatore dell'Ordine equestre
del Santo Sepolcro. Fu delegato regionale per la Liguria della Federazione
tra le Associazioni del Clero in Italia. Impegnativa fu anche la sua vita
nel campo civile con l'attività svolta nel periodo post-bellico quando,
ritiratisi i tedeschi, scomparso il podestà; Pigna essendo rimasta senza
guida, con altri fondò una "repubblica" che elesse un suo Sindaco e curò gli
interessi della zona sino all'arrivo degli alleati. Per questo fu poi per
diverso tempo Presidente della Federazione Italiana Volontari della Libertà
di Ventimiglia.
La attività di scrittore sulle tradizioni dell’alta Val Nervia,
redatte in dialetto büxignolu, lo portarono a pubblicare
diversi volumi, che resteranno la memoria
scritta della sua gente e non solo. Fu revisore dei conti dell'istituto
Storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Imperia, dal 1946 primo
direttore amministrativo de "La Voce Intemelia", cavaliere della Repubblica
Italiana, ma soprattutto per ben 27 anni fu Presidente della Croce Verde
Intemelia: della quale restò Presidente Onorario e le cui bandiere con
alcune autolettighe lo accompagnarono, tra la generale commozione,
nell'ultimo suo viaggio da Ventimiglia a Buggio.