SE VE’ A CORSEGA
Luigino Maccario - 1988
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Come in tutte le
mattinate susseguenti a una giornata di forte levante, anche nelle limpide e
terse sere di gennaio e febbraio, i solitamente infuocati tramonti, del
ponente ligure, hanno l’aggiunta prerogativa di poter far assistere ad un
effetto ottico di eccezionale risalto.
I raggi inclinati del sole fanno apparire,
all’orizzonte, il profilo defilato della Corsica, che pare talmente vicina
da poter essere inclusa tra le mete ambite da un abile rematore.
Presunti esperti in scienze geografiche e matematiche
ci avvertono che la visione è frutto di un effetto ottico, come dicevamo,
tendente ad avvicinare per rifrazione il soggetto visivo. Un po’ come i
miraggi della Fata Morgana, nel deserto.
Infatti, proclamano, dal livello del mare, la curvatura
della crosta terrestre dovrebbe nascondere alla nostra vista, la quasi
totalità dei profili montuosi (1389 - 2707) a 180 Km. di distanza.
In effetti, al livello del mare, l’orizzonte
naturale è considerato poter raggiungere visivamente 30 Km circa.
All’altitudine di 100 metri 35.7 Km.; a 1000 metri diventano 113 Km.
Data: giovedì 22 aprile 2004
In giornate particolarmente limpide è possibile vedere la Corsica
dalla costa ligure, come ad esempio ieri sera che si vedeva, oltre alla
Corsica, la Capraia, la Gorgona e la parte più alta dell'Elba, il monte
Capanne. Non è facile senza un teleobiettivo fare delle fotografie,
questa è quanto si riesce a fare con una fotocamera normale appena dopo
il tramonto ...
Con il binocolo, quando la Corsica era ancora illuminata dal sole,
si vedevano molto bene le cime delle montagne coperte di neve.
È eccezionale la visione ravvicinata di appendici al
profilo dell’isola tirrenica, ma sono molti i ventimigliesi (ed io tra
quelli) che assicurano di aver visto, purtroppo senza aver potuto
documentare, una Corsica nella quale si distinguevano le macchie nevose
sulle alture ed anche qualche particolare foschia nelle più segnate vallate.
In quelle occasioni si aggiungono a sinistra del
profilo, una ed a volte due nuove sagome, brevissime d’orizzonte, che
risulterebbero appartenere alle minori altitudini di Capo Corso, con la cima
più alta del Brando (1305) e forse all’isola dell’arcipelago toscano Capraia
(447).
Del resto, qualcuno giura che in particolari
condizioni, in altura, dal Grammondo è possibile scorgere il profilo delle
Apuane (1946 - 2017 - 2165), oltre la Versiglia e sinceramente ci crediamo.
Se volgiamo il nostro sguardo a Ponente, sempre
da livello del mare e seguiamo la costa francese, i profili sempre meno
visibili, sempre più offuscati ed irreali, ci elencano tutta la serie dei
capi e dei golfi fino a Cap Camarat e le Isole d’Hyères, per Km. 150 circa.
I 150 Km. delle Hyères non valgono dunque i 180
Km. delle alture corse ? L’orizzonte non piega anche verso Ponente ? Oppure
anche le Hyères sono un effetto ottico, anche se sono notevolmente più basse
?
L’argomento è apertissimo. Oseremmo affermare che
siamo convinti di avere una ineffabile realtà davanti. Un’ineffabile realtà
corsa, che potrà avvalersi di apparire più o meno visibile in giornate e
condizioni particolari e dar luogo a tutta la dialettica fantasiosa che si
accomuna a questo annoso e vivace argomento e ci piace considerarla così.
Quindi i 180 Km. che ci separano dalla Corsica dovrebbero precluderci, a
livello del mare, la visuale fino a 2500 metri di altitudine o viceversa
dovremmo essere a 1300 metri d’altitudine per intuire all’orizzonte,
soltanto le altezze superiori a questo valore.
Si parla però di un orizzonte razionale o
geocentrico che considera la possibile differenza sull’orizzonte matematico
ed aumenta sensibilmente le misure visive naturali.
Agli esperti vorremmo credere, ma ci fa comunque piacere,
continuare a conservare, così come ci è stata tramandata da lontanissime
generazioni di ventimigliesi, l’eccezionale e pur comune visione della
Corsica, come un qualcosa che lega il Ponente ligure e Ventimiglia in
particolare, a questa diafana terra d’oltremare.*
Vorrei invece fare delle considerazioni sulla generalità del fenomeno,
basando il discorso sul bel documento fotografico, prodotto da Enrico Collini, che dal balcone di casa, in Seglia, è testimone continuo di questi
piacevoli eventi, solitamente invernali.
Infatti sono invernali le giornate caratterizzate
da atmosfera limpida e secca, frutto delle efficaci spazzolate, che il vento
di levante sa portare a compimento pei nostri cieli. In quelle giornate, la
Corsica risulta visibile, magari, dall’alba al tramonto e qualche volta, la
luna piena di febbraio ce ne consegna il cupo profilo emergente da un mare
eccezionalmente luminoso.
Dovrebbe trattarsi delle alture che vanno da
Punta Scandola al Golfo di San Fiorenzo, con l’altipiano del Niolo, Capo di
Vegno (1389) e Paglia Orba (2527), il massiccio Monte Cinto (2707) e Monte
Padro (2393).
Punta di Revellata ci nasconde Calvi e Calenzana, mentre sulla destra dovremmo
poter intuire Nonza, sul mare e Oletta in altura.