rivista il:
10 settembre 2011
CORTEO STORICO E FIGURAZIONI
AGOSTO
MEDIEVALE - VENTIMIGLIA
Testi ed immagini sono state rilevate dalla pubblicazione,
curata dal DOPOLAVORO FERROVIARIO di Ventimiglia e sostenuta
dalla Banca CARIGE:
Danilo Gnech - Luigino Maccario
- Alzani Pinerolo 1998
AGOSTO MEDIEVALE a
VENTIMIGLIA 1976-1996
Protagonista delle manifestazioni dell’Agosto Medievale, accanto
allo sbandieratore, allo staffettista ed al
vogatore, resta comunque, per il suo ruolo di primaria
importanza, il figurante. Dal giorno che il Sestiere lo
contatta, offrendogli il personaggio da interpretare, comincia,
per lui o per lei, un periodo di preparazione intensa e zelante.
Dopo l’orgoglio iniziale per essere stato prescelto, subentra
nel figurante la presa di coscienza del suo ruolo, unita
all’impegno da profondere nel processo di avvicinamento alla
figura storica che dovrà interpretare con pari diligenza, sia
che si tratti di un re o di un armigero, di una contessa o di
un’ancella, di un dignitario o di uno scudiere, di un prelato o
di un monachello.
I costumi dell’epoca: vestiti, mantelli,
armature, copricapi, armi, insegne, monili e calzari vengono
studiati con attenzione sui cataloghi d’arte e sulle monografie,
poi inizia la lunga marcia di immedesimazione nel personaggio
fisico, nei tratti salienti del suo aspetto: volto, pettinatura,
contegno, modo di incedere, fino alla completa ricostruzione di
un identikit vivente, conforme, quanto più possibile, al vero.
Barbe capelli e baffi saranno lasciati crescere
secondo le esigenze del copione storico in modo da evitare,
all’ultimo momento, il ricorso a trucchi o a parrucche più o
meno veritiere.
Né viene tralasciata la scelta e la preparazione
di due figuranti di riserva: controfigure pronte a sostituire il
titolare qualora egli, per qualsiasi ragione, alla data
stabilita fosse impossibilitato a partecipare alla sfilata.
Tanto meno si trascura lo studio psicologico del
personaggio, frugando febbrilmente nelle opere storiche e nelle
pubblicazioni enciclopediche alla ricerca di fatti o aneddoti
che ne rivelino il carattere e gli atteggiamenti. Era egli cupo,
imperioso, dolce, corrucciato, gioviale, triste, pensieroso o
sorridente ?
Si fa tesoro di tutti i segreti e di tutte le
notizie che la ricerca riesce a svelare perché ogni minimo
particolare può contribuire a rendere più convincente, davanti
al pubblico ed alla Giuria, la figura del personaggio, esistito
centinaia di anni prima, che deve essere fatta rivivere per
l’effimero spazio di due ore, lungo il percorso del corteo.
Prima di iniziare la sua fatica, il figurante
deve inoltre preoccuparsi anche di un piccolo dettaglio tecnico,
non privo di importanza: premunirsi, facendo ricorso ai
ritrovati più moderni ed efficaci contro la fastidiosa
essudazione che inevitabilmente lo affliggerà mentre sfila nel
torrido meriggio d’agosto, paludato con i gravosi panni curiali
o catafratto nelle pesanti armature.
Ma il vero dramma, intimo ed umano, risiede
forse nella apparizione silenziosa del figurante: nell’essere
cioè egli costretto ad interpretare contemporaneamente il doppio
ruolo di “comparsa storica” e di “attor muto”.
Non potendo e non dovendo parlare, egli deve far
sì che tutto: l’aspetto, il costume, il portamento parlino per
lui nel modo più eloquente e credibile mentre egli incede fra
due ali di folla plaudente per le vie della città, restituita,
come per incanto, al suo passato ed alla sua stona.
Lungo il breve percorso del corteo il figurante
raccoglie il frutto di mesi di studio e di preparazione, di
sforzo teso all’annullamento della sua personalità per calarsi
nel personaggio che la sorte e il Sestiere gli hanno affidato
con trepidazione.
Tanto più gli amici e i colleghi che assistono
alla sfilata stenteranno a riconoscere la sua persona e
maggiormente egli avrà assolto il suo compito storico con
dignità e perfezione.
Poi, l’indomani, reduce da una esperienza
entusiasmante e irripetibile, egli tornerà ad essere un “quidam
de populo”, impiegato di dogana o ferroviere, casalinga,
commessa o pettinatrice, postelegrafonico o autista, artigiano o
commerciante, nella città tornata usuale e conosciuta, viso noto
in mezzo a ventiseimila visi noti.
L’attività dei Sestieri ha arricchito il nostro
lessico cittadino di alcuni termini finora sconosciuti come, ad
esempio, figurante e sbandieratore; in qualche
caso ha addirittura coniato neologismi come costumante,
sestierante, sbandierante, non riportati dai
dizionari e dalle enciclopedie.
Del resto anche la “Battaglia di Fiori”, pur essendo
del tutto incruenta, aveva mutato carrista dal linguaggio
bellico, attribuendogli però un significato assolutamente
pacifico e floreale.
di Renzo Villa
IL FIGURANTE
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