IL GONFALONE ARTISTICO
Fondata nel 1927, in piena espansione del fenomeno "gagliardetti e labari di rappresentanza", la Cumpagnia ha preferito non dotarsi di una propria insegna, ma ha introdotto, a norma di statuto, che il proprio gonfalone fosse quello del Comune di Ventimiglia, provvedendo a fornirne uno nuovo di consone fattezze. Trascorsero gli anni, sopravenne una guerra devastante, a seguito della quale le pubbliche istituzioni si ordinarono sotto nuovi concetti, mentre il gonfalone del Comune di Ventimiglia, e di conseguenza quello della Cumpagnia, non variarono più di tanto. Ma negli Anni Ottanta, l'Amministrazione decise di sostituire la propria insegna, a causa della vetustà, quel labaro d'origine fu esposto sotto vetro, mentre un fiammante gonfalone garriva, al suo posto, nelle cerimonie. Non era più il gonfalone della Cumpagnia, quello da essa donato. Quando, nell'Agosto Medievale, le Rezerie di Sestiere si sono dotate di Gonfalone, retto dal gonfaloniere e paggi in costume medievale, la Cumpagnia è stata invitata a funzionare da coordinatrice del corteggio degli stendardi, aprendo in pompa magna il corteo storico rievocativo d’agosto. Nel 1984, sponsorizzato dall’Azienda di Soggiorno e dal costituendo Ente dell’Agosto, fu confezionato il gonfalone, ornato da una ricamatrice ventimigliese, mentre una nota casa torinese di costumi teatrali confezionò gli abiti medievali per il vessillifero ed i paggi di scorta. Da quel momento, un comitato di Signore Socie, guidate dal Console Gonfaloniere, l'addetta al gonfalone, hanno operato per far partecipare il vessillo ad alcuni impegni selezionati, nel corso dell’anno, per manifestazioni indette dalla stessa Cumpagnia, o da Enti pubblici qualificati. |
Il Gonfalone è l'insegna ufficiale, la "bandiera" dell'associazione, che all'occorrenza si identifica coralmente anche con l'originale grido di evviva e con l'inno di riscatto delle nostre radici.
EVVIVA ... URRÀ NOSTRANO
|
VIVA U SCÖGLIU L'inno delle radici ventimigliesi 1928 Nel 1928, Emilio Azaretti ha steso le parole di "VIVA U SCÖGLIU", un inno per il movimento di riscatto delle radici ventemigliuse, che si andava formando tra i primi Soci della Cumpagnia. La popolarità di questo inno è stata ben alta, fino agli Anni Cinquanta, quando invece è stato spodestato indegnamente dalla assai più frivola e facile canzonetta "Fatene cařà Paulin", cantata in ogni raduno di Ventimigliesi, quale canto di riconoscimento; tanto da essersi diffusa persino tra gli abitanti dei centri viciniori. Ma l'inno del riscatto ventimigliese, musicato da Enrico Niloni, il popolare Paulu de Melì, è ... e sempre sarà:
VIVA U SCÖGLIU
Amu ancura inti nostri carrugi
|
Il rivestimento setoso che completa il gonfalone sul retro, di colore
panna, è stato istoriato con un'allegoria che raffigura le particolarità
artistiche che la Cumpagnia contribuisce a svolgere, tra le sue
molteplici attività.
A
rappresentare la letteratura "int'u nostru parlà", è un tomo
aperto, percorso da una candida piuma d'oca, giacché è attorniato da un
verdissimo serto di alloro, non dimentica neppure la relativa poesia.
Due diafani antichi mascheroni da scena, rammentano la pluridecennale
attività teatrale sostenuta, svolgendo anche il ruolo di unione verso un
cartiglio musicale che abbraccia una vetusta arpa, a ricordare la
rispettiva musa, il tutto sorretto da due vivaci serti di rose rosse.
Il
consistente ornato in fili di seta è stato realizzato dalla nota ricamatrice concittadina, la
signora Talevi, dai tratti elaborati su apposito cartone dal progettista
dell'intero progetto "gonfalone", il geometra Giovanni Luciano, che
delle realizzazioni artistiche, o soltanto di ambientazione decorativa
della Cumpagnia, è stato l'inesauribile esecutore.
VIVA U SCÖGLIU, in sottofondo,
è cantato dalla CUMPAGNIA CANTANTE