L'apertura del
Museo dipartimentale a Tenda, ha permesso di raccogliere e
conservare le straordinarie testimonianze relative alle incisioni
rupestri della Valle delle Meraviglie e di riconsiderare le ipotesi
sulle credenze, la vita quotidiana e la cultura dei popoli che
vivevano nei dintorni del Monte Bego.
La
ricchezza dei reperti e dei documenti presentati, il realismo dei
personaggi messi in scena, sono stati disposti per dare la
sensazione di raggiungere nel tempo gli uomini dell'età del Rame e
dell'età del Bronzo antico e di percorrere i secoli con i loro
discendenti.
Il
"Museo delle Meraviglie" si è assunto la vocazione di essere
strumento per veicolare nel mondo intero le conoscenze raccolte dai
ricercatori; evidenziando il formidabile lavoro degli scienziati
che, con le loro scoperte, ci informano sulle origini dell'uomo e ci
rivelano la permanenza del suo genio.
I reperti sono
organizzati intorno a tre assi principali: archeologia preistorica,
etnologia e storia naturale, costituendo collezioni di riferimento,
costantemente arricchite da donazioni e acquisti.
Il museo dispone di
un ampio auditorium che ospita convegni, proiezioni e conferenze che
vertono su temi scientifici o che valorizzano la vita economica e
culturale dell'Alta Valle Roia.
Durante il periodo
invernale, quando le incisioni attorno al Bego sono inaccessibili,
al Museo sono presentate sotto forma di calchi in un allestimento
permanente e didattico che permette a tutti di apprezzare il più
grande sito di archeologia rupestre d'Europa.
Nei depositi del Civico Museo Archeologico "Girolamo Rossi", sono
conservati numerosi calchi raffiguranti "incisioni rupestri di Valle
delle Meraviglie", opportunamente catalogati ed etichettati.
Tra breve, tali sagome
raffigurative andranno a costituire il
materiale per allestire un'esposizione tematica, in una o due sale,
appositamente disposte per informare, i visitatori del Museo, di come: a
meno di un'ora d'auto, in Alta Val Roia, a Tenda, possano trovare
esposti altri calchi similari, frutto dei rilievi eseguiti sui siti,
elevati oltre i duemila metri di altitudine che costituiscono il
santuario alpestre di Monte Bego.
L'operazione, darà
avvio ad una produttiva sinergia tra il museo
ventimigliese e quello tendasco, tendendo ad unificare culturalmente una Val Roia, che tarda a fondere gli sforzi di aggregazione, ancora
oggi, a sessant'anni dalla conclusione di quella stolta ostilità di
cartello e della conseguente comprensibile ma inadatta reazione.
ARCHEOLOGIA ACCERTABILE
L’arte
rupestre, enigmatica e impenetrabile, sembra ispirata dalla
intesa di sottrarla ad ogni possibile tentativo di capirne
il significato. Proprio per questa inaccessibile
interpretazione ha suscitato e suscita continuamente molta
passione. Una passione meravigliosa e seducente che impone
sacrifici per esercitarla, ma ricambia destando emozioni
gradevolmente intense, ammirando con stupore la moltitudine
di messaggi lasciatici dai nostri progenitori e custoditi da
un ambiente aperto e incontaminato. .......
........ Franco Amirante e Nico Vatteone ... hanno scartato
la classificazione che staccava il particolare dal contesto
della roccia, pensarono invece di far emergere l’analisi
estesa a centinaia di interi quadri iconografici, perché
staccando delle figure di bovidi, di coltelli e di immagini
umane dal loro insieme, si può solo affermare che l’artefice
ha voluto rappresentare dei bovidi, dei coltelli e degli
esseri umani; visti assieme, si può invece sostenere con
molta attendibilità, che l’autore ha raffigurato una scena
pastorale.
L’iniziativa del Gruppo Imperiese di Ricerca Archeologica si
propone di mettere in luce l’eloquenza delle immagini e
delle riproduzioni dei numerosi rilievi delle figure incise
sui massi, viste nel loro insieme, considerate globalmente
per ogni roccia.
CESARE GIULIO BORGNA - ENZO BERNARDINI
L'acculturazione su questo splendido ed unico
bene archeologico dell’Alta Val Roia, potrà forse far cessare il
malvezzo di scalfire e rovinare decine e decine di graffiti, da
parte di sprovveduti ed ignoranti “turisti”.
La constatazione di fondo, che un qualsiasi
ventimigliese pone alla pur annosa realizzazione del museo
tendasco, è risvegliata dal fatto che l’iter costitutivo di
questa realtà “francese” è iniziato poco dopo il varo della
pratica burocratica che prevedeva il recupero del “Civico Museo
Archeologico G. Rossi”, dalle casse dell’Antiquarium alle
Sale arredate nella Ridotta dell’Annunziata.
In questo frattempo in Alta Val Roia hanno
inventato persino i reperti, per potersi dare un museo, mentre
alla foce dello stesso fiume, una città internazionale, ricca di
storia e di reperti a iosa, non riesce a far ri-decollare un
museo, ricco di cent’anni di storia, trascorsa purtroppo, per la
maggior parte in, speriamo robuste, casse di legno.
L.M.
Il Museo delle Meraviglie, che la cittadina di Tenda ha costruito di
bel nuovo, sul piazzale antistante il posto di dogana, è stato
recentemente inaugurato.
Il
reperto di maggior interesse esposto è, senza dubbio, il masso del
Capo Tribù, quella lastra triangolare di scisto verde,
splendidamente decorata in era paleolitica, che per secoli è rimasta
quasi nascosta nel letto del torrente, poco sotto il Lago delle
Meraviglie, e della quale oggi, con oculato tempismo, il
responsabile del “Ministère de la Culture” ne ha provveduto al
trasferimento in museo, previa sostituzione, in loco, con una copia
in materiale plastico, pressoché perfetta.
Così Tenda e la Val Roia possiedono finalmente una
comoda alternativa culturale alla non sempre semplice gita nell’erta
vallata della Beonia, che potrà essere motivo di iniziazione al
turista neofito, ma anche un diversivo di alleggerimento dell’ormai
costante assedio riservato alle incisioni rupestri di Monte Bego.