La novità è stata la creazione temporanea di un “Ensemble” da lui diretto e
condotto al piano, che si è basato sul flicorno di Franco Cocco, il sax e il
clarino di Mirco Rebaudo, sulla fantasiosa fisarmonica di Gianni Martini, il
basso del giovanissimo Andrea Senis e la dirompente simpatia di Filippo Baggieri,
alla batteria; un insieme di jazzisti dal valore assoluto, non solo riferito
alla zona.
Il “Centro Studio Danza”, ubicato al 16 di Via Hanbury e diretto dalla titolata
maestra Paola D’Angelo, si è esibito in un brano di Ponchielli ed ha incantato
con le evoluzioni del formidabile “Tango di Roxaine”, dove le allieve più
concrete hanno fatto corona al bravo primo ballerino.
Con il sublime accompagnamento di Massimo Del Prà, stupende pagine liriche sono
state espresse dalla incantevole voce del soprano Carla Talete, cimentatasi in
una splendida “Summertime”, da Porgy & Bess; ma ha anche incastonato la perla di
“Mercè dilette amiche”, dai Vespri Siciliani. In un simpatico duetto in maschera
veneziana, con Cecilia Pini, ha espresso “La barcarola” di Offenbach. Cecilia ha
anche dato controcanto alla brillante voce di Marco Raiteri, nella vetusta e
sempre viva canzone “Voglio vivere così”.
Appena
la disponibilità del Teatro Comunale si è fatta concreta e continuativa, Mario
Palmero, del
Comitato Centro
Storico,
ha scongiurato le
associazioni ventimigliesi legate allo spettacolo di mettere in calendario, nel
periodo delle ferie agostane, un “varietà” dedicato agli Spantegai, in
vacanza nella loro città d’origine. .
. . . . . . .
.......
ebbene, favorito dal Sindaco Gaetano Scullino e sostenuto da Roberto Nazzari,
Assessore alle Manifestazioni, “Nustalgia de Ventemiglia” è già giunta
alla quarta edizione.
Fin dal 2008, l’avvincente Cecilia Pini si è meritata il ruolo insostituibile di
organizzatrice e regista della manifestazione, coinvolgendo sapientemente
quattro entità associative e molti amici di gran qualità, che producano attività
di spettacolo.
Di solito, il Coro Polifonico diretto da Romano Pini, la Cumpagnia Ventemigliusa
diretta da Pierino Sismondini, l’Orchestra Giovanile diretta da Franco Cocco,
oltre ad una delle numerose “Scuole di Danza” cittadine, producono la maggior
parte del materiale in scena, ma sovente si avvera la partecipazione di
singolari nomi illustri dello spettacolo locale.
Quest’anno, sotto il penetrante sguardo di Ramona Spanò, nelle vesti di una
appropriata Italia Turrita; la star musicale di punta ha risposto al nome di
Massimo Dal Prà, raffinato pianista, compositore e direttore d’orchestra.
Facendo vibrare il suo scintillante pianoforte a coda, ha saputo sapientemente
legare ogni intervento musicale prodotto, mantenendo sempre alto il livello
generale della competenza.
All’Orchestra Filarmonica erano stati richiesti i brani musicali provenienti dal
Risorgimento e dall’Irredentismo, consoni al tema della serata, li hanno
magistralmente interpretati i giovanissimi suonatori, bravi anche nel repertorio
ventemigliusu; ben preparati da un dinamicissimo Franco Cocco.
L’esperimento di coinvolgere il pubblico nell’evento, ha messo in campo una
casereccia versione de “Il Musichiere”, dalla TV degli Anni Cinquanta, che ha
usufruito d’una madrina di eccezione nella bellissima “spantegà” Tiziana Pini.
Due squadre, raccolte soprattutto tra gli “spantegai”, hanno tentato di
indovinare i brani musicali proposti dall’ensemble, in un vivace e insolito
quadretto show.
Gli attori della
“Cumpagnìa d’u Teàtru” hanno proposto cinque “Cumprésse Ventemigliùse”: “A
paréta int’u leitu” di Alberto Guglielmi, dalla lettura di Marisa Raimondo;
“E müànde” di Mario Saredi, letta da Maria Pia Pezzana; “U vestiméntu
növu” di Gianfranco Raimondo, interpretato da Luigi Bruzzone; “U
matrimòniu de Bacì” e “Insci’u barcùn de ca' ” proposte da Aldina
Gilardi.
Luigino Maccario ha invece dato lettura di “Ventimiglia e l’Unità d’Italia”;
considerato che la serata era improntata sul Centocinquantesimo anniversario di
quell’evento.
Le fatiche della
presentazione se le sono spartite Cecilia Pini e Marco Raiteri, sostenuti dalla
attiva presenza di Graziella Tabiani e Carlo Canzone, assistiti dal solido cast
tecnico della VAMA Service, che ha perfettamente applicato “luci e suono”,
purtroppo conversando ininterrottamente.
Non è mancata la distribuzione di splendide rose rosse, largite dall’Assessore
Andrea Spinosi, condotta dalle bellissime “Ventemigliuse” in costume: Lara
Alessandro, Ilaria Belvedere, Emilia Biagiotti, Debora Cooper, Martina
Francescotti, Simona Manca Norica, Giulia Muratore, Marina Pani, Martina Poli e
Cecilia Solamito; che hanno funzionato da apprezzabili vallette a tutto campo,
specialiste nel ruolo di “mascherina”, per condurre gli spettatori alla loro
poltrona.
Nel conteggio dei tempi scenici a disposizione, alla
“Cumpagnia d'u Teatru Ventemigliusu” sono stati affidati venti
minuti, per i quali i nostri teatranti, non avevano a disposizione
una piece opportuna; ma non si sono persi d'animo, dividendo venti
per quattro ed ottenendo un prodotto che forse sarà mantenuto per il
futuro.
Cosicché, "A Ventemigliusa” ha proposto quattro “Cumpresse ventemigliuse”, recitate dai suoi artisti più impegnati, che sono
riuscite ad emozionare il folto pubblico. Si è trattato di brani
originali, oppure di classici traslati in ventemigliusu da Luigino
Maccario, nell’intento di ridare vigore a u nostru parlà.
Con la sua grazia connaturata, Marisa Raimondo è stata una splendida
Lucia Mondella, proponendo “Muntagne Manzuniane” la
trasposizione di “Addio monti ...” dai “Promessi Sposi” di
Alessandro Manzoni.
Luigi
Bruzzone ha recitato, da par suo, un brano di costume molto
accattivante, quel “Mařincunìa” dal finale imprevedibile.
Aldina Gilardi ha offerto “I Becamorti”, un’ormai classico
locale, del quale ella è coautrice.
Su espressa sceneggiatura di Mariacristina Brettòne: Franco Borfiga,
Luigino Maccario e la stessa Mariacristina, hanno prodotto “A
Bula d’Aria”, la trasposizione ventemigliusa di: “A Livella”,
sublime opera napoletana di Antonio De Curtis, il popolare Totò.
In seguito alla conferma del successo, nella seconda edizione, l'Amministrazione Comunale del Sindaco Gaetano Antonio Scullino, ha convalidato "Nustalgia de Ventemiglia" quale evento di punta nell'agosto teatrale al Comunale, avvertendo i Ventemigliusi Spantegai, con appropriato annuncio sulle pagine de LA VOCE INTEMELIA.
Dal repertorio bandistico "Giorno di festa", valzer di S.
Montanari; poi, di J. Morali, H.
Belolo-Willis: "Y.M.C.A.",
arrangiato da Max Desmurs, una canzone dei Village People. Arrangiato
da F. Francia "Sax Appeal", eseguito al sax tenore dal
professore Mirco Rebaudo;
per passare poi ad una composizione di Glenn Miller, l’orecchiabile “Moonlight Serenade”, che ha trovato
l’evidente seguito del pubblico.
Il
Coro Polifonico “Città di Ventimiglia”, diretto dal maestro Romano
Pini, nella insolita variabile ventemigliusa, ha cantato “Viva a
Bataglia”, di Viale -Sismondini e una antologia di “Ciancegura
Barlegura” da Azaretti - Hughes,
"Nustalgia
de Ventemiglia" di Viale -Hughes,
"Fàtene carà Paulin", di Azaretti - Hughes, e "Angelina"
di Bosio - Parodi,
adattate dallo stesso maestro Pini. La simpatia ha invaso la platea.
Nella parte romantica,
l'immortale "La
mer" di Charles Trenet.
Nella consona porzione lirica ha
eseguito “Và pensiero sull’ali dorate“, poi da “La Traviata”
di Verdi, il brano “Libiamo né lieti calici”, per i solisti
Carla Talete e Pasquale Morabito. Grande
esibizione ripagata da sinceri applausi.
Il Coro, a sostegno di Carla Talete, solista, ha
eseguito la belliniana "Casta Diva", fornendo materia a
Federica Soldano
per una danza appropriata. Carmine Buono si è cimentato ne
"La Farandole",
di Charles Gounod,
col sostegno visivo di tre splendide ballerine:
Fabrizia Farruggio, Gloria
Mazzotti e Ilenia Scarella; coreografa Laura Menchi, direttrice
della scuola “Espressione danza”, che si avvale della
collaborazione di Federica Soldano, presso la palestra “Personal
Trainer”, in via Don Bruno Corti; proponendo danza classica e
danza jazz, dai tre anni.
Anche per il 2010, la sera di lunedì 9 agosto, al Teatro Comunale,
per precisa volontà del Sindaco: Gaetano Scullino, l’Assessore alle
Manifestazioni Roberto Nazzari ha offerto ai Ventemigliusi
Spantegai l’ormai usuale spettacolo, allestito con l’apporto
delle entità locali dello spettacolo, sotto l’attenta regia di
Cecilia Pini; per la presentazione di un binomio ormai consolidato:
Giorgio Fusaro e l’affascinante Mara Cilli.
La Filarmonica diretta dal M° Franco Cocco, il Coro Polifinico
diretto dal M° Romano Pini, la Cumpagnia Ventemigliusa diretta da
Pierino Sismondini, la Scuola di Danza di Laura Menchi ed alcuni
sommi artisti locali, hanno prodotto un trattenimento di oltre due
ore, molto apprezzato da Spantegai e da quanti, prenotando, avevano
avuto accesso, in un Teatro stracolmo.
A dare avvio all’intrattenimento è stata l’assortita corale dei
bimbi della Scuola Primaria di Santa Marta, organizzati da suor
Angela e suor Lucrezia, e preparati da Paola Truffelli, con paziente
cura di Cecilia Pini, con due accattivanti brani. “C’è una luce
alla finestra” e, in ventemigliusu “Matin de primavera“
di Bosio - Hughes.
La
Filarmonica giovanile “Città di Ventimiglia” diretta dal maestro Franco
Cocco, con assoluta professionalità ha presentato la marcia “Chiara” di Marani-Soglia, seguito dall’avvincente “Caruso” di Lucio Dalla, per le
note soliste del sax tenore di Jessica Pirrone.
Per ottemperare alla proposta ventemigliusa ha pensato a “L’è a tü che vögliu ben”, di Azaretti-Hughes,
"T'aspeitu a Bataglià"
di
Luigi Cebrelli, dalla Battaglia del 1951; e poi, nel bis concesso, anche
loro "Fatene carà Paulin".
Un gruppo
di valenti fuoriclasse del “Jazz locale”, che si sono esibiti insieme in
passato, per l’occasione hanno voluto ricostruire l’antico sodalizio:
alla tastiera il M° Massimo Dal Prà, al basso il M° Gino Bobbio, alla tromba
il M° Franco
Cocco, alla batteria il M° Diego Di Caro, alla fisa il M° Gianni Martini e al sax
il M° Mirko Rebaudo, per eseguire: “Acquarelli Cubani” e “Dieci Kilometri al
finestrino” di Luciano Fancelli. Un trionfo.
L'orchestra che
concede ampio sostegno strumentale al Coro è formata da
Massimo Dal Pra, Alessandra Asso
e Diego Di Caro.
La Banda Cittadina, non
ha trovato molta difficoltà ad allestire un gruppo di supporto musicale,
considerando come il Maestro, Franco Cocco, mantenga allenata una "bandina" di
esperti, per occasioni simili a questa.
A Primo Florio, il
fisarmonicista titolare delle "divagazioni" precedenti, è stato
affiancato un artista d'eccezione, il taggiasco Gianni
Martini, il quale ha prodotto una rapsodia sull'opera di Fabrizio De André da
far accapponare la pelle.
Le
fanciulle della scuola "Meta Danza" di Michela Andreoli: Bianca e
Federica, hanno eseguito un balletto sull'aria de "Il Corsaro" di Verdi, eseguita
dal soprano ventimigliese Carla Talete,
con la bravura di sempre.
Oltre che intrattenere
la platea, Bruno Strangio si è esibito eseguendo sue canzoni e leggendo
brani del suo "Ciapelete". Gianfranco Raimondo ha eseguito "U vestimentu növu"
un racconto da lui stesso adattato; Rosanna Menghetti
ha letto "In re ch'u nu' se ve' ",
constatazioni sulla figura di Giuà de Minò, opera del figlio Daniele Eviri; mentre Mariacristina Brettòne ha
ancora letto, da par suo, la poesia "E purpete de me'
maire" di Angelo Fochi.
La "Corale
Folcloristica" di Cecilia Pini si è elegantemente abbigliata con i
costumi ventemigliusi, prestati dalla famiglia Tripodi del "Museo
della Canzone" di Vallecrosia, adattati dalla sarta Pina
Belvedere. Nello svolgersi della serata la corale ha eseguito: "Matin de Primavera"
Bosio, Ughes; "Viva u Scögliu" di Azaretti - Niloni; "Lezendia
ventemigliusa" di Rostan - Ughes; "Fatene carà Paulin" di Azaretti -
Ughes; "U varsu de San
Segundu" di Ughes; "A funtana d'a Catedrale" di Rostan - Ughes; "Viva a Bataglia di E.
Viale - Sismondini", "A festa d'ê sciure" di Bosio -
Sismondini e "Sona mezanöte" di Ughes; tutti brani armonizzat da Romano Pini,
ad uso del celebre coro .
La stessa Cecilia Pini,
in apertura,
si è esibita quale raffinata interprete di "Nustalgia de Ventemiglia",
canzone degli Anni Cinquanta, di
Lidia Viale ed Ughes. Alla richiesta di un
bis, il coro, supportato da due collaudati solisti: Tina Schiraldi, soprano e Pasquale Morabito, tenore, hanno proposto una allegra "Ciribiribin" di repertorio.
La serata ha avuto il
rinforzo d'una presentatrice d'eccezione, Mara Cilli, la quale oltre
a mettere a proprio agio la parte del pubblico formato dagli "Spantegai", informandolo
sulle esperienze cittadine, ha costantemente seguito gli artisti,
aiutata dalla paziente ma dinamica Graziella Tabiani, mentre i brani della
corale venivano presentati da Giorgio Fusaro, che è stato anche il
braccio destro di Cecilia Pini nell'allestire lo spettacolo.
L'amplificazione ed il sonoro,
dell'impianto in dotazione al Teatro,
sono stati migliorati, per quanto fosse possibile, da "Studio
Sound & Sampling" del maestro Diego Di Caro.
La ditta "Onda Fiori" ha messo a punto l'allestimento floreale,
usando la messe di fiori, dono dall'assessore Andrea Spinosi, mentre
la maestosa composizione che abbelliva l'atrio del Comunale è stata
dono di Mariadina Lorenzi.
Le pasticcerie "Curti" e
"Viale" hanno donato le "castagnole" di antica ricetta, offerte ai
signori "Spantegai. L'immagine che ha richiamato l'evento è un
bel ritratto della bellissima Ramona Spanò, in costume
ventemigliusu: immagine ricavata dai numerosissimi scatti
eseguiti per l'occasione dallo "Studio Pini", che ha curato
anche il resoconto dell'evento per immagini, mentre la sequenza
filmata è stata rilevata integralmente da "Unique Video" di Walter Turrin.
Con una attività costante e molto fruttuosa, Mario Palmero, che è stato uno "spantegau", ora tornato in patria, tiene i contatti con i ventimigliesi residenti in ogni dove, ravvivando il loro interesse per la città d'origine, che alcuni di loro, sovente esternano con interventi scritti, pubblicati su LA VOCE INTEMELIA.
Prendendo spunto dal
rientro estivo di molti "spantegai", per trascorrere le ferie "a casa",
Mario indice ogni anno, da ormai dieci anni, subito dopo Ferragosto, una
giornata di ritrovo che prevede un pranzo rituale e l'offerta locale di alcune
divagazioni artistiche. Quest'anno, proponendo la solita "giornata" al Sindaco
Gaetano Antonio Scullino, ha trovato in questi una disponibilità che,
esulando dal pranzo rituale, prevedesse la rinnovata utilizzazione del
Teatro Comunale, per offrire agli "spantegai" una serata di arte varia
che sostituisse più degnamente le "divagazioni" degli anni precedenti.
Il Sindaco medesimo, a
poco più di un mese dal Ferragosto, ha contattato le varie entità
cittadine inerenti lo "spettacolo", invitandole a produrre qualcosa da
mettere in scena tra il 16 ed il 26, nell'ambito delle manifestazioni
per la Festa Patronale. In piena estate, anche le "entità di spettacolo
cittadine" sono in piena produttività, oppure sono smembrate dalle
numerose "ferie" dei componenti, tanto che il progetto non è stato
facile da realizzare.
Si è manifestato, però, tutto
il proponimento che covava da tempo, tra alcuni componenti del più che
blasonato Coro cittadino, nel produrre uno spettacolo di tradizione che
prevedesse l'esecuzione delle locali canzoni d'autore, prodotte negli
Anni Trenta, eppoi, continuativamente collegate alla Battaglia dei
Fiori. All'invito del Sindaco e con la disponibilità di un Teatro
prestigioso, questi coristi hanno sollecitato Cecilia Pini affinché
superasse i timori reverenziali nei confronti di papà Romano e si
cimentasse nella direzione di una Corale Folcloristica, "non del tutto
identificata", sorta per l'occasione, mentre i due terzi dei componenti il
Coro si trovavano altrove per ferie.
Così è stato, ma non solo; la
dinamica Cecilia ha saputo anche sollevare i "promotori", il
comitato ideatore dell'evento,
assumendone personalmente la totale realizzazione. Coinvolgendo molti
professionisti, di sua conoscenza personale, oltre alla crema dei
supporter di spettacolo cittadini e le disponibili professionalità delle maestranze
"Ariston", ha messo assieme uno staff creativo di tutto rispetto, col
quale in poco più di venti giorni ha sfoderato un evento che passerà tra
i grandi successi zonali da ricordare.
Discernendo sugli impegni
più generalizzati del gruppo che si andava formando, si è allora scelta la data di giovedì 21 agosto,
inderogabilmente, per lo svolgimento dell'evento, ma la Cumpagnia
teatrale in ventemigliusu, diretta da Pierino Sismondini, invitata a produrre un
suo intervento,
per quella data era
impegnata in una serata di trasferta, da tempo programmata.
Il panico è serpeggiato nello staff, riunito in Municipio
per definire la scaletta ufficiale, ma Tano Scullino in persona,
sempre ben informato sul tessuto associativo cittadino, ha brillantemente
risolto il problema all'istante, dando inizio ad una soluzione,
che vi raccontiamo a parte.
Richiamandosi all'attività accademica, prodotta dalla Cumpagnia
teatrale per l'UNITRE' INTEMELIA, il Sindaco in persona ha
benevolmente costretto
il co-docente, libero da impegni, a
produrre qualcosa di efficace per l'occasione.
La soluzione immediata
è stata quella di proporre la lettura di alcune poesie e qualche
racconto, da parte di Gianfranco Raimondo e Luigino Maccario, ma la
staff manager, Cecilia Pini, non era del tutto d'accordo di non
poter produrre un brano veramente teatrale.
Bruno Strangio ha
suggerito "Ina purmunite dugia", commediola di Filippo Rostan,
cavallo di battaglia di Genia Viale e Franchino Amalberti, negli
Anni Settanta, ripresa in radio da Gianfranco Maggioni.
Contando sulla indisponibilità del
personale femminile della Cumpagnia, Luigino Maccario si è detto
disponibile alla realizzazione, ma allo stesso tempo dispiaciuto
della irrealizzabilità. Qui, è intervenuta Mara Cilli ed ha proposto
il coinvolgimento di una vera e propria attrice di sua conoscenza,
mettendo in forchetta il poco scaltro Luigino.
L'attrice e creatrice
di eventi, nella persona di Mariacristina Brettòne, ha accettato,
Mara l'ha messa in contatto con Luigino ed il brano teatrale ha
iniziato l'avventura.
Letto il copione,
Mariacristina lo ha giudicato oneroso, a fronte dei pochi giorni disponibili
alla realizzazione, ne ha quindi prodotto una riduzione
talmente efficace che ha senz'altro reso molto più "attuale" la pieçe.
Non vi dico la
gioia di Luigino nel vedere attuabile e molto più duttile la
riduzione, ha incominciato ad impegnare la sua pur vacillante
memoria, guardando non senza patemi ai venti giorni dall'evento.
Mariacristina aveva in serbo delle soluzioni
mnemoniche di buona efficacia, tali da sollevare ogni incertezza
preparatoria; inoltre ha coinvolto un volonteroso induttore, nella
persona di Romeo Peotta, il quale ha contribuito efficacemente
all'avventura.
Avendo
abitato per molto a Bordighera ed essendo ventemigliusa, o meglio "laiteira",
da pochi anni, Mariacristina assimilava il copione in modo
integrale, mentre il suo esprimersi intu nostru parlà si affinava
molto velocemente.
Martedì 19, la
riduzione del lavoro di Rostan, col titolo "A purmunite dugia" si
poteva dire pronta. Una prova sul palco nel pomeriggio del 21, tra
corale e balletto, e la sera "spettacolo", per una platea stracolma
ed una galleria attentissima, che pare abbiano apprezzato.
Uno stuolo di “Ventemigliuse” in abito tradizionale,
dall’aspetto gaio e spensierato, hanno accolto gli “Spantegai”
ed i numerosi cittadini che avevano prenotato il loro posto, nei
giorni precedenti. Molto pubblico non è potuto intervenire, a
causa dei regolamenti sugli spettacoli, ma non abbastanza per
poter indire una replica nei giorni successivi.
Dopo una breve presentazione di Mara Cilli e Giorgio Fusaro, si
è aperto il sipario sulla essenziale scenografia della commedia
“U scangiamento da scià Bregögliu” introdotta da “Gh’eira in
ciarrun pautrun”, una filastrocca dello stesso autore Andrea
Capano. Successivamente è toccato alla neo costituita Orchestra
Filarmonica di presentare tre brani di Folk oltre ad altri due
che hanno impegnato giovani, ma non meno talentuosi, solisti del
Gruppo; fino a concludere il primo tempo.
A sipario calato, Maria Cristina Brettone e Luigino Maccario si
sono resi intrepreti di una inedita traduzione del nostro
concittadino veramente singolare e stupefacente: La Divina
Commedia con estratto delle famose terzine di Paolo e Francesca,
cosa quanto mai gradita dall’attento pubblico.
Il Coro Polifonico ha preso poi postazione per il suo
programma: cinque canzoni "ventemigliuse", oltre a:”Ma se ghe
penso”, “Non ti scordar di me”, valzer da “La rondine” di G.
Puccini ed infine dal Nabucco di G. Verdi “Va' pensiero”.
Il M° Giovanni Martini di Taggia, non solo è intervenuto
nel brani folk del Coro, ma si è esibito in una straordinaria
esibizione presentando un "medley" del famoso Nino Rota. La
"standing ovation" lo ha "costretto" ad un "bis" dedicato al M°
Romano Pini: "Largo al Factotum" di G. Rossini.
Al termine un altra sorpresa per il "bis" richiesto al
Coro:"Marcia trionfale di "Aida" di G. Verdi con una quindicina
di fiati della Filarmonica. Un trionfo davvero.
Stelline cadenti per la notte di San Lorenzo in sala,
con un solo fascio di luce e sul sottofondo di "Tonight" di L.
Bernstein hanno augurato la buonanotte al pubblico, con
l’omaggio di rose a tutte le Signore intervenute e di
"Castagnole" agli "Spantegai".
L'amplificazione ed il
sonoro, dell'impianto in dotazione al Teatro, sono stati
migliorati, per quanto fosse possibile, da "Studio Sound &
Sampling" del maestro Diego Di Caro.
La ditta "Onda Fiori" ha messo
a punto l'allestimento floreale, usando la messe di fiori, dono
dall'assessore Andrea Spinosi, mentre la maestosa composizione
che abbelliva l'atrio del Comunale è stata dono di Mariadina
Lorenzi.
Le
immagini della serata sono stati eseguiti dallo "Studio Pini", mentre la sequenza filmata è
stata rilevata integralmente da "Unique Video" di Walter Turrin.
In seguito al clamoroso successo della prima edizione, l'Amministrazione Comunale del Sindaco Gaetano Antonio Scullino, ha inserito "Nustalgia de Ventemiglia" quale evento di punta nell'agosto teatrale al Comunale, avvertendo i Ventemigliusi Spantegai, con appropriato annuncio sulle pagine de LA VOCE INTEMELIA.
Anche
per il 2009, è stato nutrito il rientro estivo di molti “spantegai” in
Ventimiglia e dintorni, per trascorrere le ferie “a casa”. Per loro,
subito dopo Ferragosto, Mario Palmero ha indetto la giornata di ritrovo,
col previsto pranzo rituale; ma il Sindaco Gaetano Antonio Scullino, non
ha mancato l’organizzazione della ormai, quasi tradizionale “Nustalgia
de Ventemiglia”, la serata di arte varia al Teatro Comunale.
Quest’anno, il Sindaco ha provveduto ad investire dell’evento
l’Assessorato alle Manifestazioni, il fecondo ufficio del quale si è
attivato, sulla falsariga della passata, riuscita edizione, confermando
alla regia la consapevole Cecilia Pini, con il compito di inquadrare le
varie entità cittadine connesse allo “spettacolo”. In considerazione
della data, questa volta fissata nel giorno di lunedì 10, prima del
verificarsi della canicola, Il Coro Polifonico Città di Ventimiglia,
guidato dal suo prestigioso Maestro Romano Pini, ha messo a disposizione
un vasto repertorio, sostenuto da buona parte dei componenti abituali.
La Filarmonica, guidata dal Maestro, Franco Cocco, ha portato un buon
nucleo di giovani musicanti, tra cui due già rinomati solisti.
La
Cumpagnia d’u Teatru Ventemigliusu è intervenuta con una pieçe in due
atti, di Andrea Capano, la ilare “U scangiamentu d’a Scià Bregögliu”.
Confermata la virtuosa fisarmonica di Gianni Martini, si sono potute
gustare le rapsodie, nelle quali eccelle. Non hanno fatto mancare il
loro apporto neppure Mariacristina Brettòne e Luigino Maccario, che
hanno seguito le orme di Roberto Benigni in un apposito “Infernu chintu
- 70/142”.
L'anziana ed avarissima Scià Bregögliu,
riceve la visita di Don Miché, il parroco, che gli propone un'opera
di carità, a favore d'un giovane e squattrinato suonatore di violoncello,
il quale deve necessariamente maritarsi, a causa del sopraggiungere
d'un erede inatteso. La vecchia
tirchia inventa mille
astruse scusanti per non adire alla richiesta, allontanando
sbrigativamente il sacerdote. Subito dopo, la fantesca Tereixina gli
annuncia la imprevista visita di quella sorella, che la spilorcia
vede già poco volentieri nelle occasioni rituali, ad evitare
inopportune richieste. In effetti, la sorella Censina, avanza
pressapoco le medesime richieste che aveva posto il parroco, però
rivolte verso la propria figlia, nipote della nostra taccagna; la
quale ci mette poco a capire chi fosse la detentrice del figlio
atteso dal suonatore di violoncello. Anche la sorella viene
allontanata alla spicciolata, innescando la reazione morale della
fantesca Tereixina, la quale a conclusione dell'ennesimo battibecco
tra la tignosa e l'uomo di fatica Girò, a causa di un cesto di
fichi, raccolti nei trascurati possedimenti della vecchia; propone
proprio a Girò una strategia con la quale dare una adeguata lezione
alla nostra pidocchiosa.
Col levarsi del sipario per
il secondo atto, Tereixina inizia la tresca, convincendo la sua
padrona di essere vittima d'una strana malattia e consigliandola di
farsi visitare dal medico. Il rifiuto dell'affrontare la spesa d'un
consulto è scontato, ma è proprio la reazione attesa da Tereixina,
che ci mette poco a convincere la pitocca di chiamare un certo
giovane dottore del vicinato, disposto a visitare gratuitamente i
nuovi clienti. Ecco giungere uno strano dottore, del quale la
vecchia sofferente intuisce vagamente la somiglianza con Girò, ma
dal quale si lascia consigliare una strana cura ed un'altrettanto
complicata dieta. Uscendo in strada, il dottore dispone l'invio di
uno strano notaio, che si presenta per raccogliere le ultime volontà
dell'ammalata. Pur dubitando della ricorrente somiglianza con Girò,
la vecchia allarmata dalla diagnosi e dalle strane incombenze
testamentarie, firma un balzano testamento in favore del Comune.
Alla dipartita del notaio, segue l'arrivo di uno strano nuovo
prevostro, in sostituzione di Don Miché, promosso vescovo, il quale
induce la distrutta moribonda ad una gigantesca penitenza.
Servirà la
complicata lezione a far cambiare l'atteggiamento sparagnino della
signora Bregögliu
?