VILLA HANBURY
tra storia e onomastica
Il destino di Villa Hanbury fu particolare: dopo l’acquisto del
Palazzo Orengo, essa divenne la residenza di Sir Thomas e dei suoi
discendenti e il parco circostante fu trasformato in giardino di
acclimatazione per piante esotiche, aperto al pubblico. Tutto ciò
avvenne in un regime di felice connubio e di armonica convivenza fra
scienza e paesaggio, fra “privacy” e fruizione pubblica.
Villa Hanbury merita dunque e speriamo lo menti sempre più in
futuro, a buon diritto la denominazione di giardino botanico, anche
per continuare la tradizione inglese, che lo fece conoscere come
Hanbury Botanic Garden, e per rispettare la clausola del contratto
di vendita allo Stato che impone di chiamarlo Giardino Botanico
Hanbury.
Per sottolinearne maggiormente il carattere scientifico, sarebbe
appropriato anche Orto Botanico purché questo appellativo non
preluda alla sua trasformazione in “hortus conclusus”.
LA VOCE INTEMELIA
anno
XXXV n. 10 - ottobre 1980
I nomi, sosteneva
il Manzoni, sono «puri purissimi accidenti», eppure soltanto
apparentemente la loro funzione non è importante.
Durante il dibattito che ha animato la Tavola Rotonda si è parlato
anche, com’era giusto, della denominazione di Villa Hanbury, da noi
impropriamente definita “parco”, non senza una punta di voluta
declassazione.
Sì. perché Villa Hanbury, allo stato attuale delle cose, si trova
decaduta al rango di giardino pubblico con quel tanto di degradazione
ambientale e semantica che implica la nozione di parco pubblico nelle
città odierne, non esclusa la nostra.
“Parco”, anticamente anche “barco”, significò recinto, vivaio ed infine
giardino recintato di villa padronale. Con questo significato sopravvive
in “barchetto”, voce locale ancora in uso in alcune regioni
settentrionali italiane.
Ma, nel corso dei secoli, i rivolgimenti sociali ed economici portarono,
in molti casi, all’abbandono dei "barchi" da parte dei proprietari che
non potevano più permetterseli. Spesso i parchi divennero pubblici
quando non toccò loro la disavventura di cadere fra gli artigli della
speculazione che li portò alla distruzione.
Nell'ultimo lembo della Liguria di Ponente, lungo la strada verso la
Francia il territorio d'un villaggio costiero, appollaiato sulle
pendici del Capo degradante dal Monte Belenda; nel 1867, ha attirato
l'attenzione di Sir Thomas Hanbury, che vi ha creato "u giardin de
l'Ingrese".
Il villaggio è La Mortola, il luogo dei mirti,
dove il passato è presente, la memoria un fatto, il ricordo una
vita.
Il Giardino, dovuto alla genialità di Sir Thomas Hanbury, complesso
botanico di fama internazionale"il parco delle fioriture e dei
colori" corona la ricchezza di questo angolo della Riviera dei
Fiori, ancora oggi luogo di incontro e di contemplazione per chi ama
il silenzio e la gioia di vivere.
don Bruno Corti
GIARDINO HANBURY
Renzo Villa - 1980 |