Il Glossario Medievale Ligure, redatto da Girolamo Rossi e
pubblicato a Torino nel 1896, quello che Nilo Calvini ha rivisto ed
ampliato nel 1984,
contiene numerosi toponimi liguri di sicura attrattiva.
Estrapolati dall'affollato
contesto generale, sono maggiormente fruibili dagli interessati alla
toponomastica di questa nostra regione.
TOPONIMI
DAL
GLOSSARIO
MEDIEVALE
DI
GIROLAMO
ROSSI
Lameor
e Lamenone - nome di un antico castello, ricordato a pag. 227
del tom. I° del Liber Jurium e che risponde al castello di
Lamenone, di cui parla l’Alberti a pag. 51 della sua Istoria di
Sospello. Era desso due miglia discosto da Molineto, e portava
altresì il titolo di S. Maria di Amenone la chiesa prima, che ebbero
gli abitanti di questo paese. Scrive l’autore delle Notizie do
alcune certose del Piemonte, pag. 14, che il vocabolo Menone
ed Emenone occorre sovente nelle carte medioevali per
indicare una villa, che aveva proprio territorio.
Langascus
- secondo il Desimoni, Sulla Tavola di Polcevera, pag. 269,
questo nome risponde al castello romano dei Langenses.
Langhe
- terre comprese tra il Tanaro, la Bormida e l’Orba.
“Amnis Burmida potissimam Langarum partem alluit”. (Braida,
Cortemiglia e le Langhe, p. 124).
Lavaniola
- nome del torrente omonimo. Che scorre presso Savona e che il
Chiabrera ribattezzò in quello di Letimbro.
Lax
e talvolta Lac o Laceto - castello distrutto nelle
vicinanze di N.D. di Laghetto.
“Omnes decimas quas in castro Ese et in Lax retinere videbamur”.
(Cais, Chartrier, p. 3).
Levarnius
- Lavagna; si trova Lavarnia nel XIII secolo.
Lovanus
- Loano.
“In loco qui vocatir Lovanus cum una plebe in honorem sancti
Johannis”. (P. Enrico, Cenni storici di Loano, pag. 16).
Lulisana
- così si trova scritta la voce Lunigiana nel XIII secolo.
Lumone
- stazione romana, che sorgeva a Capo Martino in vicinanza di
Mentone. Schiantata dalle fondamenta fra l’ottavo e il nono secolo
dai vicini Saraceni di Frassineto, pare che i dispersi abitanti
riparassero sul dirupato picco, che sta di fronte alla vallicella,
in cui sorgeva il minato paese e che appellarono S. Agnes.
Macro
- Maro, comune alle spalle d’Oneglia.
Odoardo vescovo d’Albenga, l’anno 1150, dava l’investimento a
Raimondo e Filippo dei conti di Ventimiglia “in locis terris et
villis infrascriptis videlicet in Macro, Aurigo, Cuneo, Lusinasco,
Caraonica, Larzano, Cexeno, Petralata soprana, Cenoa et Lavinia”.
Marta
- nome di un alto e rinomato monte in val di Nervia.
“Actum in Marta in confinibus territorum Triorie et Saurgii”.
(Convenzione dell’anno 1349).
Massacaresio
- ora La Calle, città dell’Algeria.
Questo nome s’incontra nelle carte liguri per essere stata una
fattoria corallifera, accordata nel XV secolo dal re di Tunisi al
negoziante genovese Clemente Cicero.
Matucianus
- fondo romano, appellato quindi Sanctus Romulus, ora San
Remo.
“Vobis Theodulpho episcopo petimus res juris ecclesie vestre que
pertinet et est sub regimine S. Syri januensis ecclesie, et ipsa res
est posita in comitatu vigintimiensi in locos et fundos matucianos”.
(Lib. jurium, tom. I°, doc.
N. 11).
Maure
- nome rimasto in molte località liguri, perché occupate dai
Saraceni.
Meda,
Mede o Meta - Bergeggi.
“Statuimus ... ut terra prope insulam in loco qui Mede dicitur
firma tuibi tuisque successoribus permaneat”.
“Non faciemus castrum aliquod a jugo usque mare et a capite Mede
usque castrum Albisole”.
(Gandoglia, La città di Noli, p. 328).
Meledandolla
- così viene chiamato nei portulani del medio evo il capo delle Mele
d’Andora. Vedi Atti della Società ligure di Storia patria, vol. V°,
pag. 51.
Mellatis caput
- Capo delle Mele, presso Albenga.
“Piscantes vel piscari volentes ... a capite Borzii usque ad
caput Mellatis ... teneantur et debeant comparere coram ipso
magistratu”.
(Stat. Albingane 1519, fol. 32 verso).
Merula
- così è chiamato il fiume Centa, che scorre presso Albenga.
Mettilie
- uno dei tre borghi che compon-gono il comune di Vezzano.
Mons Arimannorum
- risponde al comune di Serravalle, come si può riscontrare a pag.
144 del I° volume degli Atti di Società ligure, p. 144).
Mons Asinianus
- Montesignano, in Val di Bisagno. Vedi Olivieri, Serie dei
Consoli, pag. 226).
Mons Bonosius
- Momborone, presso Nizza.
“Per manus Anthonii Doycii de Nicia custodis turris montis
Bonosii”.
(Cais, Gli Statuti della Gabella di Nizza, p. 397).
Monsnoctulus
- Montenotte, rinomato monte alle spalle di Savona.
“Dederunt castrum villam et homines Carii cum tota castellania
sua ... et cum toto Montenoctulo, excepta molina et plano Valerio”.
(Investitura del comune di Genova fatta nella persona del marchese
Ugone Del Carretto il 16 maggio 1302.
Monti liguri
- col Trattato di Campoformio e di Luneville i feudi imperiali
vennero aggregati alla Repubblica ligure sotto la detta
denominazione.
Naboli
- Noli.
“Actum in burgo Naboli feliciter”.
Da Naboli si è fatto Nabulensis: “Nabulenses sub presentia
marchionum Manfredi et Wilelmi”. (Gandoglia, La città di Noli,
pp. 326 e 27).
Naticinus
- Nasino, comune del circondario di Albenga.
“Capitula infrascripta sunt statuta et ordinata per capitulatores
et statutarios universitatis Naticini”. Così incominciano gli
Statuti di questo Comune.
Navalia
(ad) - Varazze.
Asserisce il Fazio a pag. 124 del libro Varazze e il suo
distretto, e con lui si accorda il Desimoni, che la stazione
romana ligure Ad navalia risponde all’attuale comune di
Varazze, rigettando l’etimologia di Vico Virginis.
Nicia
- erede dell’antica Cemenellum, capitale dei Liguri Vedianzi.
Olivula
o Olivi portus - villa che esisteva fra S. Giovanni e la rada
di Villafranca.
“Concedimus ecclesiam b. Stephani martyris que sita est juxta
portum Olivi”.
(Cais, Cartulaire etc., p. 67).
Olledus
- Orero, nel circondario di Chiavari.
“Minister ecclesie S. Ambrosii de Olledo”.
(Remondini, Syndacatus cleri januensis).
Ongranius
- luogo posto a levante di Toetto e ricordato in una carta del 1080
colle parole: ecclesiam S. Simeonis de Ongranio e che si ritiene
distrutto nel XIII secolo; il Castrum Ungranni superioris, è
ancora ricordato dal Cais a pag. 3 del suo Cartulaire
all’anno 1137.
Oplum
- Montobbio, comune nel mandamento di Staglieno.
“Usque in Oplo aliisque finibus ejusdem territorii”.
(Belgrano, Registro, p. 168).
Ordolasci
sive Orpalatii - Casamavari, dipendenza del comune di
Staglieno.
“In S. Martino de Yrco et in plebeio Ortolasci”. (Belgrano,
Registro I°, p. 13).
Orreum Marquesii
- stazione ligure ignota.
Lungo le vie militari romane erano stazioni destinate all’approvigionamento
delle truppe, e tali stazioni chiamavansi Horrea. Due se ne
conoscevano in Africa, una nella provincia Numidica d’altra nella
Bizacena; una era nella Provenza, ricordata dall’Itinerario
d’Antonino e dalla Tavola Peutingeriana, chiamata ad Horrea,
che gli eruditi disputano se debbasi assegnare a Cannes od a Napoule.
“Omnis homo de castro Speutono, et ab ipso castro usgue ad locum,
qui vocatur Orreum Marquesii, tenetur dare pro testa novem denarios
januinorum”. (Cais, Gli Statuti della Gabella di Nizza,
pag. 430).
Oxentina
- Oxentina, affluente di destra dell’Argentina, tra Badalucco e
Taggia.
“Campus unus, cui infra flumen Oxentine”.
(Lib. Jurium, tom.
I°, p. 1303).
Pallionis
- Paglione, torrente presso Nizza.
“Vinea que est iuxta flumen Pallionis”.
(Cais, Cartul. de la cathed., p. 52).
Patrania
- nome collettivo d’una regione dell’Appennino di levante in cui si
trovano due chiese che con titolo abbazia si denominavano da
Patrania.
“Abatiam de Patrania in honorem Sancte Marie et SAncti Honorati
cum castro nomine Turricula”. (Carraro, Brevi notizie sopra
l’antica abazia di S. Maria di Patrania e Crosiglia, Cenni
storici di Torriglia).
Petra Ardenna
- nome della vetta che si alza al principare del ligure Appennino.
“Pars Apennini est que Petra Ardenna vocatur”.
(Ant. Astesano, poeta del XIV secolo).
Piga
- Final Pia.
“Discordia que erat inter Nabolenses et homines de Piga”.
(Rogito del 1268).
Plicagna
- valle di Cicagna, nella provincia di Chiavari.
“Dat decimam et totum introytum, quam et quem videtur habere in
plebata Plicagne”.
(Belgrano, Registro 2°, p. 230).
Podiumpini
- due luoghi così denominati s’incontrano nella Riviera di Ponente;
uno in vicinanza di Mentone, di cui fu culla e di cui conserva la
tradizione, l’antica cappella campestre detta N.D. di Poipino;
l’altro sorgeva in vicinanza di San Remo, e si vuole risponda
all’odierno Col di Rodi.
“Concedimus medietatem decime Podiipini; decimam quam habetis in
braida comitis de Carnolese”. (Bolla di papa Lucio III al
Capitolo di Ventimiglia, nel 1182).
“Joannenses consules Ottonem vintimiliensem comitatem de castris
Rocchebrune, Gorbii, Poipini et Penne feudi jure investiunt”.
(Liber jurium, tom.I°).
Podium Rinaldi
- Perinaldo, nel circondario di S. Remo.
“Homines Podii Rinaldi vendunt ... omnia jura que habent in
territorio Junci in pascuis nemoribus et aquariciis, fodris,
banditis, jurisditionibus dicti territorii et vill et dominium dicti
loci”.
(Not. de Amandolesio, anno 1264).
Porciana
- villa romana, che risponde all’attuale comune di S. Stefano
ligure, come ho dimostrato in apposita memoria, venuta in luce sull’Archivio
storico italiano del 1873, n° 78.
“In loco et fundo Porciana ... quecumque ... tenemus de parte
sancti Stephani”.
(Belgrano, Cartario genovese ed Illustrazione del Registro
arcivescovile, p. 138).
Portus
- così soleva indicarsi nei secoli andati il luogo di Porto
Maurizio.
In una carta del 1148 è ricordato il monaco di Lerino Johannes de
Portu. Gli statuti dei Padri del comune portano regis-trati a
pag. 96 i nomi di alcuni abitanti di Andora, di Taggia e due altri
de Portu. Il rinomato cancelliere della Repubblica ge-novese.
Benedetto, è chiamato Portuensis; e gli stessi statuti del
Comune del XV secolo usano spessissimo commune et homines Portus,
homines loci Portus, in aligua parte Portus, come si può
riscon-trare a pag. XIX, XXVI e XXVIII degli stessi statuti. Anche
oggidì, da quasi tutti gli abitanti di questo estremo lembo della
Liguria, quella città viene appellata semplicemente col nome
Porto.
Portus Delphinus
- Portofino, nella Riviera di Levante.
“Possint dare uni ex filiabus que capient maritum liberum, qui
sit habitator in Portudelphino”. (Saggio storico di Portofino,
p. 12).
Portus Herculis Monoeci
- Monaco, capipitale del Principato omonimo.
Questo luogo, che è ricordato in tutti i libri dell’antichità, trova
posto nel nostro Glossario pel famoso diritto di porto,
diritto, che ha dato ampia materia di studi a celebri giureconsulti
e che ha esercitato l’operosità di molti uomini di governo, a far
capo da Nicolò Machiavelli sino all’abate Galliani, come ampiamente
abbiamo esposto nella memoria col titolo: Il diritto di porto
della città di Monaco e Nicolò Macchiavelli, inserita. nel tomo
IV° dell’Archivio storico italiano dell’anno 1889.
“Drictum ... duorum pro centenario modo et super mercimoniis
pretactis in dicto loco de Monaco, ab antiquo levari et exigi
solilum ... certa scientia et gratia speciali approbamus,
ratificamus et confirmamus”.
(Saige, Documents, tom. I°, p. 319).
Prailla
*.
De scurando sive purgando
fossatum praillarum.
(Stat. Albingane 1519, fol. 29).
Nulla persona audeat laborare
... in ca-prareo praeli d’orto.
(Stat. Carpaxii, c. 64).
Conducendo aquam de praelis per
civitatem.
(Cottalasso, Saggio storico sopra la città d’Albenga, p. 88).
Si avverte come, secondo che scrive il Pira a p. 52 della sua
Storia del Principato d’Oneglia, Praela si denomini una
frazione del comune di Prelà; e che altro sito denominato Praela
chiuda la valle, che serve d’alveo al torrente Prino. Aggiunge
ancora, che nella divisione dell’anno 1280 fra Triora ed il castello
di Dho, si parla d’una località detta Preli: versus
territorium Triorie ultra collam Preli.
Pulcifera
- Polcevera.
“Promittit debeat asperos quingentos quolibet anno pro papiro,
atramento, pureta, filo, cera et similibus”. (St. Caphe, p.
605).
Quargina
- Quarzina, borgo di Ormea poco discosto dal Negrone, celebre per i
suoi formaggi.
“Ab unaquaque caseatica in Quargina, sex formellas casei”. (Durandi,
Delle antiche contese dei pastori, p. 198).
Rapalia
- sito silvestre della campagna albinganese, che ritiene tuttora una
tale denominazione.
“Si Rector alicuius ville celaret ipsam bannitam, condemnetur in
libris XXV Albingane, exceptis cervaria et rapalia, que vendite sunt
a Communi“.
Pare si possa credere che da tale voca-bolo, significante pianura
acquitrinosa, pigliasse nome l’antica terra di Rapallo, già
ricordata in alcune carte dell’XI secolo. - Non può sfuggire al
lettore il non casuale incontro in Albenga di due località ominime:
Rapalia e Cervalia, come nella Riviera di Levante.
Ricina
o Ricinetum - così sarebbesi appellata nel medio evo la terra
di Recco, secondo che leggiamo a pag. 10 e 14 della Storia di questo
luogo, ora venuta in luce.
Rivus altus
- Rialto, paese in quel di Finale, ricordato nel XV secolo per le
sue miniere d’argento, ora abbandonate.
Roboretus
- Rovereto, paese fra Zoagli e Chiavari, che segnava il confine del
distretto di Genova. (Reggio, Legge del Consolato di Genova,
p. 264).
Rodasa
- così viene appellato in alcune carte medioevali il fiume Roia,
Rotuba dei Latini.
Romania
- colonia genovese in Oriente, che ebbe a capitale Pera, ora Galata.
“Dominus Robertus Auria potestas januensium in Romania”.
(Stat. Pere, p. 763).
Romulus sanctus
- San Remo, anticamente detto Villa Matuciana.
Rupes Widonis
- Roccavione.
“Homines de Tenda se se convenerunt cum diminis de Rupe Widonis
et Chiavicas”.
(Podestà, p. 49).
Sagona
- così viene chiamata in molte carte antiche la città di Savona,
aggiungendo il Desimoni nel suo Glossaire, che conviene non
confonderla colla città omonima di Corsica.
Saona
- capitale dei Liguri Sabazi.
Sanctus Egidius
- S. Gilles in Provenza, dove i Genovesi avevano un fondaco.
“Ad partes Gallie festinantius tendebamus ... apud sanctum
Egidium”.
(Belgrano, Regis. Arciv., p. 446).
Saurum
- Sori, comune nella provincia di Genova.
“Proposui ordinare decimas olivarum de plebe Sauri, ad utilitatem
ipsius plebis”.
(Belgrano, Registro I°, p. 762).
Segestri insula
- è la penisola di Sestri di levante.
“Totum quod Cona de Vezzano habuit in insula Segestri”.
(Giorn. Lig. 1892, p. 353).
Sepe
o Seve - nome proprio che si incontra nei portulani e che
risponde al Sepelegium, sito in prossimità di Bordighera. I
chiarissimi Desimoni e Belgrano avevano creduto prima (pag. 51 dell’Atlante
idrografico del medio evo) che Sepe fosse l’antica
Ceriana; il Desimoni correggeva poi l’abbaglio a pag. 205 dei
Nuovi studi sull’Atlante Luxoro.
Septa
- Ceuta in Africa.
“Occasione rixe facte inter Christianos et Saracenos apud Septam”.
(Ferretto, Cod. Diplom. I°, p. 24).
Serezana
- Sarzana, città della Liguria orientale, divenuta sede del vescovo
di Luni del 1202.
“Communitas civitatis Sarazane et ejusdem homines ... sint et
esse debeant penitus et omnino immunes, liberi, franchi et exempli
etc.“.
(Neri, Relazione di Sarzana, della Spezia ecc., p. 146).
Sextum
- così era appellato Sestri di ponente, mentre Sigestrum appellavasi
quello di levante.
Sigestrum
- Sestri di levante. V. Sextum.
Sozenedus
- Bolzaneto.
“Homines de Granarolo et de Sozenedo debent facere guardiam”.
(Cuneo, Del debito ecc., p. 245).
Speutonus
- Spotorno.
“Omnis homo de castro Speutono ... tenetur dare pro testa novem
denarios”.
(Cais, Gli statuti della Gabella di Nizza, p. 430).
Stajanus
- Staglieno e risponderebbe, secondo il Desimoni, allo Stalia
della Tavola di Polcevera, come si vede a pag. 572 delle Lettere
sulla tavola di bronzo.
“Homines de Pradello de Stajeno, de Molinello et de Rivaira”. Olivieri, Serie dei Consoli, p. 245).
Stontius
- nome di una villa presso Dolcedo ora distrutta; Doneud, Storia
di Porto Maurizio, pag. 64.
Tabia
- Taggia, città della Liguria occidentale.
Tacua
- torrente che scorre presso Taggia.
Nell’Itinerario d’Antonino è chiamato Tavia fluvius;
Taglia lo appella il Giusti-niani; Capriolo invece viene
detto da Abramo Ortelio ed Argentina finalmente lo denomina
il tabbiese Domenico Anfossi. Per ispiegare una così instabile
imposizio-ne di nome occorre avvertire che Capriolo si
appella il monte da cui trae le scaturigini questo torrente e che
Argentina (Auxentina) è il torrentello che, presso
Badalucco, im-mette le sue acque nel Capriolo. Di questi tre
nomi pare adottato oggidì quello di Argentina; e sarebbe
ormai tempo di farle finita con tali licenze; poiché nei nomi sta la
storia.
Tanagrus
- Tanaro, fiume.
“Quis pignoraverit aliquam possessionem intra Tanagrus debeat etc.”
(Stat. Cuxii, p. 56).
“Nichola Garricius de Garrexio vendit nobili viro domino Roberto
de Laveno ... furnum ... prope pontem Tanagri”. (Adriani,
Sopra alcuni documenti e codici manoscritti ecc. Relazione,
Torino 1855, p. 66).
Telietum
- monastero già dei Cistercensi in vicinanza di Sassello.
“Abbas de Telieto per se et socium suum ... respondit dicens:
mihi utique placeret quod homines ire deberent etc.”.
(Olivieri, Serie dei Consoli di Genova, p. 420).
Theucum
- Pieve di Teco in val d’Arossia.
“Domine Ulmete faciant omnia supradicta attendere et observare et
suam auctoritatem hominubus de Theuco prestare”.
(Laudo del 1226, a pag. 208 del Durandi. Antiche contese fra i
pastori di Val di Tanaro e Val d’Arossia).
Thirus
- Tirio, isola presso Spezia.
“P. Rolandus abbas monasterii S. Venerii de Thiro, januensis
diocesis”.
(Giornale ligustico dell’anno 1879, p. 5).
Tigulia
- a questo nome iscritto negli Itinerari romani, secondo che scrive
il Cuneo a pag. 45 della già tante volte citata opera, risponderebbe
l’attuale Rapallo.
Trenchapedia
- nome d’un castello ligure, ora scomparso.
“Cum ivisse ad inquirendum castrum Monachi, Rocchebrune, Apii,
Trencapedis, Rocche Cervii et Nauliis vidit, etc.”.
(Saige, Monaco e les Grimaldi, p. 20).
Tridoria
- così viene chiamata l’antica terra di Triora nelle carte del XII
secolo.
Uels
- Utelle, nel contado di Nizza.
“De Uels XVIII denarios”.
(Cais, Cartul. De la Cath. de Nice, p. 48).
Uglianus
- Ugliancaldo.
“Statuta et ordinamenta communitatis et universitatis hominum
Ugliani”.
(Sforza, Saggio ecc., 243).
Ulmeta
- Ormea, capoluogo delle Viozene lunghesso il Tanaro, reso celebre
nel medio evo per le secolari contese cogli emuli pastori di Val di
Arossia, che convenivano in Teuco, contese di cui tratta con erudita
memoria Iacopo Durandi.
“Alpes Viozene in posse et territorio Ulmete ... nemo possit
bandire vel disbandire hominibus Ulmete dictum locum”. (Durandi,
pp.204 e 208).
Unegia
e Unelia - così viene chiamata nelle più antiche carte, l’ora
fiorente città della Liguria occidentale.
Urba
- Orba, torrente presso Ovada.
“Custodientes castaneta et castaneas cujjuslibet persone lotius
poderi Uvade et bandite Urbe”. ( Stat. Uvade, cap. 38).
Ursega
- Lorsica, comune.
“Archepiscopus ... habet plenam posses-sionem ... de decima, quam
isti homines accipiunt in Fontanabona, in Levasco et in Ursega”.
(Belgrano, Registro I°, p. 93).
Ursicinus sanctus
- Sant’Olcese, comune dell’alto Appennino alla destra del torrente
Sardorella.
“In plebeio sancti Ursicini habet decimam quam tenebat Ansaldus
Gallus”.
(Belgrano, Registri I°, p. 12).
Vada sabatia
- Vado, antica capitale dei Liguri Sabazi e quindi sede dei vescovi
e dei conti di Savona.
“Et fundaverunt te viri Vadi fortissimam in tempore dispersionis
eorum”.
(Dal salmo: Lauda Saona Dominum)
“Gulielmus et Obertus marchiones et comites istius comitatus
Vadensis”.
(Carta del 1004).
Vallis Rodii
- Colle di San Remo, ora chiamato Col di Rodi.
“Massari ecclesie S.Sebastiani vallis Rodii districtus sancti
Romuli”. (Difesa della Mca Comunità di S. Remo.
MDCCLV, pag.53 dei documenti.
Vayra
- Varese
“Archipresbiter plebis de Vayra, prebiter Marchus mansionarius”.
(Giornale ligustico 1879, p. 14).
Vendersi
o Vendertii - antica abbazia in quello di Tortone, di cui si
perdette il nome coll’erezione dell’abbazia di Albera”.
(Pollini, Memorie storiche della chiesa di Tortona, p. 49).
Vesanus
- Bisagno, fiume che scorre presso Genova, detto anche Feritor.
“In fossato aura Palatii et flumen Vesano”. (Olivieri,
Serie dei Consoli di Genova, p. 280).
Villa regia
- V. Porciana
Villatalla
- nome di molte località omonime, poste nella Liguria.
Una menzionata dalCais a pag. 14 del suo Cartulaire già
ricordato, colle parole:
“Hec sunt res quas habemus ... in la Villatalla in tribus loci“.
Una borgata appellata Villatella è in prossimità di
Ventimiglia.
Villatalla, presso
Dolceacqua, si riscontra a pag. 2 del Sommario di alcuni miracoli
della B. Vergine della Muta; ed altra Villatalla
finalmente si ha nel distretto di Porto Maurizio.
Vintimilium
- così è costantemente appel-lata nelle carte medioevali l’Albium
Intemelium dei Romani, ora Ventimiglia.
Vulnetia
- Vernazza, città della Riviera di Levante. Giustiniani, Annali,
p. 345.
Vulturum
- Voltri
“Nicholaus archipresbiter plebis de Vulturo”. (Belgrano,
Registro I°, p. 777).
L’egregio Alizeri a pag. 109 del I° vol. delle sue Notizie,
scrive che non uno, ma due Voltri (o Vutri nel linguaggio
vernacolo) suonano e in Toscana e in Liguria.
Aggiunge che dove possono con voce italiana produrre equivoco, sotto
spoglia latina non usano confondersi, con ciò sia che il nostro
Voltri negli atti di quella età, non altrimenti che prima e dopo,
non si appella che Vulturum. Mentre Vultrium non
nostro, fu già castello, ed ora credo non più che villaggio in
Maremma vicino di Grosseto.
Ylicis mons
- Lerici, sulla riva orientale del golfo di Spezia.
“Omnis homo de Orreo marquesii et ab ipso Orreo usque ad castrum
Ylicis tenetur dare quilibet pro testa viginti unum denarium”. (Cais,
Statuti della Gabella di Nizza, p. 430).
Zerbolum
e Zerbodum - nome di un antico castello dei Conti di
Ventimiglia, che si ergeva al confine occidentale del loro feudo.
In una bolla di papa Lucio III del 1184, nella quale conferma ai
canonici della cattedrale di Ventimiglia varii luoghi dove potevano
decimare, viene ricordato Agerbol; in altra carta del 1186 è
detto comes non debeat habere refugium in Poypino vel Rochabruna
neque in Golbi vel in Cerbol; in altro atto di vendita fatto dai
Templari in Albenga, il 18 gennaio 1191, è compreso locum ubi
dicitur Zerbolum qui est ultra Vigintimilli civitatem;
finalmente nella cessione fatta da Guglielmo ed Enrico, conti di
Ventimiglia, al comune di Genova sono ricordati Castrum Golbii,
Zerbodi etc.. Di questa località, pressoché ora dimenticata,
rintracciava le rovine di quattro torri quadrate e di un’elegante
chiesuola dedicata a S. Quintino del XII secolo, l’egregio cav.
canonico de Villeneuve, Elemosiniere e Bibliotecario di S. A. S. il
Principe di Monaco.
Zinestedo
- località che, secondo il Cuneo, pag. 244, risponde al luogo di
Torrassa.
Abegius
* - nome d’un castello distrutto che si ergeva fra Monaco ed Eza.
L’Amari nella sua Storia dei Vespri Siciliani, docum.
XLII, ricorda il castrum Monechi et turris et fortilicis Abegli;
ed il Malivier (Monaci et ses Princes, tom. I, pag 84)
scrive: l’ancien tour d’Abeille occupavit l’extremitè d’une
pointe entre Monaco et Eza.
Altro castello omonimo poi si trovava nella valle di Nervia, poco
discostro da Rocchetta.
Abolena
- Bolena, comune nel Nizzardo.
“Ad acaptum seu pro intrata et nomine intrate et acapte duorum
pullorum galline seu quasi”. (Chartrier de l’abbaye de
Saint-Pons, Monaco 1903, p. 327).
Accon
e Acon - così era chiamata Acri distrutta dai Saraceni nel
1271.
“Se movit cum toto exercitu ad partes Acconis”.
Agellus maritimus
* - monte Agel che divideva la diocesi di Nizza da quella di
Ventimiglia.
Questo nome s’incontra nel docum. 290 del Cartularium Lerinense;
e sebbene sia questa carta reputata apocrifa, tuttavia modificato in
Agel, si legge in una bolla di papa Lucio III del 1182, come
si può riscontrare a pag. 96 della Storia di Ventimiglia, 2°
edizione.
Agilulfi Castrum
- così appelavasi nel medio evo la terra di Montignoso, nella
Riviera di Levante. Vedi Giornale storico letterario della
Liguria, anno 1902, pag. 338.
Agusius
- Uscio, comune nella provincia di Genova.
“Monfedus archipresbiter plebis de Agusio”. (Giornale
ligustico, 1879, p. 14).
Alba Docilia
*- Albisola.
L’illustre abate Angelo Sanguineti, nella sessione della Società
ligure di Storia patria dell’aprile 1884, asseriva doversi
riscontrare l’antica Alba Docilia nella località dell’attuale
Albissola.
Albingana
e talora Albinga * - così è appellata nelle carte medievali
l’antico Albium Ingaunum, capitale dei Liguri Ingauni.
Amelonis
* - V. Lameor.
Andanea
- villa di Triora.
“Quatuor antiani seilicet tres de Trioria, unus de villis,
seilicet unus de Molinis secundus de Andanea tertius de Curlino“.
(Stat. Triorie, cap. 4).
Aqua Martia
* - Antico fonte presso Diano.
“A via que tendit per mediam
terram Anselmi Verde, usque in aquam martiam, a fonte aque martie”. (Stat.
Diani, p. 56).
Aqua marcia è pure un rivo
della Polcevera. (Desimoni, Sulla tavola di bronzo del Polcevera,
Lettere, p. 577).
Aquilia
- Laigueglia, comune nel circondario d’Albenga.
“Imposuerunt et imponunt perpetuum silentium ... pro quavis alia
pretensione dicte turris et aliorum baluardorum dicti loci Aquilie”.
(Musso, Sul Mandamento di Andora, Genova 1849, p. 7).
Aquilianus
- Quigliano, presso Savona.
“Castella Aquiliani et Signi”.
(Carta dell’anno 1135).
Aque mortue
- località ricordata ad ogni tratto nelle carte liguri e che
risponde ad antica città e porto di mare, siti fra la Provenza e la
Linguadocca, da dove partiva per la Crociata S. Luigi re di Francia.
Vi sonoancora tresti di fortificazioni, erette in parte da Guglielmo
Coccanegra.
“Postquam dicta navis applicuerit in Aquis mortuis”.
(Belgrano, Documenti, p. 309).
Ara rubea
- titolo d’una chiesa dedicata alla Vergine Maria, presso Godano.
“Ecclesia seu oratorium sancte Marie de ara rubra”. (Stat.
Godani, p. 38).
Ardenna
- Pietra Ardenna è nelle vicinanze di Ceva e di Garessio lungo il
corso del fiume Tanaro e si trova nella secondaria catena di monti
che costituiscono l’Appennino ligure.
“Pars Apennini est que Petra Ardenna vocatur”.
(Antonio Astesano, poeta del XIV secolo).
Argeletus
- nome di una villa in vicinanza di Pigna, ora distrutta.
Homines de Argeleto
sono ricordati nella divisione del monte comune fatta nel 1230 fra
Pigna ed Apricale; e la carta, col titolo: Plantatio terminorum
fra i detti due comuni sottoscritta nel 1396, dice: occasione
cujusdam territorii confinis ipsarum universitatum vocati Argeleo et
Morga de Marcale”.
Arenitum
- così appellavasi nel medio evo il luogo ora chiamato Invrea,
territorio comunale di Varazze, che ebbe un monastero di monache
detto S. Maria di Latronorio.
(Nuovo giornale ligustico, p. 593).
Arma
- caverna.
I Sabini chiamavano herna i sassi, secondo che scrive Servio:
Sabinorum lingua saxa herna vocatur, da dove il nome di
Ernici e la parola cav-erna. Nello stesso significato di
erna erano usati in Liguria arma o alma, da
dove originarono le note voci barma o balma.
Il Cartulaire de l’abbaye de Lérins (Paris 1883, pag. 64)
ricorda terras cultas et incultas, que sunt subtus roca, que
nominant almis, questo documento è del XII secolo.
Habitatores alme ad aquam almedani citra, si ha nel tomo I°
del Liber jurium, pag. 1282, per alludere agli abitanti di
Arma di Taggia ed al torrente, che quivi scorre, così chiamati (che
che ne abbiano scritto vaneggiando alcuni conterranei) dalla
presenza di una spaziosa ed antica caverna, che accoglie un devoto
santuario, dedicato alla Vergine Annunciata. (Pitto, Storia del
Santuario di N.S. dell’Arma, Genova 1869). In una convenzione
stretta nel 1573 fra Apricale ed Isolabona si legge : eundo per
rectam lineam versus montem. usque ad quamdam armam, que est subtus
dictum terminum; e per non moltiplicare inutilmente gli esempi,
addurrò qui le parole di Arturo Issel (Le caverne ossifere;
Antologia, italiana del 15 settembre 1878): arma, balma,
balme, baume, sono vocaboli, che significano caverne e sono,
secondo Dessor, d’origine celtica.
Aggiungerò, che in val di Nervia è viva la frase: fare un po’ di
armizo, per cercare riparo in tempo di pioggia, come è
famigliare sul labbro dei Trioresi il verbo armuzzare nello
stesso significato ; e siccome le arme furono i primi
ricoveri, dove solevano riparare gli antichi, che guidavano al
pascolo gli armenti, ne originarono senz’altro i vocaboli armier,
che nel modenese significa ruminare, arminar in piacentino,
armner in reggiano e armughé in romagnolo (Flecchia,
Archivio glottologico citato, pag. 7). E a conferma di quanto
sono venuto fin qui scrivendo, mi osservava l’egregio dottore
Domenico Fornara di Taggia, che il paese Armo, nel distretto
di Pieve di Teco, è vicino ad una grotta; che il villaggio Arma
sopra Spotorno è così chiamato da una caverna che quivi sta aperta ;
e che il monte Armetta, che s’alza fra Ormea e Caprauna,
porge nel suo fianco una cavità, capace di contenere un quattrocento
e più pecore.
Arma antiqua
- Nome di una villa del distretto di Ventimiglia, ora distrutta.
Nei rogiti del notaio Giovanni di Aman-dolesio del 1258 si legge,
che Rambaldo Balbo vende una terra, posta nel territorio di
Ventimiglia, nella località detta Arma antiqua,
denominazione, che si da tuttora ad un tratto di territorio, che sta
nella prossimità di Borghetto. Questa notizia ha qualche valore,
come quella che serve a distruggere la falsa opinione invalsa in
molti scrittori della Liguria, i quali hanno creduto, che Baliano D’Oria,
inviato nel 1270 dal Comune di Genova a pacificare la città di
Ventimiglia, lacerata dalle fazioni, facendo rovinare la villa dell’Arma,
dove eransi rifugiate alcune bande di guelfi, ab-battesse così
Arma di Taggia, che era fuori del distretto a lui assegnato,
come vicario. Il D’Oria invece ripetendo nel 1270 l’esem-pio dato
già nel 1239 dall’ammiraglio Folco Guercio, che schiantava dalle
fondamenta la torre di S. Ampeglio, posta nella giuris-dizione di
Ventimiglia, divenuta rifugio di bandeggiati, rovinava il luogo di
Arma antiqua fatta covo di arrabbiati avversarii.
Arma Augustorum
- località del territorio di Triora.
“Bannitur a sapello Lantore sub rupe monte, usque ad calmum parate
et usque ad Chiahertam, reservato in territorio a rupibus negrarum,
usque ad armam augustorum”. (Stat. Triorie, tit. De nemoribus seu
boschis faciendis).
Armedana
- Arméa, torrente che sbocca presso il villaggio e la grotta d’Arma
di Taggia.
“De una parte fine fluvio armedana, de alia parte fine monte, qui
duitur de pino”.
(Liber jurium, I°, pag. 6 e 9).
Arocia
- corso d’acqua
tributario della
Centa.
“Non possint nutriri capras in glariis fluminum Arocie”. (Stat.
Albingane).
Arvelius
- nome di una villa del distretto albinganese.
“In Arvelio serviens (habere debeat) soldos quatuor, nuncius
soldos duos et denarios sex”.
(Stat. Albingane, 1519, fol. 34 verso).
Auginus
- così scrive il Celesia a pag. 14 della Valle del Varo,
appellavasi il monte di Cento Croci negli Appennini.
Auxentina
- V. Taccua.
Avisium
- così denominato in antiche carte il luogo di Eza; ed è opportuno
aggiungere, che così pure denominavasi un’antica torre, posta sul
capo di Bordighera, convertita nel 1750 in campanile.
Avrigallus
- Apricale.
“Capitula facta et emandata communis Avrigali”.
Il codice antico
statutario ha ora Avrigali, ed ora Apricali; la prima
delle due voci è quella tuttora viva nel dialetto.
Aymelium
o Amelium - nome di un antico castello, ora distrutto, sopra
Carosio. Vedi Olivieri, Serie dei consoli genovesi, p. 244.
Ayrole
- comune di Airole in val Roia.
Di questa località d’origine romana, e non rara nelle regioni
alpine, si riferirà il brano i donazione, da noi stampata nella
memoria inserita nel V° volume della Miscellanea di Storia
Italiana, col titolo Sulla fondazione di Airole: “Offerimus
tibi fratri Raymundo priori dicti monasterii (Pessim) terras et jura
quas habeamus in territorio et pertinentiis Ayrole”.
Un Ariolo è presso Tortona; e vi si scoprivano antichità due
anni or sono.
Baaldus
- Bajardo, comune.
“Ego presbiter Enricus de Baaldo promitto et convenio tibi
Tebaldo nepoti domini episcopi vintimigliensis etc.”. (Not.
Giov. De Amandolesio, an. 1257).
Baalucus
- Badalucco, comune.
“Isti sunt dominicatus curie Baaluci”. (Liber jurium,
tom.I°, p. 1303)
Balbaira
- località che risponde al comune di Rocchetta in val di Nervia.
V. Dousaga.
Barbalata
- così chiamavasi il territorio di Falicone colla chiesa di S.
Michele.
(Chartrier de Saint-Pons, p. 21).
Bellanda
- secondo un’antica scrittura, così si sarebbe chiamata anticamente
la città di Nizza.
“Civitas Nicie posita in capite Provincie supra mare, ab antiquis
Bellanda vocata”. (Cais, Le XI siècle, p. 30).
Bellumcadrum
- Beaucaire sul Rodano, colla quale cittàGenova aveva relazioni di
commercio.
“Nos faciemus dominis navium solutiones apud Bellumcadrum”.
(Belgrano, Doc., p. 42).
Bembelia
o Bambelium - San Colombano, comune nel mandamento di
Chiavari.
“Ecclesia S. Columbani de Bembelia”.
(Belbrano, Registro I°, p.674).
“Ecclesia Sancti Columbani de Bembelio”.
(Bolla di papa Urbano VI del 1387).
Bersegi
- nome di un’isoletta presso Noli.
“Abbas de Naulo, Gabriel de Bersegi”.
(Desimoni, Actes de Famagouste, p. 33).
“Ecclesiam S. Dalmatii de Bersegei, in diocesi vintimiliensi”.
(Notizie di Tenda, nell’Archivio della città di Nizza).
Bisamne
- fiume Bisagno.
“Fuit sturmus et prelium maximum in Bisamne”. (Obert.Scribe,
anno 1192).
Bissana
- Bussana.
Che movendo da Vipsana passando in Bissana, venisse a
formarsi l’antico nome di Bussana, abbiamo in altri scritti
asserito e questa Bissana, troviamo in un documento riferito
dal Desimoni in cui si leggono:”Ambrosius de Diano et Laurentius
de Bissana”.
(Acte de Famagouste, p. 32).
Bordigheta
- Bordighera.
“Obertus Porrus de Burdigheta rendit peciam terre, cui coheret
superius ecclesia Sancti Ampelii”.
(Not. de Amandolesio, ann. 1254).
Bourdigues, da dove
Burdigheta, ora Bordighera, secondo che scrive il Bouche nella
sua Histoire de Provence, è vocabolo celtico, che significa
luogo o rada abbondante di pesce, quale si è appunto Bordighera. E
che lo storico mal non si apponga, si può arguire da ciò, che simile
vocabolo veniva usato anticamente in Liguria in tale senso, leggendo
negli annali di Genova, che in questa città l’anno 925, nel luogo
detto bordigotto presso il mare, un fonte gettò sangue ; e
scrivendo il De Bartolomeis, che un sito denominato bordigone
si trova in vicinanza del golfo di Spezia. (Si vegga la memoria da
me inserita nell’Archivio storico italiano, n. 139, col
titolo: Bordighera, appunti storico-critici).
Braga
- l’espressione dello Statuto nicese: a Capite alii (Capo
d’Aglio) ad Bragam, equivale da Eza al Varo.
Bravum
- antica rocca che sorgeva sul monte che intercede fra Sospello e
Scarsena.
“Hec sunt res quas habemus ... octavam partem de toto Bravo”.
(Cais, Cart. de Nice, p. 115).
Breel
- Breglio, comune in Val di Roia.
“Guglielmus Malleus canonicus Vintimilii, prepositus Breeli”.
(Not. Giov. de Amandolesio, an. 1259).
“Ius quod habet incasto Briell”. (Saige, Monaco et les
Grimaldi, pag. 32).
Scrive il Flecchia, che il bolognese breel e il parmigiano
brill significano vinco. Il Cortese a pag. 35 della sua
Sabatia dice che praelli nel 1188 rispondevano ai nostri
prati; si ha pure dal Nallino (Corso del fiume Ellero, pag.
32), che poco distante della strada della Viozena vi ha un’alpe
chiamata Prel; presso Ottaggio sorgeva il monastero di
Praello. (Spotorno, Storia letteraria, vol. I°, pag.
293). Se si pone mente, dopo tali premesse, all’ubicazione di
Breglio, che siede sulla sinistra del Roia, e dove, con vinci e
salici, si estendono bei prati, nessun dubbio, che possa venire
infermata la tradizione, che fa originare Brelium da
Prelium. La località di Pré vicino a Genova trae
certamente da brel o prel la sua etimologia.
Brocu
- nome d’un castello distrutto, che sorgeva fra Sospello e Breglio,
nella località di Brois.
“Ego Guido comes vintimiliensis dono communi Ianue rochambrunam,
golbi, poipin, pennam, casteglonem, brochu, ceespel”. (Lib.
Jurium, tom. I°, p. 197).
Brugnatum
- Brugnato, già sede di diocesi, regione abitata dai luguri Briniati.
Campus Marcius
- località destinata ad esercizi ginnastici e militari tanto sotto
Roma, quanto sotto i Franchi.
Il Bruzza nelle sue Iscrizioni vercellesi (pag. XXXIII)
ricordando i campi marzi di Vercelli, di Novara, di Como, di
Verona, di Aquileja, di Foro Giulio e di Treveri, nota la smania
vivissima, che si svegliò nelle colonie e nei municipi; d’imitare le
istituzioni e le denominazioni della città eterna. Da questa smania
non andò immune la Liguria; e credo qui il luogo di parlare del
Campo Marzio di Nizza: honor Campi Marcii si legge in una
carta del 1144 pubblicata dal Cais [Cartulaire de l’ancienne
cathèdrale de Nice, pag. 60); e sincope di campo marcio
si è il camarcio, di cui è cenno negli Statuti di Nizza :
avere bovinum etporcinum stare debeant in camarcio, subfus barrium
macelli. Di un campo marcio dei Liguri Intemelii parla
una carta dell’XI secolo, inserita a pagina 5 del tom. I° del
Liber jurium: “in domoculta que est posila prope fluvio Tabia,
seu in Posana et in pertuso in castello de campo marcio”, e di
questo campo marcio sono pregiate reliquie gli avanzi del forte di
San Giorgio presso Taggia. Al dire poi del Rocca (Giustificazione
della tavola peutingeriana, pag. 23) una valle, appellata col
nome di Campo marzo, si aprirebbe nelle vicinanze di Varazze.
Canalicus
- Cairo o Carcare ?
“Hic redibat Canalico, sic Latini incole, Cairo vocant”. (De
Monte, Virgo Me. Saonensis, p. 162).
Senonchè per altro scrive il Barrili, Canalicus risponderebbe
all’odierno Carcare.
Caput Alei
- Capo d’Aglio.
“Caput Allei usque ad Bragam”. Da Esa al Varo. (Datta,
Delle libertà ecc., p. 247).
Carantium
- risponde all’attuale vicariato di Mongiardino.
“Andreas presbiter ... canonicus plebis S. Johannis de Carantio
de Monjardino”.
(Belgrano, Registro I°, p. 682)
Carmandinum
- Cremeno, rettoria della Polcevera secca.
“Decimam quam filii Idonis de Carmadino, tenent in Corneliano”.
(Belgrano, Registro I°, p. 394).
Caschifellone
- piccolo borgo sulla Polcevera secca or detto San Michele di
Castrofino, o Castrofino solamente presso Pedemonte.
“Consules laudaverunt ... totam decimam hereditatis filiorum
Rustici de Caschifellono”.
(Olivieri, Serie dei Consoli, p. 239).
“Decimam hereditatis filiorum Rustici de Caschifellone”. (Olivieri,
Serie dei consoli genovesi, p.239).
“Ecclesia de Caschifellone”. (Belgrano, Registro I°, p. 394).
Centa
- fiume che scorre presso la cittàdi Albenga.
“De non faciendo edificium in flumine Cente”. (Stat.
Albingane).
Cespeel
- Sospello, città nella valle della Bevera.
“Teneatur ire ad inquirendam dictam pellem usque Vintimilium,
Brelium, Cespeel et Castellarium”. (Stat. Penne, p. 204).
“Actum in loco Cespedelli anno MCXCV”.
(Cartulaire de Lerins).
Ceva
- città capoluogo del marchesato omonimo.
“Iuxta hanc Garexii jacet hac tempore castrum Cui domina ex Ceve
nobilis illa domus”. Antonii Astesani
(Olivero, Memorie storiche di Ceva).
Chiapinus
- nome di un castello, ora distrutto, presso Voltaggio, così l’Olivieri
a pag. 238 della Serie dei consoli).
Chimela
- Cimiez antico Cemellum.
“Juxta antiqua urbe Chimela super flumen Pollionis donamus
ecclesiam SAncti Martini”. (Chartier de S. Pons, p. 7).
Cisigna
- si crede risponda alla Pieve di Visigna.
“Damus et concedimus totum illud de plebe Cisigne”.
(Olivieri, Serie dei Consoli, p. 327).
Civitatula
- si vuole fosse questo il nome primitivo dell’abbazia di Tiglieto.
“Monasterium Sancte Marie Virginis et Sancte Crucis quod con
structum est in loco Civitatule”.
(S. Quintino, Osservazioni, p. 157).
Civitie aqua
- così denominavasi il torrentello di S. Lorenzo, presso Porto
Maurizio, avendosi in una carta del 1469: usque ad aquam Civitie
sive sancti Laurentii.
Clapa
(monacorum) - Arma di Taggia
“Via que est superior ninee clape monacorum versus litus maris”.
Queste parole si leggono nello Statuto di Taggia al titolo: De
privilegiandis entibus ad habitandum ad clapam sive ad armam.
Codolis
anche Cogoli - nome di un castello distrutto presso Sospello.
Cohedanus
- risponde questo nome all’attuale valle di Zuccarello.
“MCCLXXXI, indicione IX, die vigesima iulii.
Hec sunt capitula Cohedani ad honorem Dei et Virginis Marie facta”.
Columbanus
sanctus de Bimbellio - risponde, secondo che scrive il
REmondini a pag. 10 del Giornale Ligustico del 1879, all’attuale
Vignale.
Comptes
- Contes nel contado di Nizza.
“Recuperavit castrum de Comptes”. (Cais, Le fief de
Châteauneuf, p. 424).
Il Gioffredo nella Nicea civitas dice il vocabolo sincope di
Compites, e da lì muovevano tre strade, una che mena a Berra,
l’altra a Coaraza e la terza a Scarena sulla riva del Paglione.
Erano qui un còmpito ed un fano nell’epoca romana.Nei sinodi
della diocesi di Nizza questa località è designata col nome de
Compitis.
Cucularia
- Curenna o Curena, castello dell’Albinganese.
“Castrum Ligi et Cucularie” si legge negli Statuti d’Albenga.
“De non celebrando consilio super alienationes seu remissionem
castri Ligi et Cucularie”. (Stat. Albingane).
Curiofo
- Corfù.
“Et sic in simul concordando, usque ad civitatem Curiofo,
venerunt”. (Caphari, Annales, anno 1101).
Dantium
- capo di Capra zoppa.
All’articolo Borzium si è riportato il brano dell’antica
carta riguardante caput Dantium, che secondo il P. Enrico del
Sagramento, storico di Loano, risponderebbe all’odierno capo di
Capra zoppa. Antium significa in latino prolungamento e
questo spiega il perché dei vari Antii, che si hanno nella
Penisola nostra; cioè uno al di là di Roma, uno fra gli Etruschi ed
i Liguri ed il terzo fra i Liguri Ingauni ed i Sabazi. Il Celesia
nel suo pregiato opuscolo Porti e vie strate della Liguria a
pag. 18 ravvisa l’Antium, di cui è fatta parola nel
Periplo di Scillace in Anzo, posto al di là del golfo Tigullio;
nel quale abbaglio non sarebbe caduto, se avesse avuto notizia
dell’ora ricordato Caput Dantium.
Delemor
- Gavi.
“Parrochie sancti Remigii et Stephani et capella castri Palodii
consueverunt venire ad letanias ad infrascriptam plebem Delemor, que
dicitur nunc plebs de Gavi”. (Rossi, Cairo e le rogazioni
triduane, p. 38).
Doio
- nome del golfo in cui siede Ogliastra in Sardegna.
“Galeas mandavere que nostras invenientes in gulfo Doio in fugam
verterunt”. (Caphar. anno 1266).
Doo,
Dho e Dodo - nome proprio che risponde a Castelfranco,
ora Castelvittorio in valle di Nervia.
“Gulielmus Orengus quondam Orengi de Doo”.
(Not.Giov. de Amandolesio, anno 1259).
“Consulibus Castrifranci olim nuncupati de Do” si legge nei
privilegi accordati il 4 dicembre 1311 da AndalòSpinola, vicario
della Riviera occidentale.
Vedi Liber Jurium, tomo I°, docum.
935.
Dolmige
- Valleggia, presso Savona.
“Gastaldio Aquiliani et Dolmige”. (Garoni, Guida di Savona,
p. 90).
Dousaga
- Dolceacqua.
“Fugaverunt filium meum de Dousaga usque ad Balbariam et Dousagam
destru-xerunt cum igne”. (Carta di Ventimiglia)
Ento
- antica denominazione di una chiesa di S. Pietro ad Apricale.
“De eundo cum mortuis ad ecclesiam sancti Petri de Ento”.
(Rossi, Stat. Liguri, p. 209).
Erchole
- Arcola, comune ligure.
“Deinde properavit cum suo exercitu versus castrum Erchole”.
(Ferretto, Cod. diplom. 2°, p. 226).
Ermus Sanctus
Fra i pochi che si attentarono di spiegare come da Sanctus
Romulus siasi potuto formare San Remo, vi è stato chi ha
asserito, essere sempre stato appellato dal popolo sanremese
sanctus eremus il divoto romitaggio, dove era stato sepolto il
santo vescovo genovese San Romolo e che questa forma popolare abbia
finito per trionfare della burocratica, usata negli uffici e nelle
scritture pubbliche. Non ignorando che due località omonime si hanno
nel Napoletano, ci restringiamo a notare che con uomini di Quigliano
e di Segno, in una carta di Noli dell’anno 1186, giurino: “hoc
juramentum fecerunt ... Nicolaus de sancto ermo et Anselmus de
sancto ermo”.
(Atti e Memorie della Società storica savonese, vol. 2°, p.
566).
Feglinas
(ad) - il sito così ricordato nell’itinerario d’Antonino,
risponderebbe, secondo il Garoni, al Feglino in Polcevera.
(Garoni, Guida di Savona, p. 41).
Finarium
- Finale. Località, che risponde alla stazione romana ad Fines,
punto che segnava il confine di territorio fra i Liguri Sabazii e
gli Ingauni per mezzo della fiumana Pora.
Gallexium
- Garzi, presso Savona.
“Villas et terras Galexii, Solarolii et Dolarii”.
(Garoni, Guida di Savona, p. 125).
Gallinaria
- piccola isola nel mare ligustico, detta pure Isola d’Albenga.
“Monasteria constructa in insula, que vocata est Gallinaria”.
(Carta del 1028).
Genua
- V. Janua.
Gesta
- Laestra, torrente presso Cogoleto, che segnava il confine
occidentale del distretto genovese; mentre Rovereto, villaggio fra
Zoagli e Chiavari, segnava l’orientale.
“Qui habitant a Gesta usque Roberetum”.
(Raggio, Leggi del Consolato di Genova, p. 264).
Giro
- canale, bucha de Giro era denominata nelle antiche carte la bocca
del Mar Nero, come si riscontra a pag. 507 del vol. X degli Atti
della Società Ligure di Storia).
Harena S. Petrus de
- S. Pier d’Arena.
“Loca vobis locum de Morella de Sancto Petro de Harena” (Belgrano,
Registro 2°, p. 215).
Hescarena
- Scarena, comune nel contado di Nizza.
“Rostagnus presbiter de Hescarena”.
(Cais, Cartulaire, p. 126).
Hesa
- Esa, nel contado di Nizza, detta posteriormente Isia.
“Quorum castra hec sunt nomina: Leven, Caude, Rase, Hese”.
(Cais, Cartulaire, p. 3).
Horia
- nome che corrisponde a Laura, località del comune di Peglia.
(Vedi Chartier de S. Pons, p. 20).
Hospitalis S. Marie de Rota
- località del distretto ventimigliese, appellata ora N.S. della
Rota, a levante di Bordighera e da cui ha preso nome il moderno
fiorente borgo d’Ospedaletti, frazione del comune di Col di
Rodi.
Nei rogiti del not. Giov. De Amandolesio, il 29 ottobre 1259, si ha
il testamento di Ugone Bottario, il quale lascia alcuni sacconi e
pagliericci: Hospitalis sive ecclesie sancte Marie de Rota.
Illicis mons
- chiamasi la parte delmonte Caprione o Carpione che da Lerici si
stende al capo Corvo.
(Giorn. Ligustico 1892, p. 338).
Irchis
(S. Martinus de) - S. Martino d’Albaro.
“Nazarius archipresbiter plebis S. Martini de Irchis”. (Remondini,
Syndacatus ecclesie Januensis).
Janua
- Genova.
I Greci la chiamavano
'X<L"
ed i Latini similmente Genua. L’alterazione del vero nome in
Janua cominciò nel tempo del dominio dei Franchi in Italia,
sotto Carlo Magno. Tale nome si vede impresso attorno all’antico
sigillo del comune.
Griphus ut has angit.
Sic hostes janua frangit.
Alludendo al grifo simbolico della Repubblica, il quale preme
un’aquila, stemma imperiale.
Junci
- villa.
Nome di una terra, ora scomparsa, che sorgeva nella valle di Verbone
(detta ora di Vallecrosia) distrutta nelle guerre del XIII secolo,
ed i cui abitanti accorsero a popolare il vicino luogo di Perinaldo.
“Cedimus castrum Podii Raynaldi et villam Junci cum toto
districtu et territorio ipsius castri et ville”.
(Rossi, Storia del Marchesato di Dolceacqua, p. 197).