Probabile area
Luigino Maccario - 2004
Una chiesa paleocristiana è stata attiva a Nervia oltre il V secolo.
Ricavata, nel IV secolo, sulle vestigia d'un tempio di Diana, potrebbe esser
stata distrutta dal Rotari nel 645. Le rovine sarebbero state presenti
fino al 1836, quando la costruzione della nuova Aurelia, passò proprio
su quel sito, distruggendo gli ancor ingenti reperti.
In considerazione dei ritrovati segnali di sepolture, appartenute ad
antichi episcopi, nei pressi di quel luogo, si potrebbe affermare come
la prima cattedrale ventimigliese avrebbe potuto essere stata eretta a
Nervia.
Sulla “Rivista Intemelia” del 1972, il Lamboglia azzarda il rilevamento
del sito dicendo: “... nella «Città Nervina» e probabilmente al
centro di essa, nel foro antico, ha come singolare testimonianza la
lettera a Girolamo Rossi del canonico Gio. Francesco Aprosio, scritta il
5 agosto 1891”.
LA LETTERA
«Millesimo,
li 5 Agosto 1891. Ill.mo Sig.re, Credevo nella di lei
Storia di Ventimiglia ritrovarvi qualche notizia più antica ...
Come scrive il Padre Pira Carlo delle Scuole Pie ... che il suo
Compendio che contiene queste notizie lo stampava in
Genova l’anno 1845 per il Casamara, che io ebbi a leggerne una
copia, che al presente ritrovasi nel Collegio di Finalborgo, le
aveva lette in un manoscritto, che si ritrova nella Libreria
Spinola in Voltri il cui nome è Discorso de rebus Italiae,
come anche un manoscritto conservato dal fu Cavaliere Nervi
Giuseppe, che dice queste precise parole: «Alpium Intimilium
magna civitas quae comprehendebat duo suburbio, et suburbium
occidentale erat presens Albintimilium, in quo habitabant illi
soli, qui rebus valebant militaribus. In Albintimilio erat
magnum templum Dianae dirutum», e questo tempio ancora si
vedeva prima del 1836, che venne del tutto distrutto allorquando
fecero la strada, che lo tagliava in mezzo, ed era di tre belle
navate, la grandezza del quale superava assai il Duomo di
Savona, come il scrivente lo ebbe a misurare, ed era composto
tutto di pietra scalpellinata, la facciata aveva benissimo degli
ornati, ma del tutto rovinati, la navata di mezzo era grandiosa
alta e meraviglia ornata d’un bellissimo cornicione, però il
volto era a terra, la navata di ponente era alta circa un uomo
del resto rovinata, la navata del levante era ancora quasi
intiera, ma però senza il volto, che fu del 645 circa abbruciato
dall’Empio Ariano Rotari, quale mise tutte le persone a ferro e
fuoco, anzi lo sterro in cui si leggeva la seguente iscrizione,
copiata dallo scrittore l’anno 1829 che rimaneva murata sovra la
porta del tempio medesimo.
Virginis templum
suhit insoletum / Nervios aris monet devolutos, / Ut procul
Sanctis adytis recedat / Turba prophana.
Dunque da quest’iscrizione si
viene a conoscere, che codesto Tempio fu la prima Cattedrale,
anche vi sono altri che ne fanno testimonianza come Discorso
de rebus Italie. E poi anche in un altro luogo viene la
presente che copiai io medesimo da un piccolo marmo, che il
medesimo tempio conteneva: Depositis Humili Secundi loco /
Sanctis Reliquis Nervia viderat, / Augustus voluit Virginis
reditus / Tandem pignora reddere. Dunque da queste due
lapidi a tutta ragione si conosce che la prima chiesa cattedrale
fu questo tempio, durando dal 90 circa sin alla distruzione
della vera Ventimiglia fatta dall’infame Rotari, in cui anche
furono depositate le reliquie di San Secondo ...». |