INTEMELIO
   ANDAMENTO DEMOGRAFICO

Fin dai primi anni dell’Era Volgare, si può azzardare che il territorio del Municipium intemelio fosse fornito di almeno quattromila schiavi, ora, questi facevano parte dei diecimila abitanti presenti, oppure, non frequentando il Teatro non vi venivano conteggiati.Sarebbe comunque del tutto plausibile che durante il Medioevo sia avvenuto un evidente calo demografico.
   
Si dovrà però giungere al XIV secolo per contare su un qualche rilevamento tramandatoci, come quello del censimento condotto da Roberto d’Angiò, nella propria Vicaria, che attribuiva a Vallecrosia 20 fuochi, 65 a Camporosso,  15 a Sopergo, 16 a Borghetto, 35 a Vallebona, 28 a Soldano e 17 a San Biagio; il che non condurrebbero però al computo totale Intemelio.

         Secolo XVI

        Agli inizi del XVI secolo, Agostino Giustiniani, negli Annali genovesi, per Ventimiglia rilevava come “la popolazione sua fu già molto maggiore di quel che è al presente”, assegnandogli seicento fuochi, mentre cinquecento li assegnava ai sobborghi ventimigliesi. Calcolando una media di cinque teste per fuoco si avrebbe un totale di 5700 abitanti per la comunità attorno a Ventimiglia. Lo stesso Giustiniani avrebbe attestato per Rocchetta 700 fuochi, mentre ne dava 500 a Pigna e 100 a Buggio; 200 a Dolceacqua e 250 a Saorgio; dati che, col criterio già citato, assegnerebbero un totale di 14.250 abitanti per la Zona Intemelia, esclusa la parte montana della Val Roia.
         
Nella seconda metà di quel secolo, lo stato di Ventimiglia era deprimente. Il fiume, deviato dall’incuria, non passava più sotto le mura, producendo terreni insalubri, mentre il ponte di legno che traversava la Roia era guasto. Case in rovina impedivano il transito per le strade, specialmente nel quartiere Lago, disabitato. Il terremoto, oltre a numerose case aveva provocato gravi danni alla chiesa di san Michele, che perse totalmente la navata nord, oltre a quella sud inagibile. La popolazione era ridotta a soli 600 fuochi in totale coi sobborghi, tanti quanti i 600 de La Briga e di Pigna, il Comune più popoloso della Val Nervia, e Taggia per la Valle Argentina, e non molti più di Tenda che ne contava 500 e Sospello coi suoi 700, mentre Triora ne contava 1.100; Ceriana 470, Apricale e Castelfranco 300, Dolceacqua 200, mentre La Penna, Isolabona, Bordighera e Monaco ne contavano appena 100; Breglio e Perinaldo 250, come Saorgio. La ripresa non fu immediata, ma l’avvento della Controriforma e l’inserimento della nobiltà locale nell’orbita genovese, portarono al risveglio dell’attività edilizia ed architettonica. Drammatici i problemi derivanti dal brigantaggio diffuso nelle campagne, dalla minaccia piratesca sempre incombente e dalle crescenti pressioni sabaude sul territorio.
 

             Fine Secolo XVI :

 
Ventimiglia : 3.000

Bordighera :    500

Monaco       :    500

Breglio        : 1.250

Saorgio       : 1.250

Sospello      : 3.500

Briga           : 3.000

Tenda         : 2.500

 

abitanti stimati

 
Dolceacqua   :  1.000

Isolabona     :     500

Apricale        :  1.500

Rocchetta     :  3.500

Perinaldo      :  1.500

Pigna            :  3.000

Castelfranco : 1.500

Buggio          :     500

 

 

 
Taggia         :     3.000

Ceriana      :     2.250

Triora         :     5.500

 

           La stima è costruita contando una media di cinque teste per ogni fuoco censito

 

      Una indicazione abbastanza credibile, assegnabile al periodo Romano, Tardo Imperiale, si è potuta estrapolare esaminando la capienza stimata nella edificazione del Teatro Romano di Nervia. Secondo gli esperti, al pieno delle sopraelevazioni lignée, intuibili dalla consistenza della parte litoide pervenutaci, quel Teatro sarebbe stato costruito a servizio di una popolazione attorno ai diecimila abitanti.
        
In quanto a numero di residenti, Albintimilium sarebbe dunque stata veramente l’Urbs Magna nominata da Strabone fin dal secondo secolo dell’Antichità;  bisognerebbe anche deter-minare sulla presenza degli schiavi.

Ventimiglia                 2.865

Sant’Agostino                494

Roverino e Trucco          169

Verrandi                        110

Bevera                           130

Varase                           100

Torri                              480

Calvo                             135

Brughé                 ┐

Abbi                      >      164

Serro                    ┘

Villatella               ┐

 Garagli                   >     145

Sant’Antonio       ┐

Carletti                >   165

Sealza                       121

Bastei                 ┐

Zanin                   >   100

Casette               ┘

Latte S.Bartolomeo       160

Ville                    ┐

Calandri              >    170

San Lorenzo       ┐

S.Bernardo/Boi   >   100

 

Seglia                       123

San Mauro           ┐

Peiragin                >  172

Canon                  ┘

Moretti/Caciairoi ┐

Carli                     |

Colla                     >  115

Auriverti               ┘

Ciotti                    ┐

Gina                      >  117

Grimalde                   300

 

VENTIMIGLIA  e  frazioni,  nel  1866,  per  un  totale  di  6.450  abitanti

 

        Evo moderno

       Il censimento del 1642, contava a Ventimiglia 2.532 abitanti, contro i 3.097 delle sue otto Ville. Il 22 maggio 1797, il Direttorio parigino erigeva in Genova la Repubblica Ligure, sorella di quella francese. Ventimiglia veniva eretta a capoluogo del Distretto della Roia, una delle ventotto giurisdizioni in cui era stata divisa la Repubblica Ligure.
      
Al distretto vennero assoggettati i comuni di Penna, Bevera, Airole, Soldano, San Biagio, Bordighera, Vallebona, Vallecrosia, Borghetto e Sasso, che vantavano una popolazione di 10.401 abitanti. Ospedaletti, Coldirodi e Baiardo facevano parte del Distretto delle Palme, con capoluogo San Remo.
        
Nel 1803, il comune di Ventimiglia contava poco più di 5.320 abitanti. Secondo i dati statistici, ai 3.870 abitanti del centro cittadino, andavano aggiunti i circa 1.100 di Penna ed i 350 di Bevera. In quel periodo San Remo contava 9.000 abitanti e Triora, in Alta Val Argentina, ne aveva circa 4.700. Nel 1830, la parrocchia Cattedrale contava 1.061 abitanti in più dal 1815. Cessata l’oppressione fiscale dello stato di guerra perpetua che caratterizzò gli anni dell’espansione francese, cessate le leve a cui molti giovani rispondevano con la fuga sui monti, aumentati i traffici col Piemonte, Ventimiglia riprese vita, la pace durava e il paese aveva di che sperare.
         
Il censimento del 1838 dava al comune di Ventimiglia 5.994, Nel 1845, ne dava 6.565, i nati “esposti” dell’anno furono tredici. Il censimento del  1849, contava 6.894 abitanti, per tutto il Comune, nel 1858, dava 6.655, che salirono a 6.945, nel 1862, con l’entrata nel Regno d’Italia.
          
Nel censimento italico del 1865, la popolazione della sola città di Ventimiglia contava 2.800 abitanti, ma colle sue molte borgate sparse per il suo vasto territorio ascendeva a 6.800. Airole contava 1.200 abitanti, Camporosso 1.660, Dolceacqua 1.200, Apricale 1.600, Isolabona 860, Pigna 3.240, Mentone 5.000. Avevano inizio fenomeni di spopolamento delle terre più interne, a vantaggio di emigrazioni, principalmente verso la Provenza.
          
Nel luglio del 1866, il Comune di Ventimiglia censiva 6.435 abitanti, dei quali 3.570 vivevano nei Sobborghi o nelle Frazioni, che in quell’anno erano in numero di trentaquattro, com’è circostanziato nella tabella che segue.

Nel 1881, Ventimiglia col sestiere di Sant’Agostino e con le frazioni di Roverino, Boi, Seglia San Lorenzo e Calandri contava 5.540 abitanti. Trucco e Verrandi 266, Torri 613, San Pancrazio, Calvo, Sant’Antonio e Villatella 628, Bevera e Varaxe 283, Latte Carletti, Zanin, Casette e Sant’Andrea 357, Sealza e Sgorra 289, Mortola inferiore 269, Mortola superiore 262, Grimaldi e case sparse 373, per un totale di 8.880 presenze. Dal 1838, la città era cresciuta di 2.886 abitanti.
         
Nel segnalare i dati statistici sulla città nel 1892, lo Strafforello indicando gli abitanti in 8.900, rilevava che l’olivicoltura era in crisi, per la concorrenza pugliese. Esisteva solo un porto di seconda categoria, quarta classe; le industrie erano tutte familiari, salvo una conceria, una cava ed una segheria a vapore; mentre non era stampato nessun giornale.
        
Il 26 luglio del 1908, le elezioni amministrative erano state indette aumentando il numero dei consiglieri eleggibili a trenta, in considerazione dell’ingente incremento demografico. La popolazione era giunta a 15.000 abitanti.
         
Nel 1911, i trasferimenti degli Uffici e dei principali servizi dalla città alta al Cuventu, davano il segno dell’avvenuto trasferimento del centro cittadino. Negli anni seguenti si trasferirà la Pretura e la sede del Municipio, attualizzando la situazione. Il centro storico restava attivo e vivace fino alla seconda prima mondiale, poi abbastanza repentinamente si degraderà.
      
Dal 30 novembre 1944, diradando le cannonate, i cittadini di preparavano allo sfollamento, previsto in provincia di Alessandria. La città era ridotta a 9.000 abitanti. I generi alimentari si trovavano solo al mercato nero. Pochissimi i negozi aperti per poche ore al giorno. I principali uffici del municipio e delle poste erano stati trasferiti negli scantinati del Palazzo Azaretti. Nei giorni appresso si seppe che neppure Alessandria ed Acqui accetteranno gli sfollati ventimigliesi. Il 19 dicembre, in Ventimiglia rimanevano 4.000 abitanti.
        
A cominciare dal secondo dopoguerra, il centro storico venne sistematicamente abitato da famiglie, immigrate dal sud Italia, in condizioni di precarietà. Negli Anni Sessanta, gli abitanti d’origine locale preferirono “scendere al Cuventu”, non permettendo cosi l’integrazione dei nuovi abitanti. Nei primi Anni Ottanta, il corposo trasferimento di numerosi nuclei famigliari a rischio, nelle case popolari di Roverino, seguito dal forzato risanamento dei locali inidonei tra i carrugi e dal fenomeno dell’immigrazione di rientro, hanno permesso un sostanziale ricupero della vivibilità nel centro storico.
        
Col censimento dell’ottobre 1991, il Comune di Ventimiglia era abitato da circa 26.000 unità, mentre il bacino intemelio, in territorio italiano, ne contava circa 59.000, segnalando un lento, ma inesorabile, invecchiamento della popolazione, dovuto al calo delle nascite.
         Lo spopolamento delle Vallate, a vantaggio dei centri costieri ha iniziato a verificarsi negli anni Cinquanta, poi, alcuni paesi di media valle hanno cominciato ad incrementare, o quanto meno a stabilizzarsi, mentre i villaggi di alta e media montagna continuano nel decrescere.
 

    CENSIMENTI NELLA ZONA INTEMELIA ITALIANA

COMUNI                       1891       1961      1971      1981      1991

 

Airole                           1.705          542         464        522        553

Olivetta S.Michele        1.558          462         334        305        315

Val Roia                      3 263        1.004         798        827        868

 

Apricale                       2.103          887         680        519        485

Camporosso                 1.526        2.921      3.676     4.434     4.466

Castelvittorio               1.627           891        679        574        534

Dolceacqua                  2.338        1.937     1.777     1.846      1.944

Isolabona                     1.171           761        653        639        645

Pigna                           3.421        2.000     1.699     1.240      1.174

Rocchetta N.                   783          444        349        284         264

Val Nervia                  12.969       9.842     9.513     9.526      9.512

 

Perinaldo                     2.022       1.202      1.079        894        890

S.Biagio d. Cima             966          816         808        832        896

Seborga                          339          247         277        267        315

Soldano                          528          636         581        619        661

Vallebona                    1.000          754         769        788        818

Valli Levante              4.855       3.655      3.514      3.400     3.580

 

Bordighera                   3.026      11.252    11.654    11.896   11.594

Vallecrosia                      754       3.677      7.406      7.819     7.807

Ventimiglia                  8.880      22.778    25.801    26.373   25.924

Litorale                     12.660      37.707    44.861    46.088   45.325

Zona Intemelia          33.704    52.208   57.686   59.841  59.285

 

Contando su rilevamenti plausibili, è possibile valutare la consistenza demografica approssimativa nella Zona Intemelia, nel corso dei secoli. A causa della mancanza di dati effettivamente rilevati, certamente dispersi, dall’Antichità a tutto il Medioevo compreso, calcolare il numero di abitanti per una zona, anche omogenea, può basarsi soltanto a stime legate alla casualità dei rilievi territoriali. 

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 rivista il: 12 novembre 2013
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