Civitas quondam ingens
NOTE:
1) Hieronymus De Marinis, Genua sive
dominii, gubernationis, potentiæ, dignitatis, Serenissimæ Reipublicæ
Genuensis compendiaria descriptio, Genuæ, MDCLXVI, p. 31.
2) Girolamo Rossi, Storia della Città di
Ventimiglia, Oneglia, 1886, pp. 335, 336.
3) Ibidem, pp. 348, 349.
LA VOCE INTEMELIA
anno XXXV n. 7 - luglio 1980
Girolamo De Marini, trattando nel 1666 delle Riviere liguri, ebbe a
dire della nostra città:1
“Tandem Liguria ab occasii Solis claudit Vintimilium. Sedes
Episcopalis, habitatores habens paacos, sed diuites agri fæcunditate:
Civitas quondam ingens”; il che, in termini italiani, suona più o
meno: «Infine ad occidente chiude la Liguria Ventimiglia, sede
vescovile, con pochi abitanti, ma ricchi per la fertilità della
campagna: città un tempo importante”. (il discorso si conclude con la
famosa leggenda di Sant’Antonio abate, che si voleva originario di
Ventimiglia, e di cui la nostra città avrebbe conservato per secoli la
culla).
Rattrista un po’ il vedere che già 314 anni fa la grandezza di
Ventimiglia era solo più un ricordo (quondam ingens). In compenso
le altre caratteristiche sono mutate: la sede vescovile è a metà con
Sanremo, gli abitanti sono molti (troppi ?), le campagne potrebbero
ancora essere feconde se non fossero in buona parte costruite e
abbandonate.
L’evoluzione in peggio è stata peraltro ininterrotta e costante se
dobbiamo dar retta alla testimonianza intermedia di un altro Gerolamo,
il Rossi, che nel 1886, tentando un bilancio tra perdite e guadagni,
venne a scrivere:2
“Ventimiglia ... non è più che residenza di una pretura; ed ha
cessato pur anco dal 1860 di dar nome ad un collegio elettorale proprio
... non ritiene più, dopo la distruzione delle sue fortezze, che un
presidio militare, allogato nella caserma dell’Annunziata - Ha acquisito
per altro il non piccolo beneficio di esser sede di una stazione
internazionale, di una direzione ed ispezione di dogane, di una
direzione di ginnasio e di poste, di una ispezione di pubblica
sicurezza, conserva gli antichi uffici di ricevitoria del registro e di
agenzia delle imposte dirette, di magazziniere delle privative e del
telegrafo, ed è pur sede di una società mandamentale del tiro a segno
nazionale, di un sotto comitato dei veterani delle patrie battaglie, non
che dei vice consolati di Francia, Spagna, Portogallo, Monaco, Perù e
Danimarca”.
Da quegli anni a noi, come ognuno può vedere, si sono ridotti ancora i
vantaggi enumerati dal buon Rossi, che fu pessimo profeta quando
scrisse:3
“Gli è indubitato che un prospero avvenire è serbato al nostro paese
...; né sarà certo millanteria lo sperare, che risorgendola città nostra
... dal miserando torpore in cui per lungo tempo è giaciuta,
... ricordando come dessa fu già Capitale della potente tribù dei liguri
Intemelii, quindi Municipio e Colonia romana, e Capo luogo d’una estesa
diocesi: che fu sede di un Ducato sotto i Longobardi, di un Contado
sotto i Carolingi, d’una Vicaria sotto gli Angioini e Capoluogo del
distretto del Roja sotto la Repubblica ligure, verrà dessa ricollocata a
capo di quel distretto politico amministrativo, che la sua posizione
geografica e le sue tradizioni le hanno sempre assegnato, e cui perciò
ha diritto”.
di Andrea CAPANO - 1980