NOTE:
1) La fuga di Ruffini dalla Liguria
ispirò a Filippo Rostan l’atto unico “Versu l’esigliu, o dunca Ruffini a
Ventemiglia”, pubblicato nel primo libro della Barma Grande. Antulugia
Iniemelia, (Ventimiglia, 1932, pp. 35-52). Sul colle di Siestro, sopra
Ventimiglia, esiste ancora la casatorre ove il patriota si rifugiò.
2) Renzo Villa, in “Erbe de ‘sti ani”, La
Voce Intemelia, agosto - settembre 1977, p. 3), riferisce che a La
Mortola si usavano, con lo stesso scopo, mazzi di céppita (Inula viscosa
Ait.).
3) Le ricerche di Giovanni Soleri e di
Edward Neill (concretizzate ora nell’interessante disco Tradizioni
popolari dell’imperiese) hanno messo in luce come la Liguria occidentale
possieda moduli di canto suoi propri, assai diversi da quelli genovesi.
LA
VOCE INTEMELIA anno XXXVI - n° 10 - ottobre1981
Nella ricorrenza del primo centenario della morte di
Giovanni Ruffini (1807-1881), il fiorire di manifestazioni commemorative
ha dato, e certamente darà ancora, ad altri di noi più competenti
l’occasione di illustrare la vita, la figura e l’opera di questo
patriota mazziniano originario di Taggia, che, condannato a morte in
contumacia nel 1833, per aver congiurato contro il re Carlo Felice,
fuggì in Svizzera e poi in Francia,1
fu quindi deputato per il collegio di Taggia nel 1848, nuovamente esule
in Inghilterra dopo il 1849, e scrisse diverse opere in inglese
(“Lorenzo Benoni”, romanzo autobiografico del 1853; “Il dottor Antonio”,
del 1855, in cui rivive la figura del fratello Jacopo, suicida in
carcere nel ‘33 per non tradire la causa mazziniana; “Un angolo
tranquillo nel Giura”, e, in italiano, il libretto del “Don Pasquale” di
Donizetti, del 1842).
In questa sede, a noi interessa
solamente segnalare la notevole serie di informazioni sull’aspetto, la
vita e le tradizioni della nostra terra nel secolo scorso; informazioni
offerte qua e là dalle pagine del romanzo “Il dottor Antonio”,
ambientato per la maggior parte a Bordighera, e che narra, con i moduli
tipici del romanticismo minore, ma non senza una certa finezza, la
storia dell’infelice amore fra il dottor Antonio, siciliano, e l’inglesina
Lucy.
Alle pp. 175 e segg. dell’edizione Salani 1980 (che è quella
costantemente seguita nel presente scritto) Giovanni Ruffini ci da una
commovente e precisa descrizione della costa a oriente di Bordighera,
accennando ai pescatori che portavano sciarpe e berretto rosso, e
tiravano le reti accompagnando ogni stratta con un canto lamentoso. La
costa a occidente, fino ad Antibes, è invece descritta alle pp. 226/27.
La p. 190 ci informa sul carattere mite e austero degli
abitanti, specificando che nella provincia di San Remo a memoria d’uomo
non fu mai commesso un omicidio (il che, dopo le esperienze degli ultimi
decenni, pare quasi un sogno !).
La p. 200 ci illustra un singolare sistema per allontanare
le mosche: appendere nelle stanze mazzi di Erogena (Erigeron viscosum)
bagnati nel latte.2
Dieci pagine più avanti, si parla di certe villanelle a tre
voci, un po’ sul genere della serenata del “Don Pasquale” (che Ruffini
doveva conoscere assai bene !), canti popolari della riviera, la cui
melodia era successivamente ripresa da ciascuna delle voci, col solo
accompagnamento di poche note sincopate delle altre due.3
Alla p. 220 inizia una “lezione” sulle confraternite
religiose, di cui si citano, per Bordighera, quelle dei rossi, dei
bianchi e dei neri.
Le acconciature sul capo degli uomini (una specie di tasca
rossa listata di scuro) e delle donne (un fazzoletto colorato) vengono
descritte a p. 229, mentre alle pp. 231 e segg. si fa relazione dei
famosi ed eroicomici combattimenti fra le navi inglesi e la batteria
costiera di Bordighera, avvenuti nel 1812.
A p. 248 troviamo alcuni cenni sulla coltivazione degli
ulivi, piuttosto scarni in verità, ma pur sempre in grado di interessare
gli stranieri (non va dimenticato che “Il dottor Antonio” era destinato
in primo luogo al pubblico inglese).
L’eccezionale onestà degli abitanti di Taggia è illustrata, a p. 251,
dal loro curioso sistema di commercio, consistente nel lasciare, in un
piatto fuori dalla porta di casa, generi agricoli in vendita, che
l’eventuale compratore prelevava, mettendo al loro posto la somma
corrispondente.
A p. 257 infine, ha inizio la lunga e particolareggiata
relazione sulle tradizioni legate al Santuario della Madonna di
Lampedusa, sopra Castellaro.
L’indole della popolazione, il suo modo di vestire, di
lavorare, di cantare, il suo spirito religioso, appaiono dunque qua e là
in ampi squarci, facendo da sottofondo a tutta la vicenda del romanzo, e
sono in grado di fornire ancora oggi, agli interessati a queste cose,
spunti per ricerche più approfondite, anche a ritroso nel tempo, sulla
realtà etnografica della nostra zona.
OSTERIA DEL MATTONE
In un
bello e
splendido
giorno di
aprile del
1840, una
elegante
carrozza da
viaggio
tirata da quattro
cavalli di
posta
correva di
pien
galoppo nella
strada della
Cornice,
famosa fra gli
eleganti
giramondo:
strada, come ognun
sa, che
percorre da
Genova a
Nizza tutta la
riviera di
ponente.
Poche
strade più
belle di questa
sono in
Europa; - e poche
certamente, come questa, riuniscono in
sé tre
condizioni di
bellezza
naturale: il
Mediterraneo da un
lato, dall'altro
gli Appennini, e di sopra il
puro
cielo d'Italia.
o o o o o o
Nel
punto che
voltavano,
lasciando la
strada
maestra,
giù per una
larga traversa
in
direzione
della
spiaggia, e
passavano un
porta a
sinistra su
cui stava
attaccato un
ramo di
pino, erano
entrati in un
giardino nel
quale stava la
casa
color
mattone. La
lettiga
portata su per
una
scala
esterna, e per
una
sala
larga ed una
piccola,
entrava poi in
una
cameruccia ove
Lucy e le
materasse erano
deposte sopra
un
letto.
o o o o o o
«Le
nude
mura e la
mancanza di
mobili vi
fanno
cattiva
impressione,
lo
vedo,»
seguitò il
Dottore; «cercheremo
presto di
render la
camera un po'
più
appariscente.
Volete che vi
presenti
Rosa, la
padrona di
casa, e sua
figlia
Speranza
?
Ambedue
desiderano
rendersi
utili, e le
farete contentissime accettandone i
servigi».
Lucy fece
cenno del
capo alle
donne a lei
indicate, che stavano alla
porta;
donna
avanzata
l'una, l'altra
pallida
giovinetta
dagli
occhi
neri.
o o o o o o
Le quattro
camere che
formano questo
piano, le
sole decenti
della
casa, sono
tutte
prese a vostro
uso; questa
per voi, l'attigua
per la vostra
cameriera; e
dall'altro
lato della
sala d'ingresso,
o
anticamera,
per la quale venimmo, una
camera da
letto per
vostro
padre. Il
vostro
servo avrà una
camera
disotto.