FUTURO DI BATTAGLIE
Articoli “VOCE” che suggerirebbero pareri ad una “festa” in disagio
2009
A QUANDO IL RILANCIO
DELLA “BATTAGLIA”
L.M.
Con il varo dell’Ente Battaglia dei Fiori, c’era da sperare in una scossa, nell’allestimento del potenziale evento ventimigliese, viceversa, il “Comitato” è saltato a pie pari nell’Ente, portandosi appresso la usuale tenuità.
La filosofia che lo dovrebbe ispirare, non può limitarsi al fatto di come resti necessario far sopravvivere l’annosa tradizione, per evitare che non vada perduta. Questa situazione d’emergenza deve in qualche modo interrompersi, nell’eventualità, considerato che decurta il pubblico bilancio di un gran bel gruzzoletto. Quindi deve contare su un rilancio alla grande.
Il successo di pubblico non può limitarsi alla presenza dei poco più di diecimila spettatori la sera di sabato 20 ed i quasi diecimila di domenica 21 giugno. Nel passato, questo evento è stato avvezzo a cifre di presenza ben più alte e assolutamente percepibili. L’arrivo dei pullman di spettatori superava notevolmente l’attuale quindicina; durante la mattinata, la Stazione Ferroviaria vomitava per ore fiumane di spettatori, allora paganti. Persino i pochi alberghi che esistevano, ospitavano potenziali partecipanti.
Però, nei mesi precedenti, la campagna pubblicitaria interessava tutta la Costa Ligure ed il Basso Piemonte, per il lato italiano, mentre curava particolarmente il lancio verso la Costa Azzurra, persino con l’invio di opportune carovane pubblicitarie. Oggi, a parte la presenza ad una Fiera, non abbiamo notato nulla, a riferimento, già poco oltre Vallecrosia, Trucco o Ponte San Ludovico. Inoltre, quest’anno, si attendeva l’aumento significativo dei soggetti partecipanti al concorso, ma invano. Si può notare il risveglio dello spirito carristico in un paio di Compagnie, mentre le più cercano di barcamenarsi, con l’intento di salvaguardare la gestibilità del capannone durante tutto l’anno, specie d’inverno, quando ci si propone mercenari per il redditizio Sanremo.
LA VOCE INTEMELIA anno LXIV n° 7 - luglio 2009 - pag. 2
2011
Occorre rigenerare la Pugna
di Luigino Maccario
Se la Battaglia dei Fiori può augurarsi un futuro, questo passa dall’anteprima in notturna del sabato. La kermesse tardo serale in riva al mare si è ritagliata una concreta affermazione: la sera si esce più volentieri, si vedono i carri e poi è “Notte Bianca”, come seguito di buon livello. Sono senza dubbio i concittadini che approfittano di quel corso fiorito, gli stessi che nel giorno di domenica preferiscono andare in spiaggia piuttosto che partecipare ad una sana tenzone a colpi di fiori.
Nella pluridecennale competizione còte-rivierasca, l’evoluzione del nostro “Corso Fiorito” ha saputo riservarsi, per la sagra della domenica, una “Battaglia” a colpi di fiori; formidabile peculiarità che pare non riesca più a ad attrarre il pubblico, specie quello giovanile locale, non coinvolto, o meglio, attratto esclusivamente dalla “Notte Bianca” .
Se la sfilata della sera rappresenta dunque un “Corso Fiorito”, la distribuzione gratuita di fiori potrebbe risultare eccessiva. Quella sera, distribuire proiettili floricoli non rappresenta granché, nell’economia della festa.
Considerata l’opportunità della vetrina serale già definita, la “Battaglia” della domenica, dopo un “giro” di presentazione, più dinamico e meno oleografico di come avviene ora, dovrebbe trascinare i presenti alla “pugna floreale”, ma soltanto ed esclusivamente floreale, con l’uso di tutte le qualità di fiori possibili ed immaginabili; ma soltanto fiori.
Da quando il garofano è in produzione su altri territori, non più sul nostro, quello dovrebbe servirci soltanto nella realizzazione del nostro peculiare infiorare a mosaico, non siamo più tenuti a pubblicizzarlo; quindi sfruttiamolo dove serve, sostituendolo dove può essere sostituito, tanto più nel “gettito”, dove il gambo che regge le corolle da “gettare” o distribuire non dovrebbe superare il palmo, ponendo fine all’attuale infausta moda dell’accaparramento.
La data di metà giugno, così propensa ad essere messa in forse da elezioni e performance estive nazionali, ha avuto senso fino agli Anni Sessanta, quando la seconda fioritura locale del garofano metteva a disposizione materia prima a prezzo vantaggioso. Oggi, qualunque periodo dell’anno mantiene i costi al medesimo livello, quindi; ad esempio, fine aprile potrebbe essere meno calda e meno a rischio, per essere fissata onde agevolare la pubblicità di continuità. La collocazione primaverile, viste le ridotte ore di luce, renderebbe dunque coerente lo svolgimento tardo-mattutino, altrimenti impropriamente introdotto.
LA VOCE INTEMELIA anno LXVI n° 7 - luglio 2011 - pag. 1
2011
LA NOSTRA BATTAGLIA
Osservo, avvolto in una coltre di pensieri garbati, un bellissimo gesto altrettanto garbato che considero conclusivo della nostra splendida Battaglia di Fiori. Una persona offre con gentilezza una orchidea alla presentatrice Mara Cilli, già ... coperta di fiori lanciati dagli indomiti battaglieri. Aria di grande gioia si eleva dalla moltitudine di partecipanti che si avvia sulla via del ritorno con le braccia colme dei nostri fiori, lanciati e offerti dai partecipanti alla sfilata dei carri e dai tanti figuranti, grandi e piccini, assieme ad un messaggio di pace e di allegria. Abbraccio il maggior responsabile Bruno Manera, raggiante e circondato da un mare d’affetto e di riconoscenza, che ha voluto caricarsi di un impegno sovrumano fatto di passione e competenza - cume semu andai ? - è la domanda che mi pone con garbo.
Caro Bruno. Cari tutti ... siete stati magnifici dal primo all’ultimo carrista, alla marea di persona che rende la nostra Battaglia qualcosa di straordinariamente unico, impegnando mesi e mesi di passione partecipata, rimettendoci tempo e denaro. Per cui, a ragione, la nostra Battaglia è stata definita “il più bello spettacolo del mondo”. Ed è per questa unicità che mi sento indotto ad una riflessione e ad una proposta. Il ricordo si invola ad un vecchio poster che ci mostra un bimbetto mentre infila un garofano nella canna del fucile di un soldato portoghese. Si trattava della rivoluzione incruenta nella capitale Lisbona. Propongo che la nostra città colga quel messaggio floricolo e che la proponga in avvenire per far divenire Ventimiglia messaggera di pace universale. Mi piace talmente questa idea che la sottopongo a tutti quelli che la amano e che invito far lavorare la fantasia in questa direzione. Chissà che qualche governante o poeta (il mondo ne ha così tanto bisogno) voglia farla propria, e che la nostra Ventimiglia divenga, oltreché città dei fiori, anche città della pace.
S.C.
LA VOCE INTEMELIA anno LXVI n° 7 - luglio 2011 - pag. 10