E CANSUN D'A LEVA
I canti che i coscritti potevano liberamente esternare nelle giornate in cui passavano la visita medico-attitudinale di Leva.
I coscritti, ossia i giovani iscritti alla Leva Militare che erano chiamati al servizio, nel periodo iniziale del secolo, si recavano alla visita medica nel Capoluogo di circondario ed a quei tempi era usanza "tirà u nümeru", numero che se fortunato, permetteva a qualcuno l’esonero dal servizio militare per restare a dar una mano in casa.(*)
Ancora negli anni precedenti il 1968, nei nostri paesi era usanza la sfilata dei coscritti, che ora sopravvive nei piccoli centri rurali di Piemonte, Lombardia e Veneto (forse neppure più li).
La negata visita ai "templi" serrati dalla senatrice Merlin e la coscienza antimilitarista maturata con i moti studenteschi hanno fatto cessare, presso i nostri reclutandi, questa tradizione, ma i canti e le canzonacce dei coscritti sono ancora ben presenti nelle memorie dei ventenni d’allora.
È nostro dovere riportare in queste pagine quei documenti che per annosità o per significato non scendano nel gratuitamente scurrile, consci del fatto che questi ultimi trovano propagazione da se medesimi, nel corso di gite o rimpatriate numerose.
«A leva d’u (decina della classe)
a l’è ina rama ruta
e gai a chi la tuca
e gai a chi la tuca
a leva d’u ......
a l’è ina rama ruta
e gai a chi la tuca
chi la tuca la pagherà».
«Duman matin
se me zira u belin
me vendu l’ase, me vendu l’ase
duman matin
se me zira u belin
me vendu l’ase e vagu au casin».
«Duman matin, pe’ culassiun
pagnote e mussa, pagnote e mussa
duman matin, pe’ culassiun
pagnote e mussa e zambaiun».
Emilio Azaretti nella prefazione del canzoniere "Cansun ventemigliuse" ci tramanda queste:
«Ghe vagu mì
ti ghe vai tü
gh’andamu tüti - gh’andamu tüti
ghe vagu mì
ti ghe vai tü
gh’andamu tüti a mustraghe u cü.
I ciü veci i ghe sun andaiti
nuiautri gh’anderemu
anderemu a Sanremu
a fagheřu in po’ ve’».
«Candu òn vistu u manifestu
ch’u cimava a nostra leva
me sun ditu: trondenun !
ma ‘sta chi a nu’ ghe vuxeva
pöi òn pensau che l’eira megliu
de nu’ fasse de ciacrin
e sun andaitu a cunsulame
cun in bon gotu de vin».
Sarebbe necessario che i signori maschi, che abbiano vissuto attivamente la loro coscrizione; oggi, non più molto giovani, adoperando il metro da noi usato, ci volessero segnalare alcune di queste chicche dei loro tempi, o riferirci sulle usanze dei giorni di "Leva".
L. M.
(*) Si trattava di estrarre un numero che fosse superiore a quello estratto in precedenza dal Distretto.
LA VOCE INTEMELIA Anno XLI n.3 - marzo 1990
La Classe che oscurò il Sole
Le fotografie che illustrano questo articolo, sono state scattate mercoledì 15 febbraio 1961, all'uscita della visita medico-attitudinale della Classe 1941, in Ventimiglia, svoltasi nei locali del Mercato dei Fiori.
Quel giorno, un evento inusuale oscurò il cielo sopra la nostra città, si trattava dell'ultimo eclisse totale-circolare di Sole, visto in Italia. I coscritti lo hanno interpretato come auspicio; quindi si sono recati in corteo, prima per le vie cittadine, poi a Sanremo, come avrebbero fatto le generazioni passate, che in quel luogo andavano a passare la visita, tirando il numero.
Alle mete usuali del corteo è però mancata la rituale visita alla "Villa Azurra", che fino ad allora l'età minorile non aveva ancora concesso; infatti, questa Classe di Leva è stata la prima "colpita" dalla "Legge Merlin", quindi il corteo dei coscritti si trasformò in una sorte di funerale alle "case chiuse", con tanto di lapide commemorativa e corona d'alloro.
Vennero raggiunti tutti i bordelli dell'estremo Ponente, inscenando sotto le persiane, ormai spalancate, una sorta di guazzabuglio, puntualmente concesso, esternando con energia tutti i Canti da Coscritto conosciuti.
Qui sopra, le fotografie in bianco e nero non rendono giustizia all'abbigliamento dei coscritti, che fino agli Anni Sessanta era acquistabile in merceria. Consisteva in una parure in tessuto sgargiante e coloratissimo nel tricolore nazionale, formata da copricapo a busta di foggia militare, con nappina ballonzolante sulla fronte; un fazzoletto da collo, con nappina sul retro e fazzoletto da taschino.