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VENTIMIGLIA

 

ARCHEOLOGIA

I N T E M E L I A

 

  

Scavi di Albintimilium

 

      Alla fine dell’ultimo decennio del 1800, nell’area archeologica di Nervia, sono iniziati gli scavi che hanno portato alla luce il teatro, le terme e le insule di Albintimilium, conosciute oggi come Città Nervina.

       Negli Anni Trenta, hanno interessato anche quella zona le proficue attività di ricerca dal grande archeologo ligure Nino Lamboglia, fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, al cui instancabile lavoro si deve la riscoperta di buona parte della antica Città Nervina.

     Ripresi nel 2002, nella parte settentrionale oltre la ferrovia,  gli scavi hanno ritrovato una consistente parte della cinta muraria e la parte terminale di un cardine, proveniente da sud, verso una porta urbica di probabile collegamento con la retrostante Val Nervia. La zona si trova alle falde della Collasgarba, altura dove si ergevano le abitazioni della città preromana degli Intemeli. Quel territorio contiene il terminale dell’acquedotto che portava l’acqua in città, oltre ad aprirsi verso sedi di possedimenti agricoli e di agglomerati suburbani.

      Dal 2002, nell’autunno di ogni anno, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria, conduce una campagna di scavo, condotta sul campo dalla dottoressa Daniela Gandolfi. Queste attente escavazioni, nel tempo, hanno individuato anche una necropoli di età tardo antica con tombe di diversa tipologia, in anfora, alla cappuccina, in cassa litica o laterizi, in orientamento est-ovest, che presentano ciascuna i resti di almeno due individui, del V-VI secolo.

      In anni più recenti, quelle indagini archeologiche, sollecitate dal dottor Luigi Gambaro, Direttore dell’area archeologica di Albintimilium, possono contare su una squadra di valenti collaboratori della dott.ssa Gandolfi, quali Lorenzo Ansaldo, ricercatore dell’Istituto, Viviana Pettirossi, dottoranda presso l’Università “Tor Vergata” di Roma, e vi prendono parte numerosi studenti provenienti dalle principali università italiane. Particolare attenzione viene conferita al laboratorio per la classificazione, inventariazione e studio dei reperti recuperati dallo scavo, che sono illustrate al pubblico con tempestività, prima che di ricoprire temporaneamente l’area di scavo per esigenze di conservazione.

        “Nell’area delle mura settentrionali, negli ultimi anni e, in particolare quest’anno, è venuta alla luce una inaspettata area di necropoli: un cimitero di epoca tardo antica che contiene, oltre a diverse sepolture in terra o in anfore, dieci sepolture dentro sarcofaghi litici. Si tratta di un rinvenimento eccezionale, che ci racconta che questa zona non era assolutamente marginale nella città, ma al contrario doveva essere una zona molto importante, forse anche come luogo di culto, e sicuramente come spazio funerario per la memoria dei defunti".

      Di recente l’area archeologica di Nervia è gestita dal Polo Museale della Liguria, che ha portato a termine il restauro del teatro romano e rende opportunamente visitabile l’area e l’antiquarium, diligentemente sostenuto dai tecnici e dai funzionari del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, delineati nella Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria.

 

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 Ai Balzi Rossi

 

 

SCAVI nel RIPARO BOLDRINI

 

      Lasciati in sospeso nel 2005, nell’estate del 2015 sono ripresi gli scavi archeologici nel Riparo Boldrini, ai Balzi Rossi di Grimaldi. Campagna di scavo diretta da Fabio Negrino dell’Università di Genova e da Julien Riel-Salvatore dell’Università di Montreal.

     I ricercatori, docenti e studenti delle due università, sono stati ospitati presso il Centro “Nino Lamboglia” dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, a Bordighera, punto di riferimento ormai storico per gli archeologi che agiscono nel Ponente Ligure.

      L’indagine ha portato avanti lo scavo di parecchi livelli che hanno dato reperti risalenti a 40.000 anni fa circa e riferibili ai primi Homo Sapiens, che si possono definire “uomini anatomicamente moderni” che abbiano colonizzato il nostro territorio.

     Sono venuti alla luce numerosi manufatti in selce, realizzati in materiali provenienti anche da notevoli distanze, anche di 300 km, evidenziando scambi a lungo raggio. Sono comparsi anche strumenti in osso, conchiglie forate impiegate quali ornamenti, ocra rossa e resti di animali cacciati.

     Questo scavo si inserisce in un progetto di più ampio respiro sostenuto dalla Soprintendenza Archeologia e dal nuovo Polo Museale della Liguria. Il progetto è certamente finalizzato al potenziamento delle ricerche scientifiche, in atto ai Balzi Rossi; ma dovrebbe anche valorizzare la stessa struttura museale del luogo con l’annesso percorso archeologico e il relativo contesto ambientale, meritevoli di un rilancio internazionale, trattandosi di uno dei siti preistorici più importanti al mondo.

      Da questo scavo, nel 1976, è apparso un incisivo da latte di Homo Sapiens, che a tutt’oggi rappresenta uno dei pochi resti umani trovati in associazione con aspetti culturali del Paleolitico superiore iniziale europeo. Coi nuovi scavi si dovrebbero scoprire livelli del Pleistocene superiore contenenti evidenze del Paleolitico medio e del Paleolitico superiore antico relative a quella cruciale fase storica che vide la scomparsa degli ultimi neandertaliani e la diffusione in Europa, attorno ai 45.000 anni da oggi, della nostra specie.

  

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Piana di Latte – Villa Eva

 

FONDAMENTA ALTOMEDIEVALI

 

         Sulla Piana di Latte, nel parco che contorna “Villa Eva”, sull’angolo Nord-Ovest dell’elegante edificio, incassato nel terreno, appare uno sterro di fondamenta, almeno altomedievali, che lasciano pensare ad un fabbricato di servizio o una locanda, per la Stazione di Posta, che fa intravedere altre fondamenta al disotto dei muri ottocenteschi che affiancano la Via Iulia Augusta, nelle vicinanze di Villa Massa, oggi Holiday Beach.

 

 

 

 

RITROVAMENTI del PASSATO

 

 

 

 

nervia.beniculturali.it

 

  

 

"ARCHEOLOGIA" in VAL NERVIA