CANTUI del PASSATO
RIVA SINISTRA
della ROIA
La monumentalità del paesaggio manifestato dall'urbanistica della Città Alta, ha sedotto i vedutisti di tutti i tempi, che ci hanno tramandato bellissimi scorci sulle ultime propaggini della “Riva Destra della Roia”, in ogni orientamento possibile e immaginabile.
Della “Riva Sinistra” conserviamo invece poche inquadrature, quasi tutte riguardanti precisi e limitati punti di rilievo, o panorami molto estesi che non ci permettono di estrarre i dettagli, per meglio definire la zona nel tempo.
Anche dei cambiamenti urbanistici più recenti non abbiamo saputo conservare degnamente immagini del passato, atte alla memoria dell’esistente; oppure le abbiamo dimenticate in qualche angolo recondito dal quale non sappiamo più estrarle.
Uno degli scorci totalmente cambiati, del quale non circolano immagine dell’esistente, è l’imbocco da sinistra del “Ponte sulla Roia”, quello che abbiamo chiamato “Largo Torino”. Quello che è sempre stato l’imbocco Sud di Via Tenda, completamente sovvertito dalla rotatoria con fontana, schiacciato dalla mole del “dinosauro” e corrotto dall’abbondanza accessoria del secondo ponte.
Fino al 1972, su quel territorio ha dominato la palazzina del “dazio”, che vantava sul suo lato di Nord-Est la possente dotazione della “pesa pubblica”, un pianale metallico che poteva sopportare persino grandi mezzi di trasporto. Poteva pesarli e quindi, dedotta la tara, che ogni mezzo aveva indicata ufficialmente, valutare la portata del carico contenuto, al milligrammo.
A Nord del Dazio, lungo una Via Tenda alberata, l’A.N.A.S. aveva costruita la “Casa Cantoniera”, la numero uno della Strada Statale 20, dipinta di quel caratteristico rosso scuro contornato da cornici gialle. Vi abitavano i cantonieri, che erano addetti a mantenere in ordine la strada e gli accessori di questa.
Già prima della Seconda Guerra Mondiale, la Fiera di Primavera che si teneva alla Marina San Giuseppe, nelle celebrazioni del santo, era stata spostata proprio all’inizio di Via Tenda. Era rinomata per la presenza di molto bestiame, in specie muli e cavalli, che ancora trovavano un florido mercato in zona; non mancava però il bestiame minuto.
La strada d'argine è il risultato delle bonifiche iniziate nel 1860. Oggi è conosciuta come LungoRoia G. Rossi.
Nel 1894 la Passerella in ferro è al suo posto. La vediamo nel'angolo di destra, appoggiata all'argine.
Da lì, verso Nord-Est, si diparte il tracciato di Corso Principe Amedeo, che diverrà Corso della Repubblica.
Nel dopoguerra, il tracciato che vediamo iniziare sulla sinistra sarà intitolato Via Martiri della Libertà,
giungerà in quella che sarà Piazza XX Settembre, attraversando il Mercato coperto e oggi l'isola pedonale.
EDIFICAZIONE dei PASCHEI
Il sito dei Paschei, che vediamo ancora spoglio di caseggiati; acquistato da Hanbury nel 1868, risulta oggi contenuto dalle strade cittadine: via Aprosio, via Bligny, lungoRoia G. Rossi, via Milite Ignoto, via G. Matteotti, via Roma, via Ruffini nord. L’acquisto Hanbury comprendeva i terreni oggi contenuti nelle strade: corso Repubblica, lungoRoia G. Rossi, via Milite Ignoto, via G. Matteotti e via Roma.
Fin dal 1868, la ditta di carpenteria metallica, incaricata della costruzione del ponte ferroviario verso la Francia, era la famiglia Soleri di Taggia, sei fratelli, tutti fabbri e tecnici del ferro, che impiantarono una grandiosa officina con sei grandi forge attive, sul terreno dei Paschei che si può posizionare oggi dal Mercato coperto sino al largo dove inizia il lungoRoia G. Rossi, non ancora acquistato da Hanbury. Terminato il grandioso ponte sulla Roia nel 1878, la ditta Soleri continuò a produrre, per le Ferrovie francesi, carpenteria rivettata o saldata al calor bianco. I suoi lavori venivano impiantati fin oltre Tolone. Nel 1894, costruirà anche la prima passerella in ferro verso la Marina.
Con l’apertura della Stazione Ferroviaria Internazionale, dal 1872, l’ingrése, come veniva chiamato Thomas Hanbury, aiutava la città ad assumere un aspetto urbanisticamente corretto, intanto che il vicino Principato di Monaco, oltre a dare lavoro a molti ventimigliesi, attirava una folla di “avventori” che preferivano dimorare da noi per risparmiare e per non essere troppo controllati. Nei dintorni della Stazione, altro luogo di lavoro per molti, c’erano il Caffè Ligure ed alcuni Caffè chantant, frequentati anche dai giovani ventemigliusi. Questi locali, sempre affollati, consentivano agli sfaccendati di assistere al diuturno passaggio di viaggiatori e l’occhio clinico distingueva subito i poveretti diretti a Monte Carlo per tentare la fortuna. Era attivo un Circolo per il Tiro a Volo.
Nel 1879, Thomas Hanbury cedeva al Comune, a prezzo scontatissimo, alcune porzioni della suo proprietà nei Paschei, con il vincolo di costruirvi servizi di pubblica utilità, sui quali si provvide immediatamente ad adattarvi la piazza del mercato. Il sito in questione si può delimitare con l’attuale piazza della Libertà.
Nel 1882, era eretta, presso la Stazione, la Caserma dei Reali Carabinieri. Quella caserma, che ha indirizzo in via Hanbury, piazza XX Settembre, ha contenuto la Tenenza dei Carabinieri fino agli anni Sessanta, quando questi venivano trasferiti nella nuova caserma di via Chiappori. Il “palazzaccio” di via Hanbury era assunto dal Comune, che lo usava malamente per qualche decennio, lasciandolo poi nel più squallido abbandono, fino al 1998, quando il Ministero di Grazia e Giustizia dava inizio ad un prolungato lavoro di restauro, per far posto alla locale Pretura, fatto che avverrà nel 2000.
Nel 1892, Sir Thomas Hanbury, Federico Notari e Paolo Ascenso acquistavano la proprietà Filippi, già Dinegro, sul prolungamento di via Stazione. A proposito delle ricorrenti crisi amministrative della nostra città, Thomas Hanbury aveva da scrivere a Ludovico Winter, come la vita politica locale fosse caratterizzata da immotivate incomprensioni, chiamate in quell’occasione “guerra municipale”.
Nel 1893, la ditta di carpenteria Soleri cedeva la maggior parte dei terreni ovest nei Paschei, dall’attuale corso Repubblica a via Bligny. Gli acquirenti furono: Thomas Hanbury, Carlo Notari, Silvio Coppo, Giuseppe Luciano, Lionello Ballestra e Pasquale Palmero.
Nel 1894, di fronte al bel casamento di Federico Notari si stava alzando il grandioso casamento del comm. Thomas Hanbury, su progetto del danese ing. W.D. Caroe.
Il 14 settembre, il consiglio Comunale deliberava l’apertura del Mercato dei Fiori sulla piazza di Sant’Agostino. Nei primi giorni di novembre, si concludevano i lavori della passerella in ferro, costruita presso la foce della Roia, al costo di Lire dodicimila.
Nel maggio 1895, si dava mano a costruire il rettilineo che dalla sponda sinistra dei ponte Roia, ora largo Torino, metteva al casamento di Federico Notari, ora come allora: via Angelico Aprosio. Da una scrittura notarile si desume come il comm. Thomas Hanbury anni prima, avesse proposto al Comune di costruire a sue spese una strada sul retro del suo palazzo in città, se il Comune avesse espropriato una consistente striscia di terreno alla Ditta di carpenteria metallica Soleri. In settembre, il comm. Hanbury faceva costruire un edificio per le Dogane francesi, oggi l’ultima casa di via T. Hanbury, di fronte a via Metella.
Il 21 aprile 1896, presso il notaio Francesco Lorenzi, Ambrosio Marenco, vendeva al pasticcere Asplanato di Pigna, la casa e parte del giardino, nel Sestiere di Sant’Agostino. Il giorno dopo, lo stesso notaio registrava l’acquisto da parte di Hanbury del residuo giardino.
Il 29 maggio 1898, il Consiglio Comunale deliberava lo spostamento del Mercato dei Fiori in piazza della Stazione, lato di Ponente.
Nel 1902, Thomas Hanbury invitava il celebre botanico tedesco Ludovico Winter ad elaborare un progetto di giardino all’italiana da impiantare nella palude dei Paschei, risanata. Winter non vide l’atto finale del suo progetto per i Giardini Pubblici della nostra città, infatti, mancò nel 1912, ma furono ancora i suoi vivai a fornire le palme per abbellire l’area progettata a verde pubblico.
Il 15 novembre 1903, nell’ufficio della società Esercenti aveva avuto luogo l’appalto per la costruzione del nuovo Politeama, assegnato all’impresa Natalino Lorenzi. Il progetto, che era di Antonio Capponi e Francesco Sappia, sarà eretto sul terreno messo a disposizione dal comm. Thomas Hanbury, in via Angelico Aprosio, dietro il terreno che ospiterà il Mercato dei Fiori. Dopo la guerra il Teatro divenne anche Cinema, col titolo di Comunale.
Nel giugno 1906, venivano espropriati i terreni, in zona Paschei, per iniziarvi la bonifica che conterrà i Giardini Pubblici. Soltanto Thomas Hanbury e gli eredi di Maddalena Anfosso sottoscrivevano il comodato di cessione amichevole, mentre Francesco Cassini e Agostino Sismondini, ottenevano il pagamento di cinquemila lire, che faceva lievitare il costo dell’opera a centoundicimila lire. Il Comune avrebbe corrisposto la metà di tale somma, giacché, Thomas Hanbury avrebbe finanziato l’altra metà se i lavori fossero iniziati entro l’anno. Egli inoltre, si riservava di realizzare a sue spese la piantumazione degli alberi previsti.
Nel 1915, veniva ampliata la Stazione Ferroviaria, di conseguenza il Mercato dei Fiori veniva trasferito sul terreno retrostante il palazzo di Sir Hanbury, sul lato di via Aprosio.
Nel 1921, la Cooperativa Muratori iniziò i lavori per la costruzione del Mercato dei Fiori, in via Aprosio. Il costo complessivo della iniziale struttura su pilastri, sarà di L. 450.000.
L’8 ottobre 1922, veniva inaugurato il Mercato dei Fiori, sorto su un terreno concesso dal comm. Thomas Hanbury a prezzo agevolato, per il progetto dell’ingegner Enrico Carrera.
Nella metà degli Anni Venti, venne programmata e poi realizzata la Caserma Bligny, per ospitarvi la Polizia di Stato. Si tratta dell’imponente caseggiato che caratterizza il territorio della Sponda Sinistra nei pressi del Ponte sulla Roia.
Nel 1933, le famiglie Guglielmi ed Ascheri facevano costruire una elegante e funzionale sala cinematografica il Cinema Teatro Impero, di fronte all’enorme piazzale che, nel 1940, ospiterà la Casa Littoria, poi attuale Municipio.
Venivano aperti: la Palestra della G.I.L., su via E. Chiappori e la Casa Littoria sulla grande piazza antistante corso Principe Amedeo, ora Corso Repubblica. Di fronte alle Scuole Elementari di via Chiappori, era stata eretta una Palestra, intitolata alla Gioventù Italiana del Littorio. Sul lato di via Veneto, la costruzione in stile modernista, è abbellita da una sorta di torretta, che a quel tempo serviva da portabandiera ed era illuminata. Sul terreno bonificato, dei Paschei, in stile modernista, veniva eretta la Casa Littoria, o del Fascio, che fino ad allora aveva trovato posto nel ridotto del Politeama. Lo squadrato palazzo è abbellito da una torre alta trentadue metri, con cella al culmine, che conteneva una sirena, la quale annunciava il mezzodi. Nel corso della guerra è servita ad annunciare le incursioni aeree. Nel 1945, la Casa Littoria venne adibita a Municipio.
Nel 1938, Il Podestà Galleani, sfidando l’autarchia, contingentava il ferro per poter costruire l’ampliamento verso Nord del Mercato dei Fiori.
Paschei - Giardini Pubblici, occupati dal campo di calcio della U.S. Ventimigliese