Continuità con l’azione di Bicknell
L’OPERA DEI CONIUGI
EDWARD E MARGARET
BERRY A BORDIGHERA
di Enzo BERNARDINI 1971
.... “Nel 1897 provammo ad allevare un piccolo camoscio, la cui madre era stata uccisa da uno di quegli “sportivi” per i quali nessuna vita è sacra. Una capra veniva ad allattarlo due volte al giorno, ma malgrado le affettuose cure dei miei nipoti, Edward e Margaret Berry, morì con grande nostro dispiacere ...”(C. Bicknell,
A Guide to the prehhtoric Rock Engravings in the Italian Maritime AIps”
Bordighera 1913
Questa fotografìa di Mariani, gentilmente offerta dalla famiglia Ameglio di Bordighera, ritrae appunto Clarence Bicknell (in basso a sinistra), Margaret ed Edward Berry a fianco del Bicknell, coi bastoni) e il piccolo camoscio tenuto da una collaboratrice di casa Bicknell. Gli altri personaggi sono. sulla scala, tre abitanti di Casterino, Luigi Pollini (con la gamba sullo scorrimano); il signore barbuto accanto ai due bambini è forse Mr. Henderson, fotografo ufficiale della colonia inglese di Bordighera.
Edward Berry, nipote del Bicknell, venuto a Bordighera nel 1891 come finanziere, fondatore della banca omonima, agente immobiliare e vice-console britannico, era con la consorte Margaret, qui giunta nel 1896, portato per temperamento verso la storia, i monumenti, l’arte, le tradizioni locali, e fu una vera fortuna per Bordighera che per cause tanto tristi fosse destinato a essere il continuatore dell’opera dello zio.
Con l’intervento risolutore dei Berry, il Museo e la Biblioteca vennero gestiti da una amministrazione inglese divisa in due distinti comitati, finanziati dalla colonia britannica della città.
I coniugi Berry, anche grazie alla loro attività diplomatica, penetrarono fin dall’inizio nell’ambiente locate, intuendone la mentalità e guardando con simpatia agli sforzi che si stavano compiendo per una maggiore presa di coscienza e maturità.
Così al Museo, accanto alle collezioni e agli studi botanici e preistorici, vennero particolarmente curati anche gli studi storici locali, cui tutta la colonia inglese partecipava con entusiasmo, da una parte con donazioni di collezioni, libri e documenti, dall’altra con la raccolta di notizie di interesse locale, per il territorio della Liguria di ponente nella sua dimensione ed unità storica, dal Varo al Colle di Cadibona.
Gli stessi coniugi Berry ricalcarono le orme dello zio, ricercando sulla costa e in tutte le vallate del nostro pittoresco entroterra, nei borghi arroccati sulle colline, nelle sperdute chiese di campagna, ovunque vi fosse traccia di vita passata, testimonianze storiche e artistiche.
Dopo gli anni difficili, la vita del Museo Bicknell rifioriva. Le conferenze si succedevano a concerti, a mostre, a riunioni, il salone era meta continua dei forestieri colti che soggiornavano a Bordighera, le collezioni si arricchivano, la biblioteca specializzata sulla Liguria d’occidente si faceva ogni giorno più ricca e preziosa.
Grazie alla mole di informazioni raccolte durante i molti anni di escursioni, i coniugi Berry iniziarono la stesura di una guida storico artistica della Riviera di Ponente.
”ALLA PORTA OCCIDENTALE D’ITALIA”
La morte di Edward Berry, giunta improvvisa nel 1930, gli impedì di vedere il libro pubblicato. Ad esso si dedicò con impegno la signora Margaret Berry, ultimandolo e perfezionandolo in breve tempo: esso, col titolo “At the western gale of Italy” (Alla porta occidentale d’Italia), uscì nel 1931.
La prima copia fu destinata dalla signora Berry al Museo Bicknell, con la seguente dedica: “Alla biblioteca del Museo Bicknell, in memoria di Edward Berry, il cui attaccamento al Museo ed il cui affetto per il fondatore, Clarence Bicknell, contribuirono a mantenere in vita l’istituzione che fu la sua principale cura durante l’ultimo decennio della sua vita”.
Il bel libro, tradotto in italiano nel 1963, con estrema sensibilità dal prof. Staüble, fu il contributo più significativo e duraturo dei coniugi Berry a Bordighera e a tutta la Riviera. Esso costituisce la guida storico-artistica più apprezzata della Liguria di Ponente e, come è detto nella prefazione degli autori, è stato scritto “con l’intenzione di far conoscere il fascino ed i motivi di interesse dei paeselli montani, delle antiche chiese, delle cappelle isolate su ripide colline, ed i tesori d’arte, sia nel campo della pittura sia in quello dell’architettura, che si conservano a poca distanza dalla strada principale della Riviera col suo continuo flusso di traffico”.
L’esplorazione delle bellezze meno conosciute della regione fu per i coniugi Berry “una incessante fonte di gioia”; ”le feste locali sono state descritte sulla base di esperienze personali”: questo dice ancora la loro prefazione, che così termina: “se questo volume potrà indurre qualcuna dei visitatori della Riviera ad esplorare per proprio conto le attrattive che la regione offre a poca distanza dalle città costiere, potremo dire che esso non sarà stato scritto invano”.
Oggi, a distanza di quarant’anni, possiamo ben dire che quella fatica non fu vana: e se nel turismo di massa odierno, così frettoloso e superficiale, non manca anche il visitato attento e desideroso di conoscere nell’intimo i nostri paesi, quasi certamente tale interesse sarà diretta conseguenza della lettura della Guida Berry, libro tuttora ricercato.
Esso con felice sintesi, mediante uno stile accessibile a tutti, ma preciso nella documentazione e nelle notizie storiche, fonde storia e tradizione, natura ed arte, proponendo il gusto della ricerca nel territorio da Ventimiglia a Noli, offrendo a chi ne scorre le pagine la viva impressione di un ambiente nel quale ci si può ancor oggi identificare, che si può facilmente riconoscere come la terra dei nostri avi, come la nostra genuina terra di Liguria.
IL TRASFERIMENTO DELLE ISTITUZIONI ALL’ITALIA
La signoria Margaret Berry resse le sorti delle due istituzioni ancora per qualche anno; intanto era nata, nel 1932 ad Albenga, la prima associazione storica della Riviera creata da liguri: la Società Storico-Archeologica Ingauna e Intemelia, alla quale essa aderì con entusiasmo, intuendo che poteva essere quello l’organismo tanto atteso cui affidare il patrimonio materiale e spirituale di Clarence Bicknell e di Edward Berry.
Il nuovo sodalizio, che si era trasformato nel 1935 in Sezione Ingauna e Intemelia della Deputazione di Storia Patria per la Liguria, e diretto dal prof. Lamboglia, venne infatti chiamato nel 1937 a fissare la sua sede nel Museo Bicknell. Compiuto questo ultimo atto di lungimiranza e di affetto, la signora Margaret Berry, incalzata anche dalle tristi vicende politiche che dovevano spingere l’Italia in guerra, lasciò Bordighera, addolorata e serena ad un tempo di avere posto in mani sicure quel grandioso patrimonio di cultura. e quell’immenso patrimonio spirituale che erano in parte anche suoi.
Sono ancora molti, a Bordighera, a ricordare la triste e ineluttabile partenza di coloro che erario stati per tanti anni i veri benefattori e costruttori della città. Questo lo sapevano bene i bordigotti, che tributarono alla signora Berry una grandiosa manifestazione di affetto e di riconoscenza. Alla stazione c’erano tutti, dalle autorità ai più semplici cittadini, e molti non riuscirono a trattenere le lacrime. Ma doveva essere un addio: anche gli avvenimenti successivi furono ingrati con la signora Berry, che a causa della sua infermità non tornò più a Bordighera, benché la sua vita si spegnesse nel 1959, a Burnham presso Londra.
Venti anni prima, nel 1939, in occasione della Mostra delle Incisioni Rupestri a carattere internazionale, tenuta al Museo Bicknell, tra quelle pareti che stavano vedendo finalmente una effettiva presa di coscienza italiana e anche una rivalutazione scientifica e dell’importanza del Museo come centro di studi, venne preso solenne impegno di realizzare, nello spirito e nelle intenzioni del Bicknell e dei coniugi Berry, un Istituto di Studi Liguri, che allargasse la loro visione a tutto il mondo ligure preistorico, romano, medievale e moderno, al disopra e al di là delle frontiere: tale impegno dal 1947 è realtà ed oggi l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, a proiettato verso progressi ed a affermazioni sempre maggiori in campo scientifico e culturale internazionale, conservata, sviluppata e valorizzata, all’antica tradizione di cultura della benemerita colonia inglese, e costituisce per la città motivo di prestigio e per i forestieri colti che ancora Giungono a Bordighera per trovarvi riposo e serenità, un ambiente ideale per lo studio, l’informazione, la ricerca.
LA VOCE INTEMELIA anno XXVI n. 5 - maggio 1971