“LA RIVIERA LIGURE”
di Mario Novaro
Oneglia 1895 - 1917
“La Riviera Ligure” è stato un periodico mensile, nato quale veicolo reclamistico della ditta “Olio Sasso” di Oneglia, trasformatosi poi in una raffinata testimonianza di cultura letteraria, tanto da conferire alla “pubblicità” una dignità artistica assolutamente moderna e innovativa.
Attratti dal mecenatismo dell’industriale Mario Novaro, raffinato poeta, vi collaborarono note firme dell’epoca come Francesco Gerace, Giuseppe Lipparini, Giovanni Marradi e Guido Mazzoni, poeti che si ispiravano a Pascoli e D’Annunzio come Luigi Orsini ed Aurelio Ugolini. Ma anche giovani tendenti a nuove esperienze di scrittura come Bino Binazzi, Filippo De Pisis, Lionello Fiumi, Francesco Meriano, Giuseppe Ravegnani e Giovanni Titta Rosa.
A Pascoli, Deledda, Pirandello si uniscono Campana e Cecchi, che esordisce come poeta; Alvaro, Saba, Rebora, Sbarbaro, Ungaretti, Palazzeschi, Moretti e Papini, tutti autori di grande importanza nel Novecento.
Nel settore dell’illustrazione artistica furono chiamati a collaborare Giorgio Kienerk, Cesare Ferro, Plinio Nomellini, Edoardo De Albertis, Felice Carena e Adolfo Magrini.
Quegli ampi fogli di color paglierino che riuscivano a divulgare la poesia dell’epoca come fossero una rivista letteraria, servivano anche a fasciare le lattine di “Olio Sasso” nelle confezioni spedite ai numerosi clienti, trasformandosi dunque in veri e propri “imballi letterari”
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IMBALLI LETTERARI
di inizio Novecento
Nel novembre del 1966 uno studio di Giovanni Cattanei: La Liguria e la poesia italiana del Novecento,1 che si propone lo studio della linea ligustica nella poesia italiana del Novecento, ha riportato l’attenzione sulla rivista “La Riviera Ligure”, tema intorno al quale lo scrittore si sofferma brevemente per svolgere la sua tesi.
I suoi brevi accenni alla rivista di Oneglia mi hanno indotta a svolgere questo lavoro, per venire a contatto con la cultura e l’anima della Liguria, regione in cui vivo.
Le cause per cui essa è relativamente poco conosciuta mi sembrano dovute al fatto che di essa esistano poche copie consultabili, essendo nata con intenti pubblicitari 2 e che fu presa in considerazione da pochi, forse infine per la sua lunga durata (1895 – 1919), che ha impedito finora ai critici di darne un giudizio globale.
Della rivista diretta, prima da Angiolo Silvio e poi da Mario Novaro, verrà forse curata un’antologia da parte di Giuseppe Cassinelli, uno studioso ligure, che si interessa con entusiasmo a tutti i fermenti culturali della Provincia di Imperia.
Molti citano questa rivista senza conoscerla a fondo, ma solo perché ad essa collaborarono molti nomi famosi e perché si ricorda che proprio sulle sue pagine Giovanni Boine distribuiva “plausi” e “botte” agli autori suoi contemporanei.
Il problema della bibliografia è stato per me cruciale per il fatto che le notizie su “La Riviera Ligure” sono spesso affidate alle terze pagine dei giornali, in cui, per ragioni di spazio, non ci si può diffondere o a studi brevi che danno giudizi troppo sintetici o addirittura superficiali e inesatti.
Tutto quanto ho trovato è stato frutto di laboriosa ricerca, nella quale sono stata facilitata dal prezioso aiuto del figlio dello scomparso Mario, l’ingegner Guido Novaro, da Leonardo Lagorio, ex-bibliotecario della Civica di Imperia e da Giuseppe Cassinelli.
Penso di aver raccolto tutto quanto offre oggi la critica a proposito de “La Riviera Ligure”. Le prime annate non rientrano nella storia letteraria italiana. Per il mio lavoro ho utilizzato lo scarso epistolario dei collaboratori che ho trovato, rammaricandomi di non aver potuto sapere se esiste un epistolario del Novaro e a chi è in mano. Non è chiaro infatti se esso sia in possesso di qualcuno giustamente geloso o se sia andato perduto.
Certo, nel nostro caso, l’epistolario sarebbe stato di grandissimo interesse soprattutto se si pensa che tra i collaboratori ci furono Pirandello, la Deledda, Sbarbaro, Jahier, Ungaretti, tanto per citarne alcuni e solo perché attraverso esso si potrebbe ricostruire la storia interna della rivista.
Chi si accinge a leggerla non deve pensare di essere davanti ad una rivista impegnata, con un programma ben definito, con solide basi ideologiche e metodologiche, come altre riviste del Novecento, perché rimarrebbe deluso nel vedere invece una rivista eclettico-antologica.
Le prime annate non rientrano nella storia letteraria italiana, in quanto presentano degli autori locali, che, spesso, avevano il compito di decantare, nei loro racconti, le qualità dell’olio d’oliva Sasso.
Le annate che interessano veramente sono quelle posteriori al 1900, data che segna l’inizio di una vera e propria metamorfosi letteraria, sotto la direzione di Mario Novaro, fratello del più famoso Angiolo Silvio.
La rivista ebbe molti lati interessanti per il fatto che offrì un ricchissimo panorama di autori; scoprì poeti quali Sbarbaro e Roccatagliata; permise ad altri, quali Boine e Jahier, di pubblicare le loro liriche; fu palestra in cui si esercitarono molti nomi famosi della letteratura italiana, favorì la maggior diffusione della poesia ligure; fece conoscere i primi passi di Mario Novaro verso la poesia; ospitò le recensioni polemiche di Giovanni Boine: Plausi e botte: rese partecipi i lettori del fermento culturale di quegli anni in Liguria; anticipò, insieme ad altre riviste, alcuni caratteri de “La Voce” bianca; infine presentò un esempio di pubblicità già ben organizzata nel XIX secolo.
Mi sembrano questi motivi sufficienti per leggere la rivista, che tuttavia non riuscì ad inserirsi nel mondo della letteratura contemporanea, come “Lacerba” o “La Voce”, sia perché, essendo offerta in omaggio ai clienti della ditta Sasso, era destinata spesso ai lettori non letterati, sia soprattutto perché non ebbe premesse teoriche e tanto meno vanità di inserirsi su un piano culturale europeo.
In questo studio ho cercato di sviluppare tutti i punti sopra citati, dando prima un quadro, il più completo possibile, degli apporti critici sulla rivista e facendo il punto della situazione.
Dopo tali premesse oggettive sono passata a parlare della sua storia esteriore, esaminando tradizioni orali e testimonianze scritte, per offrire un profilo della rivista che si avvicini maggiormente al vero.
Dopo un breve accenno all’ambiente culturale in cui visse, ambiente saturo di riviste e di nuovi fermenti, con i quali ho cercato di scoprire i possibili rapporti, mi sono soffermata sul carattere della rivista e sulla sua importanza, con continui riferimenti al gusto del Novaro, che attuò le scelte e le impresse un certo tono, senza mai arrivare tuttavia alla stesura di un vero programma.
Ho quindi lasciato largo posto alla parte dedicata ai direttori e ai collaboratori, di cui ho riportato molti dei brani pubblicati su “La Rivista Ligure”, per dar modo a chi non l’abbia letta di farsi un’idea di che cosa veramente essa contenga e perché non si lasci indurre a impressioni errate udendo certi nomi famosi.
Ho indugiato particolarmente sulla collaborazione di Mario Novaro perché, proprio alle pagine della rivista, il sui direttore affidava i brani che furono accolti in seguito in volume ora difficilmente reperibile.3
Infine ho dedicato un capitolo di questo lavoro alle recensioni critiche di Giuseppe Lipparini e di Giovanni Boine rilevandone le differenze e l’importanza con maggior interesse per quelle di Boine.
Come appendice ho fatto seguire un indice della rivista, anche alfabetico, per facilitare il compito di chi volesse accostarsi alle sue pagine.
Non penso assolutamente di aver svolto in modo completo l’argomento; ho voluto solo stimolare un esame più approfondito su quel periodico, che esercitò una sua positiva, anche se limitata, funzione letteraria.
Graziella Baduino
1) G. CATTANEI: La Liguria e la poesia italiana del Novecento - Silva edizioni - Milano 1966
2) Pubblicità attinente alla ditta “Olio Sasso” di Oneglia.
3) Si tratta di Murmuri ed echi, la cui ultima edizione risale al 1941
Editore ALZANI - via A. Grandi 5 10064 PINEROLO
Tel. 0121.322657 - Fax 0121. 393195
Graziella Baduino è nata a Ventimiglia nel 1946. Nell’anno 1968 si è laureata in lettere alla Cattolica di Milano. Dopo l’ingresso in ruolo nella scuola si è dedicata all’insegnamento. Attualmente, in pensione, si impegna nel volontariato e collabora in una scuola privata di recupero in Imperia, città dove si è trasferita dal 1970. Dal 1967 al ‘68 si è applicata, con entusiasmo, alla stesura della sua tesi di laurea che ora viene pubblicata. Nella vecchia sede della Civica Biblioteca imperiese, sita all’ultimo piano del Palazzo Comunale, ha potuto fruire della straordinaria memoria dell’ex bibliotecario Leonardo Lagorio. Per lungo tempo è stata affabilmente ospitata dall’ingegnere Guido Novaro - nella villa paterna sul Capo Berta - che le ha messo a disposizione diversi importanti documenti del padre, riguardanti “La Riviera Ligure”. Per ampliare gli argomenti sulla rivista ha avuto l’opportunità di contattare Marino Moretti e Camillo Sbarbaro, collaboratori del periodico e Carlo Bo, importante critico letterario del tempo. |
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