Sito marcato dalla foce del Roia
I P A S C H E I
toponimo cittadino ventimigliese un poco trascurato
Toponimo in disuso
La foce ad estuario del Fiume Roia, chiamata “a bùca”, attorno a se, ha da sempre dato vita ad una zona umida; resa più o meno ampia dall’intervento umano, caratterizzata da una vegetazione spontanea assai esuberante, che fin dal remoto passato ne ha favorito lo sfruttamento quale zona di soggiorno invernale delle greggi, per questo denominata “i Paschéi”.
Nei primi anni del Novecento, anche dopo la bonifica dell’argine sinistro della Roia, questa denominazione aveva ancora un uso attivo; giacché per quel periodo, un limitato sfruttamento a pascolo era consentito ad una ridottissima mandria di bovini, gestita per la produzione lattifera locale.
Agli inizi dell’Ottocento, la zona dei Paschei sarebbe stata delimitata, da Levante: con le attuali via Asse e via Aprosio, fino poco oltre la sede del Ponte; per poi restringersi progressivamente soltanto ai siti attuali del Mercato, del Municipio e dei Giardinetti, fino alla Fondega.
Nella remota Antichità, quando il braccio di corrente della Roia percorreva la direttrice Roverino - Largo Torino, riferendoci a siti attuali, seguitava in linea con la Piazza della Libertà, Via Vittorio Veneto fino ad oltre Via Dante, dove trovava il modo di sfociare; lasciando sulla riva destra quella ampia zona umida adatta a pascolo.
Quindi l’accesso ai pascoli invernali dei Paschei avveniva direttamente attraverso la draira che giungeva dai pascoli estivi attorno a Tenda. Questo cammino di transumanza, tracciato sui crinali dei costoni montani, alla destra della Roia, dopo Collabassa percorreva Monte Pozzo, il Passo dello Strafurcu, l’altura di Seglia, poi Peidaigo per scendere attraverso l’Auregnana fino alla direttrice, ora percorsa da Via Piemonte e Via Giudici, Via Falerina e Porta Marina.
Dopo il secolo VI, quando il Porto Canale ventimigliese venne trasferito, da Nervia, nel Lago situato in quel territorio che oggi chiamiamo Borgo; i Paschei rimasero comunque delimitati dal braccio di corrente del fiume, che più o meno si dirigeva nella sede originale, ma trovarono accesso da una nuova draira discendente dall’Auregnana alla Ripa Santo Stefano, che seguiva sul greto del fiume davanti a Seglia, evitando i canali artificiali, detti “i Gureti”, i quali davano energia ad alcuni mulini comitali, delimitando anche l’arginatura del Lago.
Tenuto conto dei cambiamenti storici citati, possiamo affermare che il toponimo “i Paschei” è sempre stato parte del territorio in Riva Destra, ad esclusione dell’ultimo breve periodo novecentesco, quando il braccio di corrente venne tenuto artificialmente attivo presso le mura di Porta Marina, ma la draira dello Strafurcu non conduceva più nessun gregge, su quel pascolo invernale, troppo vicino alle nuove abitazioni che, dalla Bastida stavano ampliando il Sestiere Cuventu, attorno alla Stazione Ferroviaria Internazionale.
LA VOCE INTEMELIA anno LXIV n. 5 - maggio 2009
1870 - CARPENTERIA METALLICA SOLERI
Con l’arrivo dei binari sulla ferrovia da Savona, nel 1870, sorgeva la necessità di costruire un ponte sulla Roia, certamente provvisorio e a binario unico, per l’immediato collegamento ferroviario con la Francia.
Veniva incaricata una ditta di carpenteria metallica con sede in Taggia, costituita dai sei fratelli Soleri, tutti fabbri e tecnici del ferro.
La Ditta Giuseppe Soleri, fu Tommaso, si insediò a Ventimiglia, impiantando una grandiosa officina, disponibile di sei grandi forge attive, dislocate sui bordi di un ampio cortile, in località Paschei.
Nel 1890, la nostra Amministrazione aveva deliberato la costruzione di una passerella in ferro che collegasse il sestiere di Sant’Agostino col Borgo Marina, che venne innalzata nel marzo 1893 dalla Ditta Soleri.
Nel 1895, da una scrittura notarile, si desume come il comm. Thomas Hanbury propose al Comune di costruire a sue spese una strada sul retro del suo palazzo in città, se il Comune avesse espropriato una consistente striscia di terreno alla Ditta di carpenteria metallica Soleri. La strada avrebbe collegato il ponte sulla Roia al casamento Notari di corso Principe Amedeo, è l’attuale via Angelico Aprosio.
Il terreno occupato dall’Officina Soleri sorgeva nei luoghi dove oggi è sorto il Mercato, sino al fiume, da un lato, e fino al retro della Caserma Bligny, presso il Ponte. Le travature venivano caricate su speciali carri e trasferite alle Gianchette, per essere poste a dimora o caricate sul treno.
Terminata la costruzione del ponte metallico sulla Roia, la ditta Soleri continuò a produrre, per le Ferrovie francesi, carpenteria rivettata o saldata al calor bianco. I suoi lavori venivano impiantati fin oltre Tolone.
Nel 1906, le Ferrovie pensavano già di raddoppiare i binari verso la Francia, costruendo il ponte in muratura e mettendo a riposo il manufatto costruito dai Soleri.
Il terreno acquitrinoso dei Paschei, era contenuto nei lavori di arginatura della sponda sinistra del Roia, bonificato e sede dell’officina sul tratto settentrionale, ma ancora paludoso nel lato verso il mare, dove sorgeranno i Giardini pubblici.
Sono quei Giardini pubblici che hanno perso l’occasione di poter ricordare alle generazioni future l’antico toponimo dei “Paschei”.
L.M.
LA VOCE INTEMELIA anno LIX n. 7 - luglio 2004