Ancöi l'è e i sun e ure
Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

 

ARCHEOLOGIA  ACCERTABILE

IL MUSEO DELLE INCISIONI RUPESTRI

DA VENT’ANNI LA CITTà DI TENDA

OSPITA IL MUSEO DELLE GRAVURES

 

MUSEI  A  TENDA  E  VENTIMIGLIA

                                                                             da LA VOCE INTEMELIA anno XLIV  n.7  -  luglio 1989

    Il Museo delle Meraviglie, che la cittadina di Tenda ha costruito di bel nuovo, sul piazzale antistante il posto di dogana, è stato recentemente inaugurato.

    Il reperto di maggior interesse esposto è, senza dubbio, il masso del Capo Tribù, quella lastra triangolare di scisto verde, splendidamente decorata in era paleolitica, che per secoli è rimasta quasi nascosta nel letto del torrente, poco sotto il Lago delle Meraviglie, e della quale oggi, con oculato tempismo, il responsabile del “Ministère de la Culture” ne ha provveduto al trasferimento in museo, previa sostituzione, in loco, con una copia in materiale plastico, pressoché perfetta.

    Così Tenda e la Val Roia possiedono finalmente una comoda alternativa culturale alla non sempre semplice gita nell’erta vallata della Beonia, che potrà essere motivo di iniziazione al turista neofito, ma anche un diversivo di alleggerimento dell’ormai costante assedio riservato alle incisioni rupestri di Monte Bego.

    L’acculturazione su questo splendido ed unico bene archeologico dell’Alta Val Roia, potrà forse far cessare il malvezzo di scalfire e rovinare decine e decine di graffiti, da parte di sprovveduti ed ignoranti “turisti”.

    La constatazione di fondo, che un qualsiasi ventimigliese pone alla pur annosa realizzazione del museo tendasco, è risvegliata dal fatto che l’iter costitutivo di questa realtà “francese” è iniziato poco dopo il varo della pratica burocratica che prevedeva il recupero del “Civico Museo Archeologico G. Rossi”, dalle casse dell’Antiquarium alle Sale arredate nella Ridotta dell’Annunziata.

    In questo frattempo in Alta Val Roia hanno inventato persino i reperti, per potersi dare un museo, mentre alla foce dello stesso fiume, una città internazionale, ricca di storia e di reperti a iosa, non riesce a far ri-decollare un museo, ricco di cent’anni di storia, trascorsa purtroppo, per la maggior parte in, speriamo robuste, casse di legno.

L.M.

 

ESPOSIZIONE DEI

CALCHI DI MONTE BEGO

    Nei depositi del Civico Museo Archeologico “Girolamo Rossi”, sono conservati numerosi calchi raffiguranti “incisioni rupestri di Valle delle Meraviglie”, opportunamente catalogati ed etichettati.

    Tra breve, tali sagome raffigurative andranno a costituire il materiale per allestire un’esposizione tematica, in una o due sale, appositamente disposte per informare, i visitatori del Museo, di come: a meno di un’ora d’auto, in Alta Val Roia, a Tenda, possano trovare esposti altri calchi similari, frutto dei rilievi eseguiti sui siti, elevati oltre i duemila metri di altitudine che costituiscono il santuario alpestre di Monte Bego.

    L’operazione, darà avvio ad una produttiva sinergia tra il museo ventimigliese e quello tendasco, tendendo ad unificare culturalmente una Val Roia, che tarda a fondere gli sforzi di aggregazione, ancora oggi, a sessant’anni dalla conclusione di quella stolta ostilità di cartello e della conseguente comprensibile ma inadatta reazione.

  

MUSEO DI TENDA

    L’apertura del Museo dipartimentale a Tenda, ha permesso di raccogliere e conservare le straordinarie testimonianze relative alle incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie e di riconsiderare le ipotesi sulle credenze, la vita quotidiana e la cultura dei popoli che vivevano nei dintorni del Monte Bego.

    La ricchezza dei reperti e dei documenti presentati, il realismo dei personaggi messi in scena, sono stati disposti per dare la sensazione di raggiungere nel tempo gli uomini dell’età del Rame e dell’età del Bronzo antico e di percorrere i secoli con i loro discendenti.

    Il “Museo delle Meraviglie” si è assunto la vocazione di essere strumento per veicolare nel mondo intero le conoscenze raccolte dai ricercatori; evidenziando il formidabile lavoro degli scienziati che, con le loro scoperte, ci informano sulle origini dell’uomo e ci rivelano la permanenza del suo genio.

    I reperti sono organizzati intorno a tre assi principali: archeologia preistorica, etnologia e storia naturale, costituendo collezioni di riferimento, costantemente arricchite da donazioni e acquisti.

    Il museo dispone di un ampio auditorium che ospita convegni, proiezioni e conferenze che vertono su temi scientifici o che valorizzano la vita economica e culturale dell’Alta Valle Roia.

    Durante il periodo invernale, quando le incisioni attorno al Bego sono inaccessibili, al Museo sono presentate sotto forma di calchi in un allestimento permanente e didattico che permette a tutti di apprezzare il più grande sito di archeologia rupestre d’Europa.

 

  Franco Amirante - Nico Vatteone

I LIBRI DI PIETRA

DEL MONTE BEGO

Gruppo imperiese di ricerca archeologica

23x25 cm (Collana archeologica)

Dominici, Imperia Oneglia 1980

1 : La Valle delle Meraviglie

2 : La Valle di Fontanalba

 

    L’arte rupestre, enigmatica e impenetrabile, sembra ispirata dalla intesa di sottrarla ad ogni possibile tentativo di capirne il significato. Proprio per questa inaccessibile interpretazione ha suscitato e suscita continuamente molta passione. Una passione meravigliosa e seducente che impone sacrifici per esercitarla, ma ricambia destando emozioni gradevolmente intense, ammirando con stupore la moltitudine di messaggi lasciatici dai nostri progenitori e custoditi da un ambiente aperto e incontaminato. .......

 ....... Franco Amirante e Nico Vatteone ... hanno scartato la classificazione che staccava il particolare dal contesto della roccia, pensarono invece di far emergere l’analisi estesa a centinaia di interi quadri iconografici, perché staccando delle figure di bovidi, di coltelli e di immagini umane dal loro insieme, si può solo affermare che l’artefice ha voluto rappresentare dei bovidi, dei coltelli e degli esseri umani; visti assieme, si può invece sostenere con molta attendibilità, che l’autore ha raffigurato una scena pastorale.

    L’iniziativa del Gruppo Imperiese di Ricerca Archeologica si propone di mettere in luce l’eloquenza delle immagini e delle riproduzioni dei numerosi rilievi delle figure incise sui massi, viste nel loro insieme, considerate globalmente per ogni roccia.

 CESARE GIULIO BORGNA - ENZO BERNARDINI