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TRAFORI NEL

COLLE DI TENDA

    Fin dall'Antichità, le conquiste della Roma repubblicana avevano già posto il Colle di Tenda a delimitare la Gallia Cisalpina dalla Gallia Narbonense, ma soltanto nel 1178 appare la citazione scritta del Colle, quale punto essenziale nella viabilità tra Ventimiglia e il Piemonte.

    Per tutto il Medioevo, pellegrini e mercanti di sale percorsero gli impervi sentieri che servivano l'importante valico; quando dall'anno 1614, divennero speranzosi di potersi presto servire del traforo che il Duca di Savoia, Vittorio Emanuele I, accennò di realizzare a quota 1.750. Neppure la ripresa dei lavori, accennata dal Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II, a metà Settecento, ebbe buon esito. Nel 1780, questi abbandonò la ancor più profonda ferita inferta al Colle, per dedicarsi a migliorare la viabilità di superficie, che d'inverno rimaneva comunque coperta da molta neve.

          Uscita verso il Piemonte                                                                   Sondaggi settecenteschi 

    Mentre, fra l'anno 1881 e il 1895, provvedeva a dotare le alture del Colle, d'una serie di sei massicce, quanto inutili fortificazioni; nel 1882, Umberto I, re d'Italia, inaugurava il traforo di 3.182 metri, da quota 1.280 a 1.320 slm.; proseguendo poi a dedicarsi appieno allo scavo di 8.099 metri del parallelo traforo ferroviario, a quota 1.000, terminato nel 1898.

    Nell'aprile del 1945, gli imbocchi Sud di entrambi i trafori vennero occupati dalle truppe francesi di De Gaulle,  con un ampio territorio di Val Roia, che dal settembre del 1947 passò alla sovranità francese.

    Fin dall'anno 1946, pur con serie difficoltà burocratiche e doganali, tornò operativo il traforo stradale, a servizio della medesima Strada Statale n. 20, di Val Roia; mentre  la ripresa del traffico ferroviario ha potuto avverarsi  soltanto il 6 ottobre 1969.

 

 

Strada Statale n. 20 del Colle di Tenda

Gallerie  di  bonifica

    Il tracciato della Strada Statale n. 20 di Val Roia, dal Colle di Tenda a Ventimiglia, che non possedeva lunghi tratti in galleria, a cominciare dagli Anni Novanta, si è arricchito di alcuni tunnel, costruiti per migliorarne la viabilità, sovente compromessa dallo staccarsi di imponenti frane, sia in territorio italiano che francese.

    Tra Ventimiglia e il confine di Fanghetto, passato Trucco, è sorta la Galleria Bocche, 650 m., seguita da quella Lamberta-Noceire, di 900, e dalla più lunga Cima di Rovere, di 1.500 metri. Aperte al traffico  il 17 ottobre 1994. Del complesso di nuovi tunnel farebbe parte anche la Galleria dei Maristi, presso Bevera, su quello che un giorno sarà il tracciato della S.S.20 verso lo svincolo dell'Autostrada dei Fiori; per una lunghezza di 1.700 metri.

    In territorio francese, spiccano i 650 metri più 400 dei Tunnel di Saorgio, che si sono aggiunte ai 120 metri di Poggio dell'Arma, già esistente prima di raggiungere Piena Bassa.

 

 

RADDOPPIO E CROLLO