da LA VOCE INTEMELIA - ottobre 2020
AVVISAGLIE DI ESONDAZIONE Foto P. Facciolo
AVVENNE A VENTIMIGLIA ...
di Lorella Gavazzi
Pochi a Ventimiglia riuscirono a prendere sonno la notte del 3 ottobre 2020. Le notizie viaggiarono infatti velocemente via whatsapp: tra la pioggia battente, sferzate di vento che sembravano ululati rabbiosi e il mare che pareva impazzito, la collettività ventimigliese apprese che il Roja era esondato, che un'ondata di acqua marrone scuro aveva invaso il centro città e che la passerella Squarciafichi era crollata.
Avvenne a Ventimiglia, insieme alla storia che segue:
È l'alba del 3 ottobre e molti ventimigliesi che non abitano nelle aree disastrate concretizzano l'accaduto vedendo con i loro occhi il flagello che si è abbattuto in zone della propria città.
Il cuore di Ventimiglia è sfigurato, inondato da una massa di fango. La collettività ventimigliese è attonita, sconvolta, sbalordita. È la stessa collettività che. senza pensarci un momento, reagisce coralmente al disastro. Schiere di ventimigliesi, tra cui un esercito di giovani, rispondono spontaneamente alla tragedia munendosi di pale e secchi. scendendo in campo. E. al fianco dei concittadini colpiti dalla calamità. spalano melma. puliscono. sgomberano. coadiuvando nei lavori anche le maestranze comunali, la Protezione Civile con i suoi volontari, i Vigili del Fuoco, le Forze dell'Ordine. TsSindaco Gaetano Scullino, il presidente del consiglio comunale Andrea Spinosi, tutti gli assessori della Giunta, consiglieri comunali senza distinzione di colori politici.
Ventimiglia in poche ore diventa espressione di solidarietà condivisa, a cui aderiscono tanti giovani di luoghi limitrofi che si uniscono con slancio agli aiuti. Batte il cuore di Ventimiglia con la sua collettività infradiciata e infangata fino ai capelli che ininterrottamente spala melma, toglie sterpi, svuota negozi, garage, scantinati devastati da acqua e fango. Tutti uniti. Senza far rumore. Sotto l'imperativo della solidarietà, e nel nome di Ventimiglia. Grande città Ventimiglia. Devastata eppure sempre splendida.
Che con la sua anima traboccante di bellezza tocca il cuore. Che coinvolge e conferma nel presente, e ancora una volta, l'identità, la dignità, la forza e lo spirito comunitario che da sempre le appartengono.
Lo stato di emergenza
Grazie all'instancabile e collettivo lavoro, l'arteria principale di Ventimiglia, via Cavour, 48 ore dopo l'esondazione del Roja era già nuovamente percorribile.
Un'operazione gigantesca per ripulire e rispristinare i luoghi delle zone di Ventimiglia devastate è stata organizzata dall'Amministrazione comunale, con modalità che hanno permesso anche a residenti e commercianti dei posti pesantemente colpiti interventi nei locali di proprietà. E i lavori, andati avanti oltre la settimana successiva all'esondazione del Roja, hanno continuato a vedere l'ausilio spontaneo di schiere di giovani, ma anche di non più giovani.
Anche la Statale 20 e luoghi lungo la Val Roja sono stati pesantemente colpiti. Danni inoltre a Roverino e Peglia. Nel pomeriggio del 3 ottobre scorso il presidente della Liguria Giovanni Toti. nell'ambito dei sopralluoghi effettuati nelle zone del Ponente ligure colpite dalla stessa alluvione. era presente a Ventimiglia. In serata_ congiuntamente ad Alberto Cirio. presidente della Regione Piemonte (anch'essa coinvolta dal contemporaneo maltempo nella parte sud-ovest), ha firmato la richiesta dello stato di emergenza indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri_ Giuseppe Conte. e al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile Angelo Borrelli_ Solo per quanto riguarda Ventimiglia, tra condotte fognarie scoppiate, distruzione di patrimoni privati e pubblici, tra cui la passerella Squarciafichi, si parla al momento di andare in stampa de "La Voce Intemelia" di danni per circa cinquanta milioni di euro.
Aiuti economici a Ventimiglia sono giunti dal principe Alberto di Monaco. Concretizzando il secolare e profondo legame che unisce la famiglia Grimaldi e Ventimiglia, il Principe ha espresso la sua vicinanza alla città e alla sua collettività tramite lettera autografa inviata al sindaco Scullino, e ha donato 4.000.000 di euro per aiutare i luoghi della Val Roja colpiti, di cui un milione circa destinato alla città di confine. Tra le iniziative per Ventimiglia attivate nel giro di 48 ore dalla catastrofe naturale che l'ha coinvolta vi sono raccolte di fondi con IBAN dedicati, con "Aiutiamo Ventimiglia" e "In prima linea Ventimiglia", avviate rispettivamente dall'associazione "Ventimiglia Viva" guidata da Federico Aime e dal Comune. Il 5 ottobre scorso, Matteo De Villa. assessore al Commercio e alle Attività produttive della città di confine, ha annunciato che la Giunta comunale "ha inoltrato richiesta di rinvio del pagamento delle imposte, tasse. contributi previdenziali nazionali e per le scadenze dell'Agenzia delle Entrate Riscossione a seguito dello stato di emergenza per calamità naturale che ha colpito Ventimiglia- per quelle attività che hanno avuto danni. Lo stesso giorno il sindaco Scullino ha annunciato che per esse è stato posticipato al 2021 il pagamento della Tari.
Gruppo Giovanile Don Bosco, Vallecrosia
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LE CONSIDERAZIONI DEL POI
di Pino Facciolo
Da queste foto si nota l’ostruzione delle arcate che ha contribuito a creare un’onda tale da superare l’argine (alto almeno 5 o 6 metri), ricoprendo con 2 metri d’acqua tutta la piana di Peglia ove sorgono orti, case spesso abusive, impianti sportivi: calcio e tennis, canile e gattile, camping e ditte artigianali, depositando su tutto un mare di fango. |
Quante volte guardando la televisione o leggendo i giornali abbiamo appreso di sciagure di ogni tipo, soprattutto legate al maltempo e guardate, ora addolorati, ora increduli, ora con noncuranza, come un film già visto. Per la legge delle probabilità anche noi abbiamo avuto la “giornata nera” anzi color fango.
Al mattino di sabato 3 ottobre ci siamo svegliati increduli.
Di bocca in bocca correva la voce “é crollata la passerella”. Per noi era il trait d’union tra le due sponde da cui si volgeva lo sguardo da un lato alla Marina e dall’altro alle familiari vette del monte Bego e del Gran Capelet, d’inverno innevate.
È stato difficile accertarne il crollo de-visu, perché le strade del centro erano colme di una limacciosa fanghiglia.
I volti, anche di chi non aveva subito danni, erano tristi, nessuno piangeva, ma tutti hanno valutato il da farsi e a testa bassa si sono messi all’opera per i danneggiati, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile ed i moltissimi volontari: è stata una corsa contro il fango che si era infiltrato ovunque, segno “che l’antico valor negli italici cor non è ancor morto” adattando all’uopo un verso del Poeta.
Lode anche a quei ristoratori che pur nell’ambascia del momento hanno organizzato una tavola sulla piazza per quanti erano impegnati nei soccorsi.
Per giorni da negozi, cantine e garage, le pompe scaricavano fiumi di acqua fangosa ed in breve sulle strade si depositavano ogni tipo di materiali ed oggetti che il colore uniforme rendeva irriconoscibili.
Dopo dieci giorni il traffico è ripreso normale, è stato asportato quanto accumulato lungo le strade che ora appaiono coperte da un sottile strato di polvere‑
Per la “passerella” ed i danni provocati ad impianti ci vorrà un po’ più di tempo, come per la ripresa del commercio già in grave sofferenza per la pandemia.
Eppure in città non aveva piovuto più di tante altre volte. Certo ha piovuto molto nella vallata, visti poi i disastri verificatesi anche al di là del valico del Tenda.
Forse le Autorità preposte non hanno allertato i Sindaci, perché a loro volta potessero dare avviso ai cittadini del possibile imminente pericolo.
Forse non sarebbe bastato comunque a scongiurare il danno ma forse si sarebbe scongiurata la tragedia di qualche vita.
Forse era difficile valutare la combinazione acqua piovana e quantità immessa dalle dighe.
Quanti forse, ma ...
Che la passerella fosse in pericolo lo si diceva ogni volta che l’acqua lambiva la parte inferiore delle travi.
Che il materiale trascinato dalla corrente potesse formare diga alle acque, era ogni volta evidente.
Che l’ultimo tratto del fiume necessitasse di un innalzamento dell’argine lato giardini veniva suggerito da tempo.
Che fosse necessario ed impellente asportare tutto il materiale accumulato negli anni nell’alveo soprattutto a monte del ponte ferroviario i cui piloni risultano quasi completamente coperti, è cosa che salta all’occhio fuorché a quello dell’Autorità che dovrebbe provvedere al regolare corso dei fiumi, sempre che esista. Ma “autorità “è una parola astratta se dietro c’è il vuoto.
Forse prima di pensare ad opere di abbellimento, pur necessarie o non del tutto urgenti uno sguardo alla sicurezza del territorio sarebbe nel tempo apprezzata anche se meno remunerativa nell’immediato.
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AIROLE, OLIVETTA E L’ALLUVIONE
L’alluvione della notte del 2 ottobre ha messo in ginocchio la Vallata del Roia, distruggendo i collegamenti stradali e ferroviari con i Comuni di Airole e Olivetta San Michele. Per Airole la situazione peggiore l’hanno subita i residenti della località di “Case Noceire” che rimasti isolati dall’alluvione del Roia hanno lanciato un grido d’allarme.
La loro denuncia contiene la drammaticità della loro situazione per cui riaperta la galleria delle “Bocche” e la statale SS.20 tra Trucco e Airole, a senso unico alternato, per loro che vivono su quella che era la vecchia strada per raggiungere Airole si sono trovati completamente isolati. Infatti, l’unica via di fuga per i residenti di “Case Noceire” era quella di raggiungere Trucco passando, a piedi, nel fiume, mentre il varco di sicurezza, esistente nella galleria della statale SS.20, che era l’unica via possibile per raggiungere Airole, nel frattempo era stato sigillato. Il sindaco di Airole, il geometra Maurizio Odoero, interviene sulla situazione dichiarando che «Gli abitanti di “Case Noceire” non sono stati né dimenticati né abbandonati» e spiega che l’Amministrazione’ comunale si è messa a loro disposizione per qualsiasi necessità. Il sindaco, insieme ad un geologo ha già effettuato un primo sopralluogo, e l’Amministrazione comunale sta predisponendo tutte le autorizzazioni necessarie per far transitare gli abitanti di “Case Noceire” sulla vecchia statale, che ricordiamo è stata chiusa nel 2014. In conclusione del suo intervento, il sindaco, aggiunge: «Poi sarà 1’Anas a dover dare autorizzazioni per il transito nella galleria».
Statale 20 a Trucco Ponte Noceire crollato
Se Airole piange purtroppo anche Olivetta San Michele ha dovuto denunciare i gravi problemi che, derivano dall’isolamento in cui si è venuto a trovare il paese in cui venti attività economiche, con circa venticinque posti di lavoro, legate al passaggio di clienti, italiani e francesi che percorrevano giornalmente la statale, verso Breil e Ventimiglia, rischiano di chiudere, con gravi problemi occupazionali, ed al proposito sentiamo le parole del sindaco Adriano Biancheri, quanto mai preoccupato per questa situazione: «Per noi è un disastro. Ci sono famiglie con bambini che lavoravano in queste attività e se viene a mancare il passaggio è la fine. Da parte mia, come Amministrazione comunale, cercherò di sospendere il pagamento dei tributi per quegli esercizi, ma è necessario che la Regione o il Governo facciano la loro parte. Ciò che mi preoccupa è che da parte francese abbiamo avuto il sopralluogo del Presidente della Repubblica Macron, che è venuto a constatare i danni arrecati alla Val Roia dall’alluvione, da noi nessuno si è fatto vedere».
Dopo aver preso atto, che la strada del Roia non sarà riattivata prima di due o tre anni e che la linea ferroviaria, forse sarà nuovamente funzionante entro due o tre mesi, il sindaco Biancheri aggiunge: «Ci auguriamo che venga aperto un tavolo e che per i dipendenti che dovessero essere lasciati a casa, ci possa essere la cassa integrazione. In questo momento i negozi sono aperti, ma con il due per cento delle presenze». Il comitato di Redazione della “Voce” vuole esprimere ai sindaci Odoero e Biancheri la propria solidarietà in questa situazione così negativa per i loro amministrati.
LA VOCE INTEMELIA ottobre 2020
FANGHETTO
Morte di un ponte Romano
Dove c'era il ponte di Fanghetto, ora c'è il fiume
2 ottobre 2020