La FLOTTA di
ANDREA DORIA
e
l'Ambrosia degli dei
Lungo la via romana che attraversa i Giardini Botanici Hanbury, in prossimità dell’antico campo da tennis, sul muro di recinzione del giardino lato mare esistono una serie di graffiti che riproducono una flotta di navi a vela che si potrebbero identificare per la flotta che, nel 1525, Andrea Doria mandò contro la famiglia Lanteri 1 antichi proprietari di quei terreni, in cui avevano fatto costruire la loro grandiosa dimora "Palazzo Lanteri".
Questa famiglia originaria della Lombardia arricchitasi partecipando alla prima Crociata giunge in Liguria alla fine del XII secolo e sceglie Ventimiglia come sua sede; acquista "il Cavo de la Mortora" 2 che con la sua posizione gli permetterà di essere osservatori degli stati confinanti con la Repubblica di Genova, Francia e Monaco. Sarà in modo particolare con l'abilità di alcuni suoi membri che la famiglia si legherà con la Famiglia Grimaldi, signori di Monaco, diventandone convinti sostenitori e abili consiglieri.3
Nei primi anni del 1500 troviamo Antonio Lanteri ambasciatore di Monaco presso il Re di Francia Luigi XII, e visto il brillante esito della missione verrà mandato ambasciatore presso la repubblica di Firenze, che nel 1511 era in aperta ostilità con Monaco; l'accoglienza di Pier Soderini Confaloniere della Signoria non fu delle più calorose, ma il Lanteri riuscì ad intavolare trattative per raggiungere un'intesa con il Consigliere e segretario della repubblica Nicolò Machiavelli, il quale ebbe l'incarico di recarsi a Monaco per la stesure definitiva del trattato.4 I due uomini politici compirono il viaggio lungo la pericolosa strada della riviera, e fu in questa occasione che Antonio Lanteri offrirà "graziosa ospitalità" al Segretario fiorentino nella sua proprietà della Mortola.5 Scrive Girolamo Rossi "acquistava nella nostra città ben meritata riputazione la famiglia Lanteri aggregata all'albergo Grimaldi, e Gustavo Saige li definisce "une famille des diplomates devotèe à la Maison de Monaco".6 In Ventimiglia ricoprirono cariche onorevoli, e il figlio di Antonio, Onorato farà costruire nella chiesa di San Francesco la cappella di famiglia, dedicata ai Re Magi, col sepolcro gentilizio.
di Erino Viola
Nei primi vent'anni del 1500 per Ventimiglia fu un periodo di violenze di guerra. Le rivalità tra i Grimaldi e i Doria e la città soggetta al Banco di San Giorgio, subirà l'offensiva militare imperiale, contro la Francia.
Sarà proprio questo forte legame con i Grimaldi e le loro trame a suscitare contro i Lanteri, su segnalazione da parte della quinta colonna doriana in Ventimiglia, l'improvvisa incursione del 3 luglio 1525 contro la tenuta dei Lanteri alla Mortola, che ebbe un seguito l'8 agosto.7 Passeranno quasi cento anni da quei tragici avvenimenti e nel 1620 essendo rimasta erede del patrimonio di famiglia la sorella di Giovan.Francesco Lanteri, donna Maria Vittoria, rimasta nubile e chiusasi nel convento di San Leonardo di Genova col nome di Donna Violante, tramite il procuratore Filippo Fieschi passava alla sua alienazione. La Mortola verrà ceduta a Giovanni Battista Orengo qm. Battaglino, successivamente la proprietà passerà ai Grandis e nel 1867 verrà acquistata da Thomas Hanbury.8
Bibliografia
G.Edgardo Inaudi - LANTERI DI VENTIMIGLIA dalla Lombardia alla Liguria - Luigi Scanferlatis editore - Cuneo 1995
Giacomo Boetti - LANTERI STORIA DI UN CASATO - Edizioni dell'Orso - Torino 2001
Francesco Andrea Bono - La nobiltà ventimigliese - Forni editore Bologna 1972
Nicolò Peitavino - INTEMELIO - Ventimiglia 1923
Gianni De Moro - Ventimiglia sotto il Banco di San Giorgio 1514-1562 - editore Alzani Pinerolo 1991
Girolamo Rossi - Storia della Città di Ventimiglia - Tipografia eredi Ghilini Oneglia 1886
Angelico Aprosio - La Biblioteca Aprosiana - edizione anastatica Alzani - Pinerolo 2007
Renzo Villa - I toponimi delle due Mortole terresti e marini - editore Alzani Pinerolo 1990
NOTE:
1) ...solo così si spiega l'improvvisa incursione di cinque galee et altre fregate del Magnifico Capitano messere Andrea Doria compiuta contro la vasta tenuta agricola che Lanteri possedeva al Cavo de la Mortora il 3 luglio al pomeriggio. Del resto, l'azione appare davvero sproporzionata nel rapporto fra mezzi impiegati ed obbiettivi raggiunti se non la si interpreta come una spedizione punitiva contro il più importante esponente del partito adornino intemelio ... le navi infatti calarono grande numero de persone nell'appezzamento vineato da basso verso la marina che sottrassero qualche somata di vino ma produssero oltre duecento scudi di danni e, tagliando la maior parte de le vite, resero la vigna improduttiva per quasi un decennio.
2) "Quale est, Idio laudato, tuto nostro, agregato de moscatelli et vine in qual loco avemo due possessione contigue restandoli il camino de mezo" (la via romana) (ASG-sala 35, f.89) Angelico Aprosio nella sua "La Biblioteca Aprosiana-Manolessi 1671, a pagina 33 "...VENTIMIGLIA Celebris à pretiosis vinis muscatellinis. Li quali per verità non son punto inferiori a quelli di Tabbia (Taggia) come quelli che riescono più delicati". Anche Thomas Hanbury nella piana aveva fatto piantare una vigna. (Vineyard), in una sua lettera del 27 settembre 1867, scrive "andare a Dolceacqua a scegliere e acquistare mille o duemila barbatelle da piantare nella vigna.
3) "fra le famiglie nobili della città di Ventimiglia ha luogo privilegiato la Lanteri ... nella città ferocemente divisa tra le fazioni guelfa ghibellina parteggiano per la prima e con costanza, datisi a favorire il potente casato Grimaldi ... vengono rimeritati della loro devozione con ambite cariche in quella piccola corte ..."
4) Archivi del Principato di Monaco, copia della lettera che accreditava a Firenze, l'inviato Lanteri: A li illustrissimi Signori et Signore Confaloniere Conseglio et Signoria de la excelsa Repubblica di Firenze. Illus.mi Signori Confaloniere, Conseglio et Signoria. Lo lator de la presente sarà Messer Anthonio Lanteri citadino de Ventimilla nostro bon amico, qual mando dalle Signorie vostre per conferere cum quello de alcune cose che da luy intenderanno -Si che preghole se degnino darli audientia et de quanto gli farà intendere de mia parte, gli vogliano prestare piena fede, quanto a me proprio- Et non più che alle presente Ill.S.V. ma ricomando et offero preghando Dio le conservi in bono et felice stato-Monaco, Villi aprilis 1511 L'amico et servitore - Luciano de Grimaldis Monaci dominus etc.
5) Opere di Nicolò Machiavelli "Spedizione al Signore di Monaco, Patente e Passaporto. Noi Dieci di Libertà e Balìa della Repubblica Fiorentina. Significhiamo a chiunque vedrà le presenti nostre Patenti Lettere, come estensore di essa sarà lo Spettabile Niccolò Machiavelli, Cittadino e Segretario nostro dilettissimo, quale per faccende della nostra Repubblica mandiamo all'illustre Signore di Monaco. E per questo noi preghiamo tutti voi Amici e Confederati e Raccomandati della città nostra; ed ai sudditi comandiamo che, facciate ogni favore opportuno al prefato Niccolò, adeo che si conduce ad eseguire la commissione sua: per il che ne ringraziamo tutti voi Amici, Confederati, e Raccomandati;e li sudditi commenderemo assai. Ex Palatio Fiorentino, die 12 Maii 1511". Dopo questa missione e con il ritorno dei Medici a Firenze Machiavelli verrà imprigionato, torturato e quindi esiliato. È in questa situazione nel 1513 che scriverà la sua opera più conosciuta "Il Principe" di cui quest'anno si ricorda il 500centenario. Di questo passaggio rimane il ricordo nelle epigrafi poste da Thomas Hanbury sia a Porta Canarda che sulla via romana che attraversa i Giardini Hanbury.
6) Gustavo Saige "Documents historiques relatif à la Principautè.
7) Cinque settimane più tardi, l'8 agosto, una galea isolata agli ordini di Cristoforo Doria su cui si trovava anche il Conte Filippino tornò a completare l'opera, ne l'altra possessione come riferì sconsolatamente Lanteri a donarmeli lorda menti del resto et dicho con nostro grande danno ... Melchionne protestò a lungo e con rabbia ... ma la vigna del Lanteri giacque per anni senza tralci con buona pace del proprietario carichato de figlioli et precipue de tre figlie da marito che giochi politici più grandi di lui avevano ridotto quasi desperato.
8) Un epigrafe d'un latino classico e puro dice: (trad. del Canonico Nicolò Peitavino). "Questa casa per uso di villeggiatura venduta da Violante vergine consacrata a Dio l'ultimo rampollo della nobile famiglia dei Lanteri al M.co Gio.Battista Orengo Ventim. nel 1620 rovinando per l'antichità da Tomaso Hanbury con lusso più splendido fu riedificata ed ornata nel 1867.