LAGU PIGU E FUNTANA D'A ROTA
Sul territorio intemelio, è assai definita la propensione allo
sgorgare di acque in possesso di particolari valori. Sulla direttiva
latitudinale verso Sud, a partire dal Fontano di Briga, si incontra
la fonte solforosa del Lagu Pigu, presso Pigna, in Alta Val Nervia,
oggi sede di un raffinato stabilimento termale.
Nella parte media della stessa valle si trova la fonte solforosa del
“Cantello”, presso Isolabona; infine, sulle estreme pendici del
Montenero, a bordo mare presso Bordighera, sgorga la fonte solforosa
della “Rota”.
Tutte queste fonti sono presidiate da un importante santuario, N.S.
di Nogaredo per la fonte di Pigna, le rovine dell’antichissima
chiesa di San Peiru, per Isolabona e la chiesa di N.S. della Ruota,
per il convento presso Bordighera.
"U Funtan", le sette polle del Fontano di Briga, già frequentate nell’Alta Antichità, sono il sito più rappresentativo riservato al culto delle acque, nel territorio intemelio. Le proprietà lustrali di quelle sorgenti sono state offuscate dalla bellezza e dalla particolarità sprigionata dagli affreschi, dipinti dal Canavesio sui muri della “Cappella Sistina” delle Alpi Marittime.
La
Brigue - A.M.
IL
FONTANO, PRESSO BRIGA
NOTE:
In Alta Val Roia, la famosa chiesa di N.S. del Fontano, oggi
N.D. des Fontaines, nei pressi di Briga, all’interno della Val
Levenza, nel tratto finale del Vallone di Monte Nero, è visitata
da moltissime persone, che sono interessate alla visione del
ciclo di affreschi, realizzati dal pittore pinerolese Giovanni
Canavesio, il quale concluse quel lavoro il 12 ottobre 1492, la
data fatidica della scoperta del Nuovo Mondo.1 |
Tanar avrebbe potuto essere il dio del
fuoco per gli antichi Intemelii, giacché “tan” ha il significato di
fuoco, nei termini a noi noti dell’antica lingua preromana, ma poteva
anche rappresentare la divinità che sovrintendeva al fulmine,
provocatore del fuoco.
Nella toponomastica intemelia Tanar è presente
con l’idronomo di “Tanaro”, l’affluente del Po che nasce alle falde del
Monte Saccarello e col nome del sito che oggi contiene il lago
artificiale nei pressi dei monti Toraggio e Pietravecchia, sopra Pigna,
il poggio chiamato “Tanarda”, non certo legato alle numerose grotte
presenti, constatando che la grotta per gli intemelii suona “barma”.
Due toponimi, territorialmente molto vicini,
posti nel cuore del territorio che un tempo è stato abitato dalle tribù
intemelie, in un ambiente montano, assai facile allo scatenarsi del
fulmine, seguito dal relativo fuoco.
Nel dialetto intemelio la glossa TANARDU,
con il femminile TANARDA, ha il significato di: cocciuto, caparbio,
ostinato, testone, il quale mostra queste sue anomalie dietro un
comportamento distolto.
La nostra divinità potrebbe aver influito
sul significato attuale di TANARDU, in considerazione alla pertinacia
del fulmine nel ripetersi, sempre più terrificante, anche dopo le
insistenti implorazioni del popolo impaurito.
L.M.
LA VOCE INTEMELIA
anno LV n. 9 settembre 2000
A Levante del sito dove è sito il “Fontano”, coi suoi 2201 metri di altitudine, il Monte Saccarello segna la displuviale tra la Valle Levenza, e la Vallata del Tanarello; quindi tra il bacino imbrifero del Fiume Roia e quello del Fiume Tanaro, rivolto verso il Basso Piemonte, fino a raggiungere il Fiume Po.
Tànaro. Associabile al teonimo britannico Tanaro e al gallico Taranus (variante Taranis) temporale, tuono, dio del temporale < Toranus < Tonarus; cfr. antico irlandese < torann : temporale. Oppure da una radice prelatina idronimica tan-, riscontrabile anche nel nome del Tanagro, fiume campano, e in altri idronimi [Costanzo Garancini (1975): p. 98]. A. Falileyev lo accosta al poleonimo Tannetum (oggi Taneto) senza suggerire però alcuna etimologia specifica (una probabile derivazione da tanno- quercia, forse). Attestazioni: Tanarum (Plinio, N. H. III, 16, 117), Tanarus (808), Tanagrus (X-XI sec.), Tanager (1213).