La foresta più estesa di Liguria, che ospita abeti bianchi e faggi, a pochi chilometri dal mare, occupa l'estremità Nord-Ovest del crinale di Ponente della Val Nervia, affacciato sulla Val Roia, francese; nel bel mezzo della Zona Intemelia.
GOUTA - TESTA D'ALPE
NOTE:
1)
Le autorità ambientaliste francesi concedono la “coltivazione” del
bosco ad alcune “integerrimi” commercianti di legname che
collaborano con la “forestale”, attraverso un album predefinito.
Dobbiamo ammettere che nell’attuale situazione italiana, ma ligure ponentina in particolar modo, questo sistema potrebbe risvegliare
inopportuni appetiti.
2)
Si tratta del progetto ALCOTRA “Riserva Testa d’Alpe”: finanziato
dalla Comunità Europea con un investimento complessivo di 425.550
Euro (di cui 281.550 riferiti al territorio italiano e 144.000 a
quello francese), il lavoro ha avuto inizio alla fine del 2008 ed è
proseguito per circa due anni sotto la guida dell’Ente Parco Alpi
Liguri in collaborazione con le autorità francesi del confinante
Dipartimento delle Alpi Marittime.
I
monti, siti all’estremità Nord-Ovest del crinale di Ponente che delimita
la displuviale di Val Nervia, sono accreditati di una copertura arborea particolarmente
pregevole, che certamente non trova analoghi ambienti in Liguria.
In quei boschi si possono incontrare abeti bianchi, faggi,
aceri di monte e pini silvestri,
che solitamente si trovano aggregati soltanto negli ambienti montani
freddi e continentali; mentre nel presente caso, quest’ampia foresta vegeta
a soli quindici chilometri dal mare, mostrando nondimeno tutta la sua
affascinante bellezza “dolomitica”.
Il sottobosco e la vegetazione erbacea, composti di specie
particolarmente qualitative, costituiscono l’importante riparo per
numerosi uccelli ed animali selvatici. L’ambiente silvestre è migliorato
dal fascino silvestre del Torrente Barbaira, che lungo la sua impervia
vallata ospita laghetti e cascate di interesse naturalistico e grande
pregio paesaggistico.
Le componenti calcarée, calcareo arenacée, coi calcari nummulitici del
substrato territoriale, offrono numerose cavità ipogée, di notevole
interesse speleologico.
Dal 1947, la più ampia foresta di Liguria, è stata attraversata dal confine
nazionale, per cui la Francia ha provveduto a proteggere, fin d’allora,
il territorio di sua competenza, con cartelli che delimitano la “Foret Demanial de Téte d’Alpe”, costringendo le autorità italiane, tanti e
tanti anni più tardi, a delimitare la gran parte della foresta, intorno
a Gouta, con cartelli indicanti la “Foresta Demaniale Regionale di Testa
d’Alpe” la quale può vantare alcuni boschi contenenti soltanto abeti
bianchi.
Intanto che, la politica regionale ligure non riesce a far decollare un
Parco delle Alpi Liguri che possa disporre in sicurezza anche questo
immenso patrimonio ambientale, fornendo così la possibilità di curarlo;
la politica ambientale francese fin dagli Anni Cinquanta “coltiva il
bosco” nei settori di sua competenza, servendosi delle strade in Val
Nervia, essendo troppo ripide le pendici montane verso la Valle del Roia.1
Non inorgoglisce certamente dover ammettere come solo l’avanzamento del
confine francese verso la Val Nervia, del 1947, sia stato propedeutico a
molte decisioni politiche nostrane, magari frutto di una collaborazione
transfrontaliera attivata con i finanziamenti della Comunità Europea,
così come capita a quella in corso, ben rallentata, che è il progetto “Riserva di Testa
d’Alpe”, coinvolgente il già citato, ma quasi inesistente “Ente Parco
Alpi Liguri”.2
Il progetto si trova ancora alle fasi di studio, giacché si è rilevata
soltanto la presenta di aspetti in tema di biodiversità. I 658 ettari in
territorio francese si trovano all’interno del sito “Breil-sur-Roya”,
gestito dalla Rete Natura 2000 e identificato per la numerosa presenza
di chirotteri. I 139 ettari di parte italiana, proprietà della Regione
Liguria, al momento gestiti dal Corpo Forestale dello Stato; fanno parte
del sito italiano della Rete Natura 2000, inseriti nel quasi inesistente
“Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri”; anche questo riposto in
condizioni di tutelare una parte, ancora minima, dell'intera superficie
forestale presente.
Le peculiarità della costituenda Riserva è rilevante dal punto di vista
vegetale, contiene: boschi di conifere di tipo mediterraneo, boschi di
carpini, popolamenti semi-naturali di abete bianco; vi sono state
identificate anche specie protette come l’Anemone trifolia e la
Gentiana
ligustica.
Interessante aspetto territoriale è rappresentato dal tracciato della
linea di frontiera nazionale, che segue la mezzeria di un’antica strada.
Questa specifica permetterebbe di raggiungere le due zone di crinale,
con facilità.
Nella convalle, alle fonti del Rio Barbaira, si presentano gli ampi prati pianeggianti di Margaria dei Boschi, dove appaiono copiose presenze della flora e della fauna, stanziata nelle Marittime. Nelle vallicelle limitrofe, ricche di sottobosco, con felci e muschi, tra i quali spicca l'orchidea a nido d’uccello (neottia nidus-avia), la quale non si fa ammirare per il suo aspetto, ma per il peculiare sistema di nutrizione; essendo una pianta saprofita, priva di clorofilla, si nutre direttamente di sostanze organiche assorbendole dal terreno, ricavandone il caratteristico colore bruno.