Nel
novembre dell’anno 1896, gli inglesi C.H.C. Woodhouse B.SC. e G.H.
Baillie, impiantarono, nei mulini dei Biancheri a Peglia, un’officina
per produrre luce elettrica da essere distribuita a Ventimiglia e
Bordighera. L’arrivo in città dell’energia elettrica, prospettava nuove
conquiste, come una rinnovata e più efficace illuminazione pubblica,
oltre ad un servizio di tranvia tra Ventimiglia e Bordighera. La prima
illuminazione del Cuventu, il Sestiere che si andava sviluppando attorno
alla Stazione Ferroviaria, consisteva nella installazione di un’unica
potentissima lampada ad arco voltaico, nel centro dell’incrocio tra via
Cavour e via della Stazione; quello che proprio in quegli anni era
destinato a diventare il nuovo “Centro Città”.
La luce emessa da quella lampada era enorme, paragonabile a quella del
sole a mezzogiorno. Gli abitanti del Sestiere amavano incontrarsi la
sera, e darsi appuntamento “sùta a Laňpada”, dove all’ora del
tramonto un tecnico doveva far scendere la pesante lampada e cambiare
gli elettrodi di carbone, fra i quali si formava l’arco voltaico, indi regolarla.
Nella restante parte della città, l’illuminazione a gas continuerà fino
al 1906.