rivista il: 07 aprile 2015
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La Voce Intemelia
 

 

Riunione congiunta a Roma, all’ambasciata del Principato di Monaco, dell’«Académie des langues dialectales» e dell’Associazione per l’insegnamento delle lingue regionali. Illustrata, fra l’altro, l’esperienza del corso di dialettologia all’UNITRE Intemelia

Conoscenza e insegnamento delle lingue nostre

Si è trattato di quattro giorni di intenso lavoro, che non ha impedito però ai convegnisti di visitare i principali monumenti della capitale, gentilmente accompagnati dall’ambasciatore Novella.

Il tema generale della riunione riguardava, come si è detto, l’insegnamento delle lingue autoctone, limitatamente alla scuola secondaria e agli adulti.

Numerosi gli oratori intervenuti, fra i quali il presidente Crombrugge (A propos de région et de langue regionale), Fauconnier, Lefin e Dauphin (Vallonia), Pou i Vidal (Catalogna), Viani (Nizza), Salaün, Vouland e Jouveau (Provenza), Bron (Savoia), Magosei, Antognelli-Lanza, Ardisson, Mollo, Robert-Gasparotti, Salvo-Cellario (Monaco).

Per la Liguria, all’intervento di Vito Elio Petrucci circa “La nuova realtà nel dialetto genovese”, è seguita la comunicazione di Emilio Azaretti sull’utilizzazione del teatro nell’insegnamento delle lingue locali che possono essere apprese anche dagli adulti, come hanno spiegato Payan e Berengier. Al convegno di Roma è stata pure presentata una relazione sul corso di dialettologia che si tiene da quattro anni a Ventimiglia nell’ambito dei programmi svolti dall’Università della Terza Età.

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Spunti interessanti sono emersi dalla presentazione di una così copiosa messe di esperienze, ma­turate in situazioni tanto diverse e in territori assai lontani fra di loro. Intanto, l’insegnamento della lingua regionale non può essere disgiunto da quello della storia e della geografia locale (Compan). Inoltre, le numerose varianti, se da un lato sono un segno di vitalità e di ricchezza delle lingue regionali, dall’altro pongono dei problemi organizzativi che vanno risolti preliminarmente. Altro punto fermo: la lingua è essenzialmente vocale ed è importante che sia soprattutto parlata più che scritta ed è preoccupante il momento in cui essa tende a diventare soltanto un fatto letterario. Comunque lingua e cultura letteraria sono complementari e non possono essere dissociate (Slangen). D’altronde una lingua, per essere insegnata a scuola, deve essere prima fissata in una forma.

Questa, in sintesi forzatamente incompleta, la ricca problematica dibattuta anche con la presentazione di materiale didattico e documentario. Ma, durante l’analisi di tutti questi aspetti, diciamo così “tecnici”, non si è mai persa di vista la situazione generale odierna, umana e linguistica, che è in rapida e radicale evoluzione.

Nell’Europa di domani, le lingue, oggi nazionali, saranno declassate sempre più al rango di parlate regionali mentre un’unica lingua tenderà ad affermarsi e con essa le altre dovranno imparare a convivere come seconde lingue mentre i dialetti, se dovessero sopravvivere, dovranno accontentarsi del terzo posto.

Ci stiamo avviando ineluttabilmente verso una società multirazziale e, opportunamente, qualcuno ha ricordato che a Monaco, la scuola St. Charles è frequentata da alunni di 36 nazionalità.

Ecco dunque la nuova realtà che si va preparando e con la quale l’insegnamento delle lingue autoctone - già problematico oggi - dovrà fare i conti in un futuro quanto mai prossimo.

Giustamente, anche per implorare l’aiuto celeste, del quale vi è estremo bisogno, il convegno di Roma si è concluso con una Messa, celebrata in lingua monegasca nella sede dell’ambasciata da Mons. Franzi, con lettura di preghiere nelle varie lingue rappresentate.

Poi, i convegnisti sono stati an­cora una volta ospiti dell’ambasciatore Novella e della sua gentile Signora per la cena di addio al ristorante “La Cannaccia”, sito nei pressi di Montecitorio e ben conosciuto dai nostri uomini politici.

 

 

                                                       LA VOCE INTEMELIA  anno XLIV  n. 6  -  giugno 1989

Presieduto da M. René Novella, nella doppia veste di ambasciatore del Principato di Monaco in Italia e di presidente dell’Académie des langues dia­lectales, si è svolto a Roma un convegno su «l’enseignement de “nos” langues à l’école».

All’incontro, che ha avuto luogo nella sede dell’ambasciata, ai primi di maggio, hanno partecipato sia i membri dell’Accademia monegasca che quelli dell’A.I.U.L.R.E., l’associazione internazionale per l’insegnamento delle lingue regionali a scuola, di cui è presidente Jean Van Crombrugge, direttore onorario dell’Institut Pédagogique di Liegi, città che era rappresentata ufficialmente da M. Alain Tison, échevìn dell’educazione nazionale. Presenti pure M.me Jacqueline Bianchi, assessore alla cultura del Comune di Monaco e il prof. Manlio Cortelazzo, direttore del Centro di studio per la dialettologia italiana, assieme al suo collega Ugo Cardinale, col quale è autore del “Dizionario di parole nuove”.

Durante l’assemblea generale dell’Accademia, sono state prese in esame le questioni amministrative e si è proceduto all’ammissione dei nuovi membri nelle persone dei professori Dalbera, Bouvier e Robert (Francia); Xhrouet (Monaco); Ambrosi de La Spezia e Massariello Merzagora, studiosa dei dialetti lombardi (Italia).

 

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a cura di Renzo VILLA 1989

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CONVEGNO  MUNEGASCU   A  ROMA
ROME  4 - 7  MAI  1989

Ambasciata del Principato di Monaco a Roma: Mons. Georges Franzi celebra la Messa in lingua monegasca al termine del convegno linguistico. A destra, nella foto, l’ambasciatore René Novella e, al centro, il presidente del’A.I.U.L.R.E. Van Crombrugge.

LA  PÈCHE
ALCANOM

 

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Il convegno dell’Académie di Monaco è proseguito domenica 26 maggio con la Messa e l’omelia di mons. Georges Franzi e l’assemblea del Consiglio di amministrazione.

R i c o r d a t o  E m i l i o  A z a r e t t i,  m e m b r o  f o n d a t o r e  e  v i c e  P r e s i d e n t e

C O L L O Q U I O  S U L L A  “P E S C A”  A L L’A C C A D E M I A  D I A L E T T A L E

LA VOCE INTEMELIA  anno XLVI  n. 6  -  giugno 1991

Sabato 25 e domenica 26 si è svolta a Monaco la riunione dell’Académie des langues dialectales, fondata nel 1982 allo scopo di diffondere la conoscenza e promuovere la salvaguardia di questi mezzi espressivi, oggi in crisi.

Il tema del Colloque di questo anno era «la pèche», un’attività tipica della regione ligure -provenzale che ha dato origine un ricchissimo lessico dialettale. Basti pensare ai nomi dei pesci, ai tipi di pesca praticata, agli strumenti usati e così via, fino ai toponimi marini conosciuti da tutti i pescatori.

Su questo interessante argomento, per Ventimiglia e la zona intemelia il compianto dott. Azaretti aveva condotto un’approfondita ricerca che egli si proponeva di presentare, quale suo qualificato contributo, alla riunione monegasca dell’Académie.

Purtroppo la malattia e la morte non soltanto gli hanno impedito di essere presente, ma non gli hanno nemmeno permesso di portare compiutamente a termine questo suo ultimo lavoro in campo dialettologico che - comunque - verrà pubblicato, anche in omaggio ai desideri della famiglia ...

In apertura di seduta il presidente S. E. René Novella, ambasciatore del Principato di Monaco a Roma, ha ricordato la figura di Emilio Azaretti, membro fondatore e vice presidente dell’Accademia, scomparso nel febbraio scorso fra il compianto generale.

Ricordato pure un altro eminente personaggio del sodalizio monegasco, Paul Roux, docente all’Università di Aix-en-Provence e già Capoulié (presidente) del Felibrige, deceduto il 29 gennaio scorso a Frejus. Presente alla riunione la signora Azaretti, la comunicazione del marito «Sistemi tradizionali dì pesca e nomi della fauna acquatica in dialetto ventimigliese» è stata presentata da Renzo Villa che ha pure letto un piccolo saggio della ricerca di Azaretti riguardante il  süssa peixe. Con questo termine dialettale si indica la “lampreda marina” di cui, come per tutti i nomi delle altre duecento specie considerate, Azaretti aveva studiato l’etimologia riportando le relative voci liguri, nizzarde, provenzali e francesi.

Fra le altre comunicazioni presentate dagli accademici al Colloque del maggio scorso: «La pèche à Monaco à la fin du XIX siecle», di Eliane Mollo; «La pêche dans la gastronomie romaine», di Michel Compan; «Les cales” de pêche» di Jean-Claude Ranucci; «Toponimi di mare e di costa alla Mortola», di Renzo Villa; «A propos de quelques ichtyonymes dialectaux», di Jean-Philippe Dalberra e «Sincronia e diacronia nella ricerca per l’ALLI (Atlante linguìstico dei laghi italiani) sul Lago Maggiore, dì Giovanna Merzagora Massariello.

Il tavolo della presidenza nell’aula consigliare del municipio di Monaco. Da sinistra a destra, M.me Paulette Oberici Porello, segretaria dell’Académie des langues dialectales, M.me Roxane Noat Notari, il Presidente S.E. René Novella, ambasciatore del Principato a Roma, e il Prof. Federico Spiess mentre tiene la sua relazione sulla “lessicografia dialettale in Svizzera”.

 

ASSOCIATION  INTERNATIONALE  LANGUES  REGIONALES
Academie  Dialectale
Centri Cultura Intemelia

 

Così, ad esempio, per turlu « tordo di mare » Labrus turdus, sulla carta dedicata a questo pesce saranno indicate tutte le forme (che sono una cinquantina): dal grìvi delle isole Baleari, al tort della Catalogna, al turdre/verdun della Provenza e del Nizzardo, alle varianti liguri : turlu/turdu d’aiga, al livornese papagallo e al minangulu di alcuni punti costieri della Corsica.

Per la Liguria, dove i punti di raccolta sono 25, i dati provengono dai questionari compilati dalle associazioni della Consulta Ligure per il lessico speciale del Vocabolario delle parlate liguri sulla pesca e la marineria. Per Ventimiglia, i dati sulla nomenclatura dei pesci sono desunte dall’opera postuma del dott. Emilio Azaretti «La fauna marina nel dialetto ventimigliese», mentre per la parti restanti è stata condotta una ricerca in loco.

 

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  Durante la riunione della Académie des langues dialectales del 12 novembre, svoltasi nella sala consiliare della Mairie di Monaco, è stato deciso di dedicare il prossimo Colloque ad una ricerca sul teatro dialettale. Un’attività che vede la nostra Ventimiglia non certamente in seconda fila.

Al termine dell’incontro è stato riconfermato il Conseil d’administration dell’Accademia, che risulta così composto: presidente, S.E. René Novella; vice presidenti René Jouveau, Roxane Noat-Notari, Renzo Villa; tesoriere, incaricata del segretariato amministrativo, Paulette Cherici - Porello; membri titolari: Georges Franzi, Eliane Mollo, Jean Nicolas, Xavier Ravier; membri supplenti: Michel Compan, Philippe Dalbera e Giulia Petracco Sicardi.

una ricerca linguistica sulle coste nord occidentali del Mediterraneo, lungo

 un  arco  geografico  che  ha  il  proprio  centro  nel  Principato di Monaco

PROGETTO   ALCANOM

Nei giorni 11 e 12 dello scorso mese di novembre si è riunita a Monaco l’Académie des Langues Dialectales, composta da studiosi monegaschi, provenzali, liguri, catalani e di area italiana, e presieduta da S. E. René Novella, ambasciatore del Principato a Roma.

La riunione dell’11 novembre si è svolta presso la Biblioteca del Museo Oceanografico per fare il punto sul progetto ALCANOM (Atlas Linguistique des Côtes de l’Arc Nord Occidental de la Méditerranée) che la Accademia sta’ realizzando. Si tratta di un progetto di vasta portata, riguardante la nomenclatura marinara e peschereccia, di cui è coordinatore il professor Jean Philippe Dalbera.

Alla realizzazione del progetto collaborano, fra gli altri, gli studiosi: Mollo (Monaco), Ravier (Provenza), Miniconi (Corsica), Veny (Catalogna), Cuneo e Villa (Liguria), Annalisa Nesi (Toscana) ed inoltre i professori Manlio Cortelazzo e Giulia Petracco Sieardi.

Come è stato stabilito durante la riunione preliminare dell’8 maggio 1993, «VALCANOM si propone di armonizzare tra loro le ricerche regionali già in corso di realizzazione sul lessico del mare (pesci, pesca e marinerìa) in un’area geografica del Mediterraneo che si apre ad. arco e che ha il proprio centro a Monaco: Catalogna, costa francese, Corsica, Liguria e Toscana, fino all’Arno e all’isola d’Elba. L’ALCANOM non si vuole sostituire ai progetti regionali, ma anzi sveltirne la realizzazione e permettere una pubblicazione relativamente rapida di una parte almeno dei materiali».

Alla ricerca vera e propria - condotta in situ - fanno infatti riscontro materiali esistenti in vari lavori precedenti, quali lo ALM (Atlante Linguistico Mediterraneo) della Fondazione Cini di Venezia, l’ALI (Atlante Linguistico Italiano) e i questionari: Marineros Peninsulares, Boisgontier e Miniconi.

Un lavoro imponente che prevede, per ognuno degli oltre 400 termini considerati, la pubblicazione di una scheda e di una carta geolinguistica sulla quale saranno indicate tutte le varianti riscontrate nei 92 punti di raccolta.

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LA VOCE INTEMELIA  anno XLIX   n. 12  -  dicembre 1994