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Fin dal 1974, nella Scuola Elementare di Latte, il maestro Renzo Villa, aveva creato un nucleo di insegnanti che proponessero la cultura locale come integrazione ai programmi didattici di formazione.
Nell’aprile del 1977, Renzo Villa reggeva l’incarico di Direttore didattico supplente nel Secondo Circolo Elementare della nostra città, quando, il dottor Emilio Azaretti gli ha proposto di portare, all’interno di quel Circolo, l'esperienza maturata nel plesso di Latte, organizzando un Centro di Cultura dialettale, al quale la Cumpagnia avrebbe dato tutto il sostegno possibile.
L’idea ebbe un sonante successo, tanto da coinvolgere alcune insegnanti del Primo Circolo didattico, mentre le elementari di Nervia, Calvo e Torri producevano un intenso lavoro, guidate da Rita Zanolla, intanto che Villa continuava ad organizzare al meglio le classi di Latte e Grimaldi, dalle quali scaturiva una nutrita Corale dialettale.
Nei primi anni Ottanta, il professor Massimo Cavalli dispose un centro nelle Medie Biancheri, mentre Rita Lorenzi se ne interessò nella Media Cavour.
Il professor Cavalli raccolse un’interessante antologia di brani dialettali ad uso delle Medie, intitolata “L’aiga d’a scciümaira” e preceduta da un corretto compendio grafico-ortoepico del ventimigliese attuale.
Il dottor Azaretti predispose una serie di brani e favole adattati ad essere recitati, nel corso dei saggi di fine anno scolastico, alcuni dei quali sono stati messi in scena dalla Cumpagnia d’u Teatru Ventemigliusu, con il concorso dei suoi attori adulti, con vastissimo successo, nel Teatro Comunale, allora funzionante.
Sulla scia di quel successo, anche Luigino Maccario stese alcune favolette dialettali per il teatro, che in assenza del Comunale vennero recitate nei teatrini interni delle Scuole ed in quello di Vallecrosia, messe in scena da Rita Zanolla.
Nei primi anni Novanta, la mancanza del Comunale cominciò a farsi pesantemente sentire, portando le nuove generazioni lontane dal fascino del teatro, quello vero, tanto che anche i Centri di Cultura dialettale limitarono la loro attività al Ciantà Mazu e qualche intervento dialettale nei saggi di fine anno.
Con l’avvento del Duemila, la direttrice Zanolla ha progettato un nucleo di insegnanti che potranno indirizzare gli alunni verso il ritrovamento dell’attrazione teatrale, tanto che, in attesa dell’apertura del Comunale, si esibiscono in un ritrovato Ciantà Mazu, a loro riservato.
▼ Vedere: pubblicazioni di argomento locale, disponibili per le necessità didattiche delle insegnanti ▼
Repertorio di favole e brani teatrali
A foura du ratu e du galetu | Favola adattata da E. Azaretti | 1° recita marzo 1978 |
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Giancaneve e i sète nani | Favola adattata da E. Azaretti | 1° recita marzo 1978 |
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Çenerusela | Favola adattata da E. Azaretti |
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A bèla ch’a dorme intu boscu | Favola adattata da E. Azaretti |
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Marmelin (Le Petit Pouçet) | Favola adattata da E. Azaretti |
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U gatu ingiarmau | Favola adattata da E. Azaretti |
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E buxie | Atto di E. Azaretti |
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Störie de pescavui | Quadri di E. Azaretti |
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I ospiti d’unù | Quadro di E. Azaretti |
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U tambüru abasurau | Storia adattata da L. Maccario | 1° recita primavera 1984 |
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I müxicanti de Bregliu | Favola adattata da L. Maccario | 1° recita primavera 1985 |
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Giaussemin e rumanin | Favola adattata da L. Maccario | 1° recita primavera 1986 |
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E basse bassete | Favola adattata da L. Maccario | 1° recita maggio 2002 |
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Ina pele striunà | Favola adattata da L. Maccario |
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A principessa d’a Seburga | Favola adattata da L. Maccario |
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U cifuné e u cucuritu | Favola adattata da L. Maccario |
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A frairìa d’a nöitura | Quadro adattato da L. Maccario |
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Poveri fantarsmi | Favola adattata da L. Maccario | 1° recita marzo 2007 |
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Che foure ! | Quadro adattato da L. Maccario |
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A vurpe e u luvu | Quadro adattato da L. Maccario |
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Zizura | Quadro adattato da L. Maccario |
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La favola teatrale a disposizione delle scuole:
Sondaggio scolastico
Nel mese di novembre del 1989, la Consulta Ligure invitò la Cumpagnia a visitare le Scuole Elementari di Ventimiglia, per condurre un’indagine sulla situazione del nostro dialetto tra i bimbi.
Col beneplacito delle due Direzioni Didattiche si sono interpellati gli alunni di tutte le quarte classi, che erano duecentoquaranta, nella città bassa, alta, Nervia e frazioni.
E’ stato distribuito un questionario dove rispondere SI o NO, e queste sono stati i riscontri:
“Sei capace a parlare il dialetto ?”. Solo sedici SI contro 224 NO, e quelli che hanno risposto di sì, lo parlano qualche volta, esclusivamente con gli anziani di casa.
“Se non sei capace a parlare il dialetto, almeno lo capisci quando lo senti parlare da altri ?”. 111 SI, contro 113 NO.
“Ti pare che sia una bella cosa parlare il dialetto ?”: 195 SI, 44 NO.
“Cosa si potrebbe fare nel caso, secondo la tua idea ?” I 195 che hanno risposto sì alla precedente domanda, vorrebbero quasi tutti che s’insegnasse il dialetto nelle scuole, ma propongono anche altre iniziative quali: cantare e recitare in dialetto, avere biblioteche, giornali e televisioni dialettali, oltre a fondare associazioni dove dovrebbe essere obbligatorio parlare in dialetto.
Da queste risposte non è stato difficile capire che il nostro parlare sta forse più a cuore ai piccoli che ai grandi.
Nel frattempo i pubblici poteri non sono stati capaci a salvare il patrimonio dialettale del nostro paese. Soltanto ora i politici stanno muovendosi, assai lentamente e in modo discontinuo, in materia.
Da quell’indagine esce però anche qualcos’altro. Le risposte favorevoli sono sortite da quelle scuole dove, negli anni Ottanta, hanno operato i Centri di Cultura Dialettale proposti dalla nostra Cumpagnia, e condotti da Renzo Villa e Rita Zanolla.
Il risultato più promettente, sono stati i duecento ragazzi, di dieci anni, ai quali sarebbe piaciuto essere capaci parlare il dialetto ed avrebbero voluto fare qualcosa per salvarlo.
Cosa abbiamo fatto per cercare di accontentarli ? Quasi niente, perdendo un’occasione importante. Avremmo potuto contare su duecento ventitreenni dialetto-dotati.
Perché non eseguire nuovamente il sondaggio, oggi, per poterlo comparare, potremmo valutare se può essere ancora possibile intervenire, raccogliendo anche le dichiarazioni di propensione in tal senso, che i politici regionali stanno recentemente predicando.
La segreteria dei CENTRI DE CULTÜRA INTEMELIA mette a disposizione delle classi elementari, che ne abbiano necessità didattica, una serie di pubblicazioni su vari argomenti locali, in formato libretto.
Per inoltrare la richiesta, l'insegnante interessata può mettersi in contatto, previa presentazione del relativo progetto didattico, avvallato dagli organismi di Circolo.
La sede di via Mazzini 12, resta aperta il sabato dalle ore 10,00 alle 12,00, il telefono di sede: - 0184 23 92 50 - la e-mail è :