LA GRANDE CIPOLLA
Luigino Maccario - 2002
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Alla
vigilia d'Ognissanti, il mercato dell'ovvio è invaso da una miriade di
poveri fantasmi, grandi e piccole zucche svuotate ed umanizzate, ossuti
scheletri, vecchie streghe e quant'altro è legato alla ricorrenza celtica di
Hallowen, reintrodotta in Europa dai media americani.
Per i bimbi statunitensi la vigilia del primo novembre è la notte del grande cocomero, e colui che riuscirà a vederlo riceverà un sacco di doni. La tradizione di svuotare le zucche e modellarle a viso umano, per illuminarle internamente, così da renderle un po' macabre, è un'antica tradizione celtica importata in America dagli Irlandesi.
Nel Tardo Medioevo, non solo in Irlanda si preparavano queste raccapriccianti luminarie, ma anche in Francia, in Italia e qualche paese della Spagna erano di moda, tanto che qualche anziano calabrese potrà illustrarvi come si preparavano.
Potrete obiettare che in precedenza della Scoperta dell'America, da noi non c'erano zucche da svuotare; ed è vero, infatti, l'usanza ha preso corpo usando le cipolle, che sono più facili da svuotare, stratificate come sono, e risultano molto più spettrali alla luce interna, trasparenti come deriveranno. L'unico inconveniente è costituito da qualche lacrima durante lo svuotamento.
Le fotografie vi mostrano una cipolla in illuminazione ed al buio, così potrete giudicare l'effetto, molto vicino a quello di un lumino in vetro smerigliato, che la tradizione ci ha tramandato per i nostri cimiteri, derivandola dalla medesima usanza, in partenza.
Le tradizioni vanno e vengono, attraversando l'Atlantico, ma le radici delle popolazioni europee conducono sempre ad un patos primordiale, comune ad ogni successiva elaborata ricorrenza.
In Basso Piemonte e nelle Alte Valli Liguri confinanti, la notte del 31 ottobre è sempre stata la "Nöte d'ê Lümere", con le identiche prerogative di Halloween, che oggi vengono ad allinearsi alla riedizione commerciale, riportando comunque in auge passate tradizioni.