VENTIMIGLIA
U
DESBARATU
U
DESBARATU
Nel periodo in cui il paese Italia era impegnato sui fronti
veneti della "Grande Guerra" 1915-18, l’economia della nostra
città, come quella di quasi tutto il territorio nazionale,
languiva a livelli di sopravvivenza, nell’intento di fornire
risorse per le truppe in prima linea, o forse soltanto alle
brame di chi li guidava e li equipaggiava.
Proprio dal luglio 1915, la città era stata amministrata da una serie di
Commissari prefettizi, che avevano sostituito i Consigli
Comunali, dopo che questi avevano procurato
notevoli danni, tenacemente
impegnati nel combattere quella
“guerra municipale”, segnalata da Thomas Hanbury fin dal 1892.
In linea di massima, la Città sarà amministrata da autorità imposte fino
al 1946.
Con l’avvento dell’anno 1920, guidata da arguti Commissari, l’economia
cittadina riprese a fiorire; così, nella tarda primavera di quell’anno,
i commercianti ventimigliesi, associatisi, notificarono al
Commissario la necessità di indire, una volta l’anno, in estate,
una svendita delle loro giacenze, da tenersi su bancarelle
esposte lungo la strada principale del Cuventu, al di
fuori dei loro negozi; ora che la consolidata percorribilità di
Via Roma, da poco tracciata, concedeva una valida alternativa al
pur minimo traffico carrozzabile internazionale.
Il Commissario Carlo Cesare Montecchi concedeva l’avvio di
quella gran tradizione commerciale che si è tramandata col nome
di “u Desbaràtu”. Ai commercianti aderenti era fornito un
cartello dove appariva la silhouette della testa e del braccio
d’un uomo, il dito indice del quale mostrava la bancarella, con
la vistosa dicitura “Qui si vende a Desbaratu”.
Se “baratà” può avere il significato di: barattare,
permutare o scambiare; in ventemigliusu, “sbaratà”
significa piuttosto: smerciare, svendere; da cui
deriva “desbaratà” che appare sicuramente come: smaltire
l’invenduto, o liquidare le giacenze. Da allora, la vendita a
saldo ha avuto il riconoscimento di “a bunpàtu”: a buon
prezzo per pareggiare i costi; mentre “a desbaràtu” ha
preso il significato di sottocosto da liquidazione.
Oggi, il “Desbaratu” di Ventimiglia, imitato da quasi tutti i
centri costieri della provincia, è diventato il tradizionale
appuntamento estivo della giornata commerciale all’aperto, nella
prima domenica d’agosto, con le bancarelle piene di offerte dei
negozianti ventimigliesi, arricchito di molti eventi
collaterali: esibizioni itineranti di ballerini o giocolieri, della “Banda
Cittadina” e della ”Filarmonica Giovanile”, che sfilano lungo il
percorso pedonale ricavato lungo Via Cavour.
I commercianti mettono in vendita i residui di magazzino per far
posto ai nuovi arrivi della stagione invernale. concedendo al
pubblico dei residenti e dei turisti la possibilità di fare
ottimi affari. Già dalle 8.00 del mattino, corso Genova e via
Cavour vengono chiuse al traffico per agevolare i visitatori nel
tour tra le bancarelle: nella prima si troveranno quelle dei
venditori ambulanti, nella seconda, oltre le esposizioni
all’esterno degli esercenti della stessa via, troveranno spazio
anche commercianti di altre zone che si sposteranno in via
Cavour, per mettere in mostra i loro prodotti.
Tutta merce a prezzi interessantissimi, che per la componente di
visitatori d’oltralpe diventa: a “prix exceptionnels”,
dato che sono molti i transalpini che giungono da noi per
acquisti; come accade, seppur in misura inferiore degli anni
passati, ogni venerdì, con il settimanale mercato.