Ancöi l'è e i sun e ure
Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

 

 

Quando  Ventimiglia  aspettava

invano  di  essere  liberata

di Renzo VILLA - 1984

Ci attendeva invece un’interminabile pioggia

di cannonate, durata otto mesi.

La lenta agonia della Zona Intemelia nel Diario inedito di un testimone.

 

    Sono trascorsi quarant’anni da quando Ventimiglia e la Zona Intemelia vissero, in prima persona, il periodo certamente più tragico di questo secolo. Una pagina recente di storia locale, per lo più sconosciuta, sulla quale  - a parte l’ormai introvabile Città Martire di Mons. Nicolò Peitavino  - scarseggiano documenti e testimonianze.

    Ventimiglia, già duramente provata dai bombardamenti aerei  - iniziati il 10 dicembre 1945 e proseguiti nell’anno successivo  - sul finire di quell’estate del ‘44, era sul punto di venire investita, per la seconda volta in quattro anni, dalla guerra vera e propria. Era lo scotto che essa si preparava a pagare nella speranza di essere liberata dalle truppe alleate, sbarcate sulle coste della Provenza il 15 agosto, nel corso dell’Operazione Anvil-Dragoon.

    Una rapida avanzata sulla Costa Azzurra, in poco più di venti giorni, aveva portato il fronte a Mentone, raggiunta il 6 settembre dalle prime pattuglie di paracadutisti canadesi e americani, al comando del Luogotenente Paul Laporte, un francofono originario del Quebec, morto tre giorni dopo in seguito alle ferite riportate. Nel frattempo, le truppe francesi si erano impadronite del forte di Mont Agel.

    È da quel momento che, per la popolazione intemelia, inizia l’attesa della sospirata liberazione, un evento che sembra finalmente a portata di mano.

    Malgrado il pericolo incombente, la gente rifiuta di allontanarsi e resta tenacemente attaccata alla propria terra. Oramai è guerra dappertutto e tanto vale aspettare gli eventi sul posto sistemandosi in rifugi di fortuna. Del resto non può essere che questione di giorni, forse soltanto di ore.

    Si trattava, purtroppo, di una disperata illusione collettiva, de­stinata a protrarsi per otto interminabili mesi. Non eravamo affatto  - secondo l’opinione corrente di allora  - all’epilogo della tragedia, ma appena all’inizio dell’ultimo terribile atto.

Come racconta Winston Churchill nella sua Storia della Seconda Guerra Mondiale, la decisione di aprire un nuovo fronte nel Sud della Francia era stata presa non senza aspre divergenze fra lui e gli alleati, che ne avevano cominciato a discutere alla conferenza di Teheran, nel novembre 1945.

    Il Primo Ministro inglese ne era stato un tenace oppositore, intanto perché originariamente lo sbarco in Provenza avrebbe dovuto precedere (e non seguire, come poi è avvenuto) quello in Normandia e poi perché Dragoon sarebbe stata effettuata distogliendo alcune divisioni dal fronte italiano che a lui stava maggiormente a cuore.

    Ma, alla fine egli non aveva potuto fare a meno di concedere il suo assenso all’esecuzione di un piano che aveva l’approvazione di Roosvelt, di Stalin e, ovviamente, di De Gaulle.

    In ogni caso, lo scopo dell’operazione era sì quello di liberare la Francia meridionale, ma l’obiettivo principale restava il congiungimento  - attraverso la valle del Rodano  - delle truppe sbarcate fra Saint-Tropez e Saint-Raphael con quelle provenienti dalla Normandia che a-vanzavano al Nord, in modo da intrappolare in una gigantesca sacca le restanti truppe tedesche dislocate nelle regioni sud-occidentali della Francia.

    Due fatti che si verificarono puntualmente: il congiungimento avvenne l’11 settembre a Sombernon (presso Digione) fruttando agli alleati la cattura di ventimila prigionieri.

* * * *

    Malauguratamente per piano strategico dell’Operazione Dragon non prevedeva che, dopo la liberazione della Francia si procedesse all’invasione delle regioni nord-occidentali d’Italia, difese naturalmente, fra l’altro da una barriera montagnosa tale da sconsigliare ogni prosecuzione dell’impresa.

    L’idea di varcare le Alpi fu non mai presa in considerazione perché avrebbe richiesto la disponibilità di salmerie e di truppe particolarmente addestrate ed equipaggiate per la guerra di montagna, che non figuravano nel terrificante apparato degli alleati.

    Anzi, sul finire del ‘44, i reparti americani furono trasferiti dal fronte delle Alpi Marittime nelle Ardenne dove maggiormente urgevano rinforzi.

    Così gli alleati, che avanzavano vittoriosamente su tutti i fronti  - malgrado la loro superiorità  - si arrestarono al confine italo-francese da dove non si sarebbero più mossi fino al 25 aprile.

    E a noi non restò altro che subire tutte le disastrose conseguenze derivanti dalla rischiosa vicinanza del “fronte stazionario”, con i quotidiani bombardamenti terrestri e navali (più qualche periodica incursione aerea) e con l’odissea della popolazione civile che pagò duramente in termini di sofferenze e di vittime.

* * * *

    Durante l’inverno 1944 - 45, Ventimiglia è una città agonizzante, praticamente isolata dal resto del mondo. La stazione internazionale e lo scalo del Campasso  - dopo i bombardamenti e le sistematiche distruzioni operate dai tedeschi  - sono un ammasso di rottami; le comunicazioni ferroviarie con Imperia e col Piemonte sono interrotte.

    Non esistono più servizi automobilistici di trasporto urbani né extra-urbani, le vie cittadine sono invase dalle macerie, molte case sono completamente distrutte, tutte le altre sono gravemente danneggiate.

    Mancano la corrente elettrica e il gas, c’è penuria di viveri e d’acqua. Parte degli abitanti ha spontaneamente abbandonato la città prima dell’ordine di sfollamento impartito il 12 novembre e mai completamente eseguito. La popolazione rimasta vive nell’indigenza e nella paura, rifugiata nelle gallerie e negli scantinati.

    Le Frazioni sono deserte, fin dal mese di settembre i tedeschi hanno costretto gli abitanti a sgomberare. Alla Caserma Umberto I, un cartello avverte minacciosamente che chi sarà trovato al di là di esso verrà passato per le armi.

    Le campagne sono abbandonate, i raccolti perduti, l’esercizio della pesca proibito. La floricoltura e il turismo non sono che il pallido ricordo di un passato che, sebbene recente, sembra lontanissimo.

    Le giornate trascorrono lentamente (e ne dovranno passare 240) fra un cannoneggiamento e l’altro, senza che si intravveda lo sbocco di una situazione che, di giorno in giorno, si fa sempre più insostenibile.

* * * *

    Di questo tristissimo periodo tratta il Diario che ci apprestiamo a pubblicare  - a partire dal prossimo numero  - nell’intento di portare un contributo alla conoscenza storiografica e di stimolare eventuali ricerche da parte di appassionati di memorie locali.

    Ne è autore un nostro fedele abbonato, l’Ing. Giuseppe Biancheri  - che oggi vive e lavora a Roma  - al quale va il nostro ringraziamento per aver messo a disposizione de La Voce Intemelia questo singolare documento che vedrà così la luce per la prima volta.

v v v v v v v v v

    Come preannunciato, iniziamo la pubblicazione del Diario. di Guerra dell’Ing. Giuseppe Biancheri, Gipi per gli amici. All’epoca dei fatti egli era giovanissimo, aveva 16 anni, abitava con la famiglia a Latte, e studiava privatamente non potendo, a causa della guerra, frequentare il primo anno di liceo classico al quale si era iscritto.

    Nel suo Diario ha annotato puntualmente e scrupolosamente tutto ciò di cui è stato testimone diretto, a cominciare dal bombardamento aereo di Mortola e Latte del 25 agosto 1944, fino all’evacuazione di Ventimiglia da parte delle truppe francesi di occupazione, avvenuta l’11 luglio dell’anno dopo.

    Il Diario  - che non ha naturalmente la pretesa di essere una cronaca completa di quanto successe in quei mesi  - segue le vicende della famiglia Biancheri che, dalla frazione del Ponente, sfolla a Ventimiglia, da- qui a Bordighera ed, infine, a Ospedaletti. E questo, fra i molti altri, è un ulteriore pregio del documento perché in esso si rispecchiano le vicissitudini di molte famiglie che, in quel tremendo periodo, forzatamente si trasferiscono verso i centro orientali della Zona Intemelia allo scopo di allontanarsi il più possibile dall’inferno dei bombardamenti.

    Una speranza, anche questa, come quella della prossima liberazione, in qualche caso tragicamente delusa. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che le vittime dell’incursione aerea del 5 marzo 1945 su Ospedaletti furono, in gran parte, cittadini ventimigliesi, colà profughi alla ricerca della salvezza. Ma, ciò che più sorprende, nelle pagine di questo Diario, oltre alla tacitiana laconicità degli appunti, è il pacato distacco dagli avvenimenti che l’Autore si limita a fissare sulle pagine di un quaderno con uno stile puntigliosamente telegrafico, senza mai nulla concedere alle emozioni o alle impressioni personali.

    Alla data dell’11 settembre, ad esempio, scrive: Bagno sotto i tiri e il 14 dello stesso mese: Vendemmia, la mattina, con aeroplani. Due brevissimi flash per dirci che la vita, con le sue esigenze, continuava, malgrado l’eccezionalità del momento.

    Discendente di una famiglia di radicate tradizioni marinare (nella sua parentela si contano alcuni ammiragli), l’Ing. Biancheri è particolarmente attratto dagli aspetti marittimi di quella monotona guerra che si accanisce contro un paese distrutto.

    Armato di binocolo, e con l’aiuto dell’ Almanacco Navale  - scovato nella biblioteca di famiglia  - riesce imperturbabilmente ad individuare la nazionalità, il tipo, la classe armamento delle  navi  a che, quasi ogni giorno, scaricano sulle rovine di Ventimiglia loro rituali bordate. Ma lo spirito dì osservazione e di precisione dell’Autore va oltre: sulle pagine del Diario esegue, a matita, gli schizzi di alcune delle navi da guerra che fanno spesso la loro apparizione nelle acque antistanti la nostra zona, una delle quali, l’incrociatore francese Emil Bertin, dimostrava particolare assiduità.

    Alla fine di ogni mese, Biancheri, con la precisione contabile, tira le somme dei bombardamenti navali ed aerei.

    Trascura quelli terrestri, talmente frequenti e di ordinaria amministrazione che nemmeno la sua rigorosa contabilità sarebbe riuscita a registrare.

 

 

DIARIO  DI  GUERRA  DI  GiPi

Memorie di guerra della Zona Intemelia - agosto 1944 - luglio 1945

di GIUSEPPE BIANCHERI CHIAPPORI - GiPi

PRIMA PARTE - 1944

Agosto

VENERDÌ 25 - Bombardamento aereo di Latte e Mortola. Prima notte al rifugio (27 persone).

MARTEDÌ 29 - Bombardamento aereo al Forte - Riccardo Bargioni ferito lievemente.

MERCOLEDÌ 30 - Mitragliamento al Ponte del Butassu. Macchina tedesca incendiata.

Settembre

VENERDÌ 1° - Fuga della Milizia e sacco della Casa Rossa (Paraixu Russu]. Si avvista, per la prima volta, il caccia. Gli americani a Olivetta ?

MARTEDÌ 5 - Assistiamo, dalla galleria della Mortola, al cannoneggiamento di Mont Agel da parte dell’I.L. Emile Bertin e di 2 C.C.T.T. (I.L. e C.T. abbreviano rispettivamente Incrociatore Leggero e Cacciatorpediniere; N.d.r.).

MERCOLEDÌ 6 - Lungo mitragliamento da parte dell’aereo catapultabile su Punta Mortola e Punta Beniamin. Giungono i tedeschi nel nostro giardino per impiantare uno scivolo.

GIOVEDÌ 7 - Arrivano gli autocarri tedeschi. Il muro al mare, vicino al terrazzo, alcuni pilastri e il cancello rosa fatti saltare; incomincia la costruzione dello scivolo. Partenza di una parte dei Bargioni.

VENERDÌ 8 - La costruzione dello scivolo rallentata dal mare grosso. Un trattore, per errore, schianta il cancello sulla strada. Posizioni, in Francia, cannoneggiate dall’I.L. Dugay Trouin. Partenza dei rimanenti Bargioni.

SABATO 9 - Primo giorno che andiamo alla casa giù. Un C.T. bombarda Bellenda. Conversazione con un tedesco sulle nuove armi. Undici corvette, protette da 2 C.T. e un I.L. cannoneggiano posizioni sopra Ventimiglia e Bordighera.

DOMENICA 10 - Le stesse navi della sera precedente tirano su Forte San Paolo. I tedeschi non tornano nella mattinata e gli ultimi rimasti partono definitivamente. Marinai tedeschi cercano MAS a Punta Beniamino con feriti. La sera un C.T. bombarda Nervia e Capo Ampelio.

LUNEDI 11 - Posizioni tedesche sui monti bombardate dalla corazzata Lorraine. Bagno sotto i tiri. Un C.T. bombarda per un’ora Punta Mortola e Punta Arma.

MERCOLEDÌ 13 - Proiettili, non si sa da dove, cadono da Gaetano e davanti a casa nostra.

GIOVEDÌ 14 - Vendemmia, la mattina, con aeroplani. Verso le 13 un C.T. lancia proiettili sulla Mortola, vicino alla Vedetta e da Carlo. Verso sera compare un I.L. americano tipo Savannah.

VENERDÌ 15 - La mattina continua la vendemmia. Bagno con aeroplani. Si fa sgomberare la popolazione di Sealza. Un soldato tedesco avvisa che verrà un ordine di sfollamento.

SABATO 16 - Ordine, per Latte, di sfollare entro le h. 20: Fiasco della commissione che cerca di evitare lo sgombero. Partenza degli Orengo e dei Queirolo-Ammirati. Verso le 21 salta la galleria di Acquarone.

DOMENICA 17 - Il Federale ottiene il rinvio dello sgombero fino a martedì sera. La sera, ordine di sgombero a Ciotti e Grimaldi.

LUNEDI 18 - Notizie contraddittorie sullo sfollamento. Partenza delle Guerraio e dei Maccario, verso sera.

MARTEDÌ 19 - Partenza dei bambini Notari in camion, sotto la pioggia. La galleria della Mortola viene evacuata, Giuseppina va nella galleria di Boccanegra.

MERCOLEDÌ 20 - Verso le 9 partono i Notari. Durante il giorno si svina e si cerca di recuperare le tavole dello scivolo. All’imbrunire partenza. Arrivo a Palazzo Galleanì.

GIOVEDÌ 21 - Giornata trascorsa a Ventimiglia. Verso le 19.30 partenza per Bordighera. Arrivo a Villa Elisa.

MARTEDÌ 26 - Diciotto bimotori attaccano obiettivi nella Val Roia.-

GIOVEDÌ 28 - Proiettili vicino al Continentale diretti al cannone di Villa Ortensia (C.T. inglese tipo Greyound).

VENERDÌ 29 - Fra le 13 e le 16 bombardamento navi zona centrale di Bordighera.

SABATO 30 - Ci trasferiamo alla Pensione Bellavista. Un C.T., bombarda Latte.

Ottobre

SABATO 7 - Il Signor Notari si reca a Latte da dove sono partiti anche quelli che avevano il permesso. Dice che la casa era aperta e tutti gli oggetti fuori posto.

GIOVEDÌ 12 - Bombardamento di Bordighera da parte di una Corvetta (h. 17.30).

SABATO 14 - Bombardamento di Bordighera da parte di un C.T. (h. 16).

VENERDÌ 20 - Sanremo bombardata per due ore da un C.T. protetto da corvette.

SABATO 21 - Un deposito di munizioni nel Mercato salta in aria. Sig. Notari e Sig. Romanoni feriti a Ventimiglia.

LUNEDI 23 - Bordighera bombardata per mezz’ora, fra le 12,30 e le 13.

MARTEDÌ 24 - Batteria tedesca a Villa Ortensia bombardata per trequarti d’’ora, alle 9.30 da un I.L. - La sera 2 C.T. bombardano Ventimiglia.

GIOVEDÌ 26 - Compare l’I.L. Jeanne d’Arc. Un C.T. francese danneggiato ?

SABATO 28 - Ventimiglia cannoneggiata per due ore dall’E. Bertin e da 2 C.T. Mitragliamento su Bordighera, Sospello, Castelar, Latte e i monti Grammondo e Longoira, evacuati dai tedeschi.

LUNEDI 30 - Colla Sgarba e la foce del Nervia bombardati dall’E. Bertin, ore 15.30 - 16.30 circa.

Novembre

MERCOLEDÌ 1° - La stazione radiotrasmittente di Bordighera bombardata da un C.T.

SABATO 4 - Un C.T. bombarda Bordighera per l’ottava volta, h. 13 circa.

DOMENICA 5 - Bordighera bombardata per la nona volta (h. 15 circa).

LUNEDI 6 - Bordighera bombardata per la decima volta (h. 15 ca.). MERCOLEDÌ 8 - Un I.L. tipo Galissonière (?) bombarda, dalle 10.30 alle 12.30, la Valle Roia.

GIOVEDÌ 9 - Un I.L. tipo Galissonnière (?) bombarda, dalle 9.30 alle 14.30, la Valle Roia.

VENERDÌ 10 - Breil, Fontan e Saorge evacuati dai tedeschi (?).

MERCOLEDÌ 15 - L’artiglieria terrestre bombarda Bordighera (11a volta), ore 9. Alle 21.30 bombardamento navale su Vallecrosia.

VENERDÌ 17 - La Valle Roia e la Val Nervia bombardate da un I.L. dalle 9 alle 14.

LUNEDI 21 - Sanremo bombardata da un C.T.

LUNEDI 27 - La Val Nervia bombardata dal Jeanne d’Arc.

Dicembre

LUNEDI 4 - Comincia lo sgombero della popolazione di Ventimiglia.

MARTEDÌ 5 Ventimiglia bombardata a 3 riprese da C.C.T.T.

SABATO 9 – Il Jeanne d’Arc bombarda la Val Roia.

MERCOLEDÌ 13 - La strada tra Ospedaletti e Bordighera bombardata da un C.T.

GIOVEDÌ 14 - Il Jeanne d’Arc bombarda Ventimiglia.

VENERDÌ 15 - Un C.T. tipo Bourrasque bombarda Bordighera (12a volta), ore 16.

GIOVEDÌ 19 - Bordighera bombardata da un C.T. inglese (13a volta), ore 13 circa.

SABATO 23 - Vallecrosia e Bordighera bombardate da un C.T. (14a volta).

GIOVEDÌ 28 - L’artiglieria terrestre bombarda il principio di Bordighera (mattino e h. 14).

VENERDÌ 29 - Caccia-bombardieri attaccano Isolabona.

DOMENICA 31 - Alle 11.30 Sanremo bombardata da caccia-bombardieri.

(in dicembre 34 bombardamenti navali)

 

                                                       LA VOCE INTEMELIA anno XXXIX  n.10  - ottobre 1984

 

SECONDA PARTE - 1945

Gennaio

LUNEDÌ 1° - Granate terrestri a Bordighera, in via Lagazzi e alla stazione (h. 12 circa).

SABATO 6 - // Nervia bombardato da un I. L. tipo Galissonière.

DOMENICA 7 - Il Nervia bombardato dall’I.L. Emile Bertin. Sanremo bombardata da 8 aerei alle ore 15,30.

MERCOLEDÌ 10 - Sanremo bombardata da 4 aerei alle h. 15.

GIOVEDÌ 11 - Alle 11 circa, via Lagazzi bombardata dall’artiglieria terrestre. Verso le 13.30 il bombardamento viene ripetuto prima da terra e poi da un C.T. (15* volta).

VENERDÌ 12 - Granate di terra cadono sotto al Bellavista, alla casa Regina Margherita (h. 11,30). Altre granate, alle 17,30 circa, alla Banca Commerciale.

SABATO 13 - Ore 22,30, qualche granata su Bordighera Alta.

DOMENICA 14 - Alle 10,30, i forti bombardano la zona di via Lagazzi. Fra le 14 e le 17, Bordighera viene bombardata in due riprese dalle navi (16a e 17a volta).

LUNEDÌ 15 - Due LI. L.L. tipo Galissonière e un C. T. bombardano, verso le 14, Imperia e Sanremo e, fra le 15 e le 17, Bordighera (18a volta).

MARTEDÌ 16 - Partenza per Ospedaletti.

MERCOLEDÌ 17 - Alle 10, otto cacciabombardieri attaccano il porto di Sanremo.

LUNEDÌ 29 - Ore 14, un I.L. tipo Galissonière bombarda Sanremo e Villa Helios.

(in Gennaio: 29 bombardamenti navali)

Febbraio

MARTEDÌ 6 - Ore 11, il centro di Bordighera e la Via dei Colli bombardata da caccia-bombardieri. Ore 12 - 12,30: Sanremo bombardata dal Jeanne d’Arc. Passaggio di bombardieri.

MERCOLEDÌ 7 - Bordighera e Coldirodi bombardate da ciaccia-bombardieri verso le 10,30 .

DOMENICA 11 - Attacco di caccia-bombardieri su Dolceacqua (h. 10,30). Sanremo mitragliata (h. 15,30).

LUNEDÌ 12 - La Valle Nervia bombardata da caccia-bombardieri.

MARTEDÌ 13 - Sanremo bombardata da aerei (h. 10,30).

MERCOLEDÌ 14 - Ospedaletti bombardata da un I.L. (h. 14,30-15,30). Aerei bombardano Sanremo (h. 14).

MERCOLEDÌ 21 - Dolceacqua e Sanremo bombardate da aerei (h. 10,30).

MERCOLEDÌ 28 - Aerei bombardano a quattro riprese, tra le 14 e le 16.

(in febbraio: 43 bombardamenti navali, 16 bombardamenti aerei)

Marzo

GIOVEDÌ 1° - Un incrociatore spara su Vallecrosia e Ventimiglia.

VENERDÌ 2 - Un I,L. (Galissonièrej e due caccia-bombardieri attaccano Bordighera, Arziglia e Madonna della Ruota (h. 13,15 - 15,15). Il Jeanne d’Arc e un altro I.L. tipo Galissonière sparano su Bordighera (16 e 17 rispettivamente). Sanremo bombardata dal primo incrociatore (h. 17) e da aerei (h. 15). Quattro aerei bombardano Ospedaletti.

SABATO 3 - Ospedaletti attaccata verso le 12 da 1 o 2 aerei.

DOMENICA 4 - Bombe sganciate in mare presso Ospedaletti a 3 riprese.

LUNEDÌ 5 - 24 bombardieri medi e 8 caccia-bombardieri attaccano con bombe da 500 Kg la zona orientale dì Ospedaletti (h. 14,30-15). Parte dell’Albergo Svizzero crolla. Si dorme dai Vota.

MARTEDÌ 6 - La giornata passata alla galleria di Sanremo.

GIOVEDÌ 8 - La giornata passata alla galleria di Madonna della Ruota. Ore 15, bombe sganciate in mare presso Ospedaletti.

VENERDÌ 9 - Ore 15 - 18: bombardieri attaccano la zona orientale di Ospedaletti.

SABATO 10 - Due bombe sganciate in mare presso Ospedaletti (h. 10,15).

MARTEDÌ 13 - Ospedaletti bombardata da 8 aerei in picchiata (h. 14.45).

DOMENICA 18 - Rastrellamento nella galleria di Bordighera.

MARTEDÌ 20 - Sanremo e Ventimiglia bombardate da un I. L.

MERCOLEDÌ 28 - Vallecrosia attaccata da caccia-bombardieri (h. 15).

GIOVEDÌ 29 - Villa Helios bombardata a 2 riprese da aerei (h. 16 e 18).

SABATO 31 - Sanremo bombardata da aerei e da un incrociatore tipo Galissonière.

(in marzo: circa 20 bombardamenti navali e 12 aerei)

Aprile

DOMENICA 1° - Pasqua.

MERCOLEDÌ 4 - Quattro aerei attaccano Villa Helios (h. 19,30).

GIOVEDÌ 5 - Quattro aerei bombarda­no Vallecrosia (h. 14,40).

VENERDÌ 6 - Vallecrosia attacata ancora.

DOMENICA 8 - Ospedaletti bombardata da quattro aerei. (h. 16,30)

MARTEDÌ 10 - Due I.I.LL: bombardano, a più riprese, Ventimiglia e la Val Nervia. Bombe sganciate in acqua presso Bordighera dagli aerei di scorta (h. 11,35).

GIOVEDÌ 12 - Ventìmiglia e Vallecrosia bombardate da 4 aerei (h. 10,15). Un I.L. tipo Leander (?) cannoneggia Sanremo (h. 17 circa). Anche nella notte (22,15) unità navali sparano sulla città.

DOMENICA 15 - Alle h. 03,15, bombardamento navale su Sanremo. Dalle h. 06,30 in poi unità navali sparano su Ventimiglia e la Val Nervia.

VENERDÌ 20 - La radio annuncia l’occupazione francese di Breil.

DOMENICA 22 - La radio annuncia il forzamento della frontiera franco-italiana.

LUNEDÌ 23 - / tedeschi e i fascisti sgombrano rapidamente la costa fra Ventimiglia e Sanremo. Tre aerei mitragliano carriaggi tedeschi a Ospedaletti (h. 13 circa). Ore 15: compaiono due I.I.L.L. tipo Galissonière uno dei quali bombarda Sanremo.

MARTEDÌ 24 - / patrioti occupano Coldirodi e Sanremo. Ospedaletti sgombrata dai tedeschi. Verso sera, scontri, a Sanremo, fra tedeschi e partigiani.

MERCOLEDÌ 25 - Nella notte alcuni tedeschi, tornati indietro, fanno saltare il ponte presso Ospedaletti che viene occupata dai patrioti dalle h. 6,45. Bombardamento navale su Sanremo e aereo su Bordighera (h. 15 circa). Un aereo da ricognizione, ammarato per errore nel Roia. informa gli alleati sulla situatone. La sera, pattuglie francesi entrano a Ventimiglia.

GIOVEDÌ 26 - Reparti del!’8a divisione francese occupano stabilmente Ventimiglia.

VENERDÌ 27 - Bordighera, Ospedaletti e Sanremo occupate da reparti senegalesi.

SABATO 28 - 34 unità navali appoggiano lo sbarco a Sanremo (h. 12).

 

MERCOLEDÌ 11 LUGLIO - Le truppe francesi evacuano da Ventimiglia.

 

                                                                              LA VOCE INTEMELIA anno XXXIX  n.11  - novembre 1984