ARCHEOLOGIA POSSIBILE
INCISIONI RUPESTRI INTEMELIE
INTAGLI E COPPELLE SONO ASSAI DIFFUSE
NEL TERRITORIO DEL PONENTE LIGURE
Il monumentale complesso delle incisioni rupestri, rinvenute attorno a Monte Bego, le decine di migliaia di “gravures” scolpite sulle rocce di Valle delle Meraviglie e Valli limitrofe, con la loro varietà di segni e di forme; ha inevitabilmente tenuto in secondo piano i rinvenimenti, molto più recenti, delle moltissime incisioni sparse per tutto il territorio del Ponente Ligure, a partire da quelle dei Balzi Rossi.
Specialmente nella Zona Intemelia, si fanno sempre più frequenti i ritrovamenti di siti dove emergono rocce intagliate e coppellate, per i quali il disinteresse delle Soprintendenze abilitate è diventato ormai palese. Possiamo proseguire così, fino a quando una certa sensibilità, maturata di recente tra i ricercatori dilettanti, riesce a preservare i ritrovamenti; ma quale sarà il divenire delle relazioni scientifiche in merito?
Equide del Caviglione
GLI INTAGLI FUSIFORMI DEI BALZI ROSSI
Le prime ricerche condotte nel complesso archeologico dei Balzi Rossi, fin dal 1846, si interessarono quasi esclusivamente di scavi, benché apparisse logico di come gli abitatori di quelle caverne, capaci di apprezzare le statuette delle Veneri, dei quali si erano già trovati segni incisi sulle ossa e sulle corna, avessero potuto produrre segni, ovviamente su livelli diversi da dove si erano ritrovati gli oggetti sopra citati. Seguendo questo ragionamento, nel 1971 per la prima volta, Giuseppe Vicino ritrovò la presenza di incisioni paleolitiche in alcune delle grotte.
La prima scoperta avvenne nella cavità che mette in comunicazione il Riparo Mochi con la Grotta del Caviglione. Un migliaio circa di segni lineari, inequivocabilmente prodotti dall’uomo. Disposti sovente in gruppi paralleli, coi margini parzialmente slabbrati, ai margini delle fessure o sulle sporgenze della roccia; in qualche caso sono lunghi oltre i venti centimetri. Quattro di questi segni potrebbero essere interpretati come simboli sessuali, maschili e femminili, disposti a coppie.
In seguito, Giuseppe Vicino ritrovò altri intagli fusiformi sulle pareti della caverna del Principe e della Barma Grande, della Grotta dei Fanciulli e della Grotta Florestano, per un totale di oltre duemila segni. Notevole è il complesso rinvenuto nella Grotta del Caviglione, dove è chiaramente ritratto un cavallo della steppa, certamente presente sul sito durante il würmiano, ritualmente solcato da intagli fusiformi.
Monte Granmondo
Sulle rocce del Monte Granmondo, situato al confine italo-francese, all’interno di due grotte, forse collegate con la tipologia degli intagli dei Balzi Rossi, nel 1973, sono comparse segnalazioni di evidenti incisioni rupestri, verificate da ricercatori del Museo di Antropologia Preistorica di Monaco Principato.
Data l’importanza che potrebbero rivestire tali incisioni, rientranti in territorio italiano, costituite da intagli fusiformi e da coppelle, croci e segni vari, la scoperta meriterebbe di essere approfondita.
Prima di Sant’Ampelio
Incisioni rupestri al Capo di Bordighera
Luigino Maccario - 2003
Alla metà di maggio, in considerazione delle buone temperature, era usanza dei pastori di partire con le greggi per gli alpeggi; non prima di aver ottemperato ad un raduno, nel quale trovavano svolgimento ritualità propiziatorie.
Come per quella agricola, finanche per la stagione marinara, il mese di maggio rappresentava l’ideale per l’avvio dei maggiori impegni lavorativi, sempre attraverso i riti di un probabile raduno.
Il luogo più adatto per un raduno che competesse ad entrambe le attività stagionali delle antiche popolazioni intemelie è stato il Capo Ampelio, quello antistante al centro storico di Bordighera. Lo indicano le numerose incisioni rupestri, a carattere di oggetto celebrativo, che appaiono sulle rocce circostanti il Municipio bordigotto, proprio sotto il piazzale del Capo. Anche le attuali tradizioni patronali potrebbero seguire l’ancestrale memoria di un antichissimo e persistente raduno marino-pastorale.
La ritualità assegnata alle numerosissime coppelle incise e riunite da un canaletto, starebbe ad ipotizzare che una poderosa assemblea avvenisse in quel luogo ed in questo mese.
Enzo Bernardini ha segnalato il ritrovamento a Ausilio Priuli e a Italo Pucci che lo hanno pubblicato sui quaderni di Priuli e Verlucca, nel 1994, parlando di megalitismo in Liguria.
Per avvalorare l’antico fenomeno, si può osservare che ci si trova sulle balze di un capo dal quale si spazia per decine di chilometri sulle due riviere e che si è al centro di un territorio dalla frequentazione antichissima.
LA VOCE INTEMELIA anno LVIII n. 7 - luglio 2003
L’Eremo di San Michele
Sulle alture di San Romolo, a San Remo
In prossimità dell’Eremo di San Michele, alle spalle di Sanremo, sulla parte sommitale di un masso dalla forma allungata e tondeggiante, si sviluppa per oltre due metri un canaletto unente cinque coppelle, la più grande delle quali ha un diametro di circa 20 cm; altre incisioni isolate si riconoscono nell’area circostante: coppelle, una figura serpentiforme, un profondo cruciforme ed altre, che comunque, devono essere ancora scientificamente indagate.
L’affatto infrequente presenza di incisioni in prossimità di santuari, chiese e cappelle, pone il solito questo se le prime siano state incise posteriormente all’edificio cristiano o se quest’ultimo sia stato eretto in conseguenza della presenza delle incisioni; nella maggior parte dei casi ci troviamo in presenza della seconda situazione, a dimostrazione di come tali luoghi di culto cristiano siano stati fondati su aree sacre pagane, allo scopo di sovrapporsi fisicamente e spiritualmente all’antica religione.
Curiosamente nell’Europa del nord, Gran Bretagna in particolare, gli edifici cristiani eretti in luoghi di culto pagani venivano dedicati soprattutto a San Michele.
A.P. - I.P. pagina 28
Ausilio Priuli - Italo Pucci : Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria
- Priuli & Verlucca - Ivrea 1994
INCISIONI RUPESTRI "Meraviglie"