In prossimità dell’Eremo di San Michele, alle spalle di Sanremo,
sulla parte sommitale di un masso dalla forma allungata e
tondeggiante, si sviluppa per oltre due metri un canaletto unente
cinque coppelle, la più grande delle quali ha un diametro di circa
20 cm; altre incisioni isolate si riconoscono nell’area circostante:
coppelle, una figura serpentiforme, un profondo cruciforme ed altre,
che comunque, devono essere ancora scientificamente indagate.
L’affatto infrequente presenza di incisioni in prossimità di
santuari, chiese e cappelle, pone il solito questo se le prime siano
state incise posteriormente all’edificio cristiano o se quest’ultimo
sia stato eretto in conseguenza della presenza delle incisioni;
nella maggior parte dei casi ci troviamo in presenza della seconda
situazione, a dimostrazione di come tali luoghi di culto cristiano
siano stati fondati su aree sacre pagane, allo scopo di sovrapporsi
fisicamente e spiritualmente all’antica religione.
Curiosamente nell’Europa del nord, Gran Bretagna in particolare, gli
edifici cristiani eretti in luoghi di culto pagani venivano dedicati
soprattutto a San Michele.
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A.P. - I.P.
Sulle rocce del Monte Granmondo,
situato al confine italo-francese, all'interno di due grotte, forse
collegate con la tipologia degli intagli dei Balzi Rossi,
nel 1973, sono comparse
segnalazioni di evidenti
incisioni rupestri, verificate da ricercatori del Museo di
Antropologia Preistorica di Monaco Principato.
Data l’importanza che potrebbero rivestire tali incisioni,
rientranti in territorio italiano, costituite da intagli
fusiformi e da coppelle, croci e segni vari, la scoperta meriterebbe
di essere approfondita.
Le
prime ricerche condotte nel complesso archeologico dei Balzi Rossi, fin
dal 1846, si interessarono quasi esclusivamente di scavi, benché
apparisse logico di come gli abitatori di quelle caverne, capaci di
apprezzare le statuette delle Veneri, dei quali si erano già trovati
segni incisi sulle ossa e sulle corna, avessero potuto produrre segni,
ovviamente su livelli diversi da dove si erano ritrovati gli oggetti
sopra citati. Seguendo questo ragionamento, nel 1971 per la prima volta,
Giuseppe Vicino ritrovò la presenza di incisioni paleolitiche in alcune
delle grotte.
La prima scoperta avvenne nella cavità che mette in comunicazione il
Riparo Mochi con la Grotta del Caviglione. Un migliaio circa di segni
lineari, inequivocabilmente prodotti dall’uomo. Disposti sovente in
gruppi paralleli, coi margini parzialmente slabbrati, ai margini delle
fessure o sulle sporgenze della roccia; in qualche caso sono lunghi
oltre i venti centimetri. Quattro di questi segni potrebbero essere
interpretati come simboli sessuali, maschili e femminili, disposti a
coppie.
In seguito, Giuseppe Vicino ritrovò altri intagli fusiformi sulle pareti
della caverna del Principe e della Barma Grande, della Grotta dei
Fanciulli e della Grotta Florestano, per un totale di oltre duemila
segni. Notevole è il complesso rinvenuto nella Grotta del Caviglione,
dove è chiaramente ritratto un cavallo della steppa, certamente presente
sul sito durante il würmiano, ritualmente solcato da intagli fusiformi.
ARCHEOLOGIA POSSIBILE
Luigino Maccario - 2003
Alla metà di maggio, in
considerazione delle buone temperature, era usanza dei pastori di
partire con le greggi per gli alpeggi; non prima di aver ottemperato
ad un raduno, nel quale trovavano svolgimento ritualità
propiziatorie.
Come per quella agricola, finanche per la stagione marinara,
il mese di maggio rappresentava l’ideale per l’avvio dei maggiori
impegni lavorativi, sempre attraverso i riti di un probabile raduno.
Il luogo più adatto per un raduno che competesse ad entrambe
le attività stagionali delle antiche popolazioni intemelie è stato
il Capo Ampelio, quello antistante al centro storico di Bordighera.
Lo indicano le numerose incisioni rupestri, a carattere di oggetto
celebrativo, che appaiono sulle rocce circostanti il Municipio
bordigotto, proprio sotto il piazzale del Capo. Anche le attuali
tradizioni patronali potrebbero seguire l’ancestrale memoria di un
antichissimo e persistente raduno marino-pastorale.
La ritualità assegnata alle numerosissime coppelle incise e
riunite da un canaletto, starebbe ad ipotizzare che una poderosa
assemblea avvenisse in quel luogo ed in questo mese.
Enzo Bernardini ha segnalato il ritrovamento a Ausilio
Priuli e a Italo Pucci che lo hanno pubblicato sui quaderni di
Priuli e Verlucca, nel 1994, parlando di megalitismo in Liguria.
Per avvalorare l’antico fenomeno, si può osservare che ci si
trova sulle balze di un capo dal quale si spazia per decine di
chilometri sulle due riviere e che si è al centro di un territorio
dalla frequentazione antichissima.
LA VOCE INTEMELIA anno LVIII n.7 luglio 2003
Il monumentale complesso delle incisioni rupestri, rinvenute attorno
a Monte Bego, le decine di migliaia di "gravures" scolpite sulle
rocce di
Valle delle Meraviglie e Valli
limitrofe, con la loro varietà di segni e di forme; ha
inevitabilmente tenuto in secondo piano i rinvenimenti, molto più
recenti, delle moltissime incisioni sparse per tutto il territorio
del Ponente Ligure, a partire da quelle dei Balzi Rossi.
Specialmente nella
Zona Intemelia, si fanno sempre più
frequenti i ritrovamenti di siti dove emergono rocce intagliate e
coppellate, per i quali il disinteresse delle
Soprintendenze abilitate è
diventato ormai palese. Possiamo proseguire così, fino a quando una
certa sensibilità, maturata di recente tra i ricercatori dilettanti,
riesce a preservare i ritrovamenti; ma quale sarà il divenire delle
relazioni scientifiche in merito ?