Sentendosi continuamente che molte persone che vengono di fori si vanno introducendo in la città per modi indiretti e fori degli ordini, con grandissimo periculo di continuare et acrescere il morbo contagioso, e si come per estinguerlo e discagiarlo si son fatti e si van facendo tuttavia molti travagli con spesa quasi intolerabile particípate anche il negotio con la Signoria Ill.ma e volendo acciò provedere in virtù delle presenti si comanda che non sia persona alcuna di qualsivoglia stato, grado, condizione, qualità e sesso, niuna esclusa, la qualle uscendo di casa infeta e sospetta di peste in qual si voglia villa, borgo, castello, terra e logo dominio della p.ta Serenissima Repubblica, et si presumi con boleta e senza boleta o sotto qualsivoglia colore entrar nella città a qualsivoglia modo sotto pena della morte naturale nella quale s’intende intercorrere o essere in corso subito di haver contrafatto al presente ordine, comandiamo oltre ciò che tutti coloro che partendosi da case non sospette nè infette per venire alla Città con loro bollette giustificate debbano entrare in essa per la porta della città, che riguarda a quella parte del dominio di dove venissero in modo che non le sia lecito strascicare, et per essempio venendo di verso levante debbino entrare per la porta di l’archo e venendo di verso ponente debbino entrare per la porta di San Tomaso, e coloro che vendono per via di mare debbino seniato prima l’ordine delle bolette al ponte de Spinoli entrar per la parte de i ponti o del molo, sotto pena d’esser posto in galera a remigar per quel tempo che a noi parrà, et alle donne di esser frustate o vero marcate in fronte senza alcuna remissione in arbitrio nostro, intendendosi sempre che le pene suddette possino esser date e non date secondo che a noi parerà che l’eccesso sii e non sii meritevole del castigo, ciascun dunque si guardi, perché sarà punito con ogni severità, et acciò che pervenghi a noticia d’ognuno si inviano le presenti da loco a loco, tutti i magnifici commissari giusdicenti Ufficiali et ogni altro a cui spetti cura di Sanità le doveranno far registrare pubblicare farle sotto nota della presentata e poi inviarle al suo più propinquo tanto che pervenghino alultimo della presente riviera di ponente, al quale resta cura rimandarcele, in fede dil che seranno impresse del nostro solito sigillo e firmate dal Cancelliere infrascritto.
In genova il di 19 di marzo 1580.
(Archivio di Stato, Fondo Ufficio di Sanità di Ventimiglia, Faldone 115).
LA VOCE INTEMELIA anno XLIV n. 5 - maggio 1989
Precauzioni che tutte le città della Liguria, Ventimiglia compresa, dovevano prendere per ordine dei Conservatori di Sanità della Serenissima Repubblica di Genova.
di Giusi INGENITO
CASTELLANO - 1989
A Ventimiglia, l'Archivio di Stato vide la luce nel 1951, come
Sottosezione, divenne quindi Sezione di Archivio di Stato nel 1965,
secondo la normativa del tempo, e dipende ora dalla sede principale
di Imperia.
Nel 2001, la
palazzina che lo ospita, risalente al 1886, è stata oggetto di una
totale ristrut-turazione, che hanno reso gli ambienti di via Thomas
Hanbury 12, luminosi ed accoglienti, con accesso attrezzato da
piazza Cesare Battisti, proprio di fronte alla Stazione ferroviaria.
Dal 1° ottobre del
2004, è costantemente aperto al pubblico, dalle ore 7,40 alle 13,15;
martedì e giovedì fino alle 16,50, chiuso sabato e domenica.
Esso conserva
documentazione dal secolo XIII al XX, per circa settemila pezzi, tra
cui faldoni, volumi, registri, mappe, filze e pergamene.
La documentazione
conservata si presta a studi storici ad ampio raggio, sia di natura
politica istituzionale che relativi alla cultura materiale.
Numerosi sono i
lavori e le tesi di laurea che hanno utilizzato le carte
dell'istituto, che di per sé ha svolto intensa attività culturale,
organiz-zando mostre e convegni, curando interessanti pubblicazioni.
La squadra che
gestisce la Sezione, è diretta da Maristella La Rosa, che nel tempo
si è avvalsa della collaborazione di Claudia Salterini, Giuseppa
Ingenito, Palma Gallo, Claudio Balestra e Angela.
Patron Gibello e tre suoi marinai partono da Ventimiglia a bordo di una imbarcazione diretta a “Sestri di Ponente”. Ecco la “bolletta sanitaria” attestante che essi provengono da una Città “per la Diogratia sana, e fuori d’ogni sospetto di peste”.