I
padri iniziatori della
Cumpagnia d’i Ventemigliusi ebbero fondamentale
importanza anche nella fondazione della Società Storico-Archeologica Ingauna
ed Intemelia, sorta nel 1932 ad Albenga e Ventimiglia, per riempire il vuoto
culturale e di ricerca nel quale oziava, in quel tempo, la archeologia
ligure.
Nel 1937, la Società, per volontà del proprio presidente, il professor Nino
Lamboglia, si trasformò in Istituto di Studi Liguri, estendendo la propria
sfera d’azione su tutto il territorio regionale, sostenuto in ogni luogo da
personalità di elevato spessore culturale e d’impegno pari a quello dei
fondatori.
Nel dopoguerra, ancora quel manipolo di fondatori seppe trovare le
conoscenze giuste per allargare l’azione dell’Istituto verso il territorio
assegnato ai Liguri della remota antichità, assumendo così l’importante
qualifica di Internazionale. Quel messaggio era teso inoltre al
riavvicinamento di popolazioni particolarmente toccate dagli episodi del
Secondo Conflitto Mondiale.
La comunità inglese, che da tempo dimorava nella Zona Intemelia, aveva
sempre avuto occasione di fare partecipi, o di lasciarsi coinvolgere
attivamente con le associazioni culturali locali; sicché, in occasione del
suo allontanamento coatto prodotto dalle famigerate “sanzioni”, aveva
dirottato i propri contatti verso queste entità, nell’intento di assegnare
loro compiti di mediazione verso l’autorità costituita.
La concomitanza dell’allontanamento di molte personalità britanniche con lo
sviluppo primario dell’Istituto, proprio attraverso la tessitura diplomatica
dei suoi fondatori, aveva guarnito le basi per la costituzione di un
impareggiabile patrimonio culturale ed immobiliare per il nascituro, che lo
renderà assai prestigioso, almeno fino a quando sono rimaste in vita quelle
eccezionali personalità.
L’opportunità di insediare la Sede Centrale dell’Istituto nel prestigioso
Museo, allestito da Clarence Bicknell, che la sua lungimirante nipote ed
erede, Margaret Serecold Berry aveva fatto in modo che capitasse in mani
adeguate; aveva concesso a Bordighera, per la cultura materiale della Zona
Intemelia, l’occasione di assumere una inaspettata centralità.
L’avvenuta internazionalità dell’Istituto ha dovuto aprire alla costituzione
di Sezioni territoriali omogenée, le quali trasferissero nel loro ambito lo
spirito dell’iniziativa, la quale avrebbe trovato il primario sviluppo nella
Sede Centrale di Bordighera. Con questa struttura, sotto il rispettoso
controllo degli specifici Organismi nazionali, l’Istituto ha vissuto una
lunga stagione di successi e grande visibilità, smorzata soltanto
dall’avvento delle Soprintendenze regionali, ma ancora progressivamente
attutita a partire dalla inopportuna dipartita del suo grande fondatore,
seguita per ragioni d’età, dall’immancabile raggiungimento da parte dei
costruttori di quei grandi momenti, che mai avrebbero immaginato
l’attuale opportunismo, incombente sull’Istituto.
* * *
Trovandosi più facilmente a contatto con la Sede Centrale, la Sezione
Intemelia usufruiva anche involontariamente delle sue strutture, mettendo in
cantiere attività fin troppo grandiose, le quali però finivano per essere
attribuite all’Istituto nel suo insieme, ponendo così la Sezione Intemelia a
risultare molto attiva, ma inavvertibile allo stesso tempo.
All’inizio degli Anni Novanta, in seguito alla provvidenziale continuità, nell’assegnazione verso la Sezione Intemelia dell’Istituto Internazionali di Studi Liguri, per la conduzione dei
locali al piano alto nella Ridotta dell’Annunziata, dove venne aperto il
prestigioso, quanto assolutamente ventimigliese, Civico Museo Archeologico “Girolamo Rossi”;
la sede della Sezione venne quivi trasferita, da quella precedente, ubicata
nel Museo Bicknell, a Bordighera.
Per nulla sgombro di annose, sconclusionate eccitazioni, il trasferimento a
Ventimiglia della sede di Sezione, oltre a divenire stimolo per nuove
iniziative, ha concesso finalmente un’opportuna visibilità a tutto tondo
della Sezione medesima, la quale anche oggi, come sempre è stato, riceve una
particolare considerazione da parte della Cumpagnia d’i Ventemigliusi, anche
attraverso questa interfaccia informatica.
Il Direttivo della Sezione Intemelia si riunisce presso il Civico Museo Archeologico "Girolamo Rossi", nella Ridotta dell'Annunziata.
Allo
scopo di far ricordare le caratteristiche e la qualità dei pezzi più
pregiati delle collezioni esposte, per ora, il Civico Museo Archeologico
"Girolamo Rossi" è dotato di dieci schede didattiche, stampate su delega
della Regione Liguria, con il contributo dell'Assessorato alla Cultura della
Provincia di Imperia, del Lions Club Ventimiglia e della COOP Liguria.
Le schede trattano i seguenti argomenti:
0) La Ridotta dell'Annunziata
1) Coppa in vetro con ictiocentauro
2) Testa di Giunone diademata
3) Rilievo gladiatorio
4) Marco Emilio Basso.
Un illustre cittadino di Albintimilium
5) Un sarcofago per due liberti
6) Un flacone da droghiere del III
secolo d.C.
7) Rilievo di Giove Dolicheno
8) Le due dediche di "Apronia
Marcella"
9) Statuetta fittile di personaggio
togato
Le illustrazioni sono state curate
da Fabio Piuma, Lorenzo Ansaldo e Monica Pozzar.
La Sezione Intemelia auspica e si
propone di dotare il Museo d'una serie di
produzioni originali
che, in un prossimo futuro, permettano l'apertura di un
book-shop, dove il visitatore possa
reperire: libri e documenti specialistici - libri e giochi didattici -
cancelleria e cartoleria accessori in materiali naturali - tee-shirt,
felpe, sciarpe - bijou - ceramiche e oggetti in vetro.
Nel futuro del Museo dovrà insistere
l'apertura al pubblico di sale adiacenti, contenenti collezioni non prettamente romane,
che rendano la fruibilità la più varia possibile, assieme al ripristino
definitivo del punto informativo della Via Iulia Augusta.
E la spontanea rinuncia al mandato parlamentare, in ossequio al principio del rinnovamento delle cariche nel partito della Democrazia Cristiana nel quale militava (principio che, in verità, sono stati in pochi ad osservare) e alcune rinunce sono state, come nel caso del Sen. Zaccari, vere perdite per i cittadini), rientra nel carattere dello Scomparso e nella sua apertura verso il prossimo e nei confronti dei giovani in particolare. Coerente coi propri ideali e uomo coltissimo (la sua formazione all’Università Cattolica di Milano fu sempre presente nelle sue molteplici attività), aveva allargato il proprio impegno all’idea europea, diventando anche in questo campo un protagonista dell’Europa unita, in una visione di fratellanza internazionale che lo portò prima a presiedere la Consulta italo-francese per i problemi di frontiera e poi a Strasburgo, quale membro del Parlamento europeo dal 1960 al 1972. Il culmine della carriera politica lo raggiunse nel 1972, quando fu nominato Sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni nel governo Andreotti.
A partire dal 1965 era Presidente dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera, organismo che Egli ebbe carissimo e al quale dedicò con rinnovato e dinamico impegno gli ultimi mesi di vita, dopo che la morte del prof. Lamboglia e la pesante situazione finanziaria dell’ente imponevano sforzi urgenti e intensi. A dire il vero, gli appelli e le richieste di aiuto e comprensione, rivolti numerosi dal Sen. Zaccari in nome dell’Istituto ebbero tiepide accoglienze, fatte salve le debite eccezioni; e motivo di una sua profonda amarezza e turbamento in questi ultimi tempi eran l’insensibilità di certi ambienti e la gretta indifferenza di chi, pur potendolo fare, non muoveva un dito, per aiutare la maggiore e più preziosa istituzione culturale della Liguria a superare un difficile momento. «Mi sono illuso di poter avere la collaborazione di quanti sentono, o dovrebbero sentire, il valore della cultura oltre al senso dell’antica solidarietà ligure; ma l’illusione, anche la più bella, deve cadere di fronte ad un mondo dominato solo dal calcolo e dall’interesse» ebbe a scrivere recentemente. Ma tale amarezza era un ulteriore sprone a perseguire a tutti i costi le mete prefissate: e infatti qualche consistente e positivo risultato era già stato raggiunto e tutto lasciava sperare per il meglio.
La morte del Sen. Zaccari lascia ora non solo gli amici dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, ma tutti coloro che gli vollero bene, privi di una guida preziosa e insostituibile. Ma la strada da seguire Egli l’ha indicata da tempo, con l’esempio personale sostenuto dai principi di una vita sana ed onesta, ancorata a valori perenni ed immutabili; principi che chiunque lo voglia può seguire e praticare. Ed è questo, forse, il più semplice e prezioso contributo e il più vivo ricordo che il Sen. Raul Zaccari lascia di sé.
e.b.
A soli nove mesi di distanza dalla tragica scomparsa del prof. Nino Lamboglia e del collaboratore Giacomo Martini, un nuovo ed irreparabile lutto ha colpito l’Istituto Internazionale di Studi Liguri e, con esso, la cultura ligure e ponentina in particolare, nonché la città di Bordighera e l’intera provincia di Imperia, zona nella quale il Senatore Raul Zaccari era maggiormente conosciuto, stimato e apprezzato per le sue qualità umane, di amministratore e di uomo politico.
L’improvvisa scomparsa del Sen. Zaccari, dovuta ad infarto, ha immediatamente suscitato un vasto e sincero rimpianto - l’enorme folla presente ai funerali ne è stata la toccante testimonianza - nei numerosi ambienti in cui Egli aveva operato, sempre con appassionato impegno e nell’interesse superiore della collettività. Anche ne le brevi ma significative orazioni funebri (tenute dal prof. Teofilo Ossian De Negri nel salone del Museo Bicknell, ove era stata allestita la camera ardente, dal Sindaco di Bordigliene dott. Giorgio Laura e dall’on. Manfredo Manfredi sul sagrato della chiesa abbaziale di Santa Maria Maddalena in Bordighera Alta) le sue peculiari qualità sono state ricordate: sposo e padre esemplare e premuroso, uomo profondamente buono e disponibile a portare aiuto e conforto a chiunque, padrone di una vasta cultura e anche per questo umile nei rapporti con gli interlocutori, insegnante capace e preparato, amministratore onestissimo e attento alle esigenze di ognuno, uomo politico impegnato e animato da un ideale cristiano e cattolico fortissimo.
Ma il Sen. Zaccari, per le persone - e furono molte - che ebbero occasione di conoscerlo bene e il privilegio di lavorare al suo fianco, esprimeva ancor più valori di questa somma di rare qualità umane. Era innanzi tutto un Maestro, che col suo esempio e con innata discrezione e modestia mostrava attivamente la via giusta per ottenere un risultato; e questo risultato teneva sempre conto delle esigenze altrui ed equilibrava con sapiente dosaggio i più diversi punti di vista. Era poi un Amico por tutti, al di là delle opinioni politiche o religiose e delle condizioni sociali; perché a Lui interessava il sincero rapporto tra uomo e uomo, senza pregiudizi, sempre pronto a portare una parola di conforto, un prezioso consiglio o un concreto e discreto aiuto personale. Stupiva, a volte, la sua grande fiducia negli uomini e il costante ricorso all’assistenza della Provvidenza. Ma bisognava riconoscere, a fatti conclusi, che, era stato Lui ad avere ragione: perché molto spesso ci si dimentica o si sottovaluta, presi dalle passioni o dalle convinzioni errate, di rivolgere il pensiero al di sopra delle contingenti se non meschine dispute terrene, così come sovente si è portati a individuare nelle persone i lati negativi prima di quelli buoni, che pur esistono. Ecco, il Sen. Zaccari possedeva anche questa qualità: di riconoscere innanzi tutto i lati positivi e, col conforto di una fede religiosa decisa e spontanea, riusciva talvolta ad ottenere risultati a dir poco sorprendenti.
Questo stile di vita inconfondibile e raro, questo calore umano, Egli portò anche nel mondo dell’amministrazione della cosa pubblica, quando fu per ben diciotto anni Sindaco della prediletta e amatissima Bordighera e quando fu chiamato, dal 1958 al 1976, a rappresentare la «sua» provincia al Senato della Repubblica.
Certamente, l’attuale momento congiunturale sta condannando l’Istituto ad un dimagrimento eccessivo. Il Commissariamento delle Amministrazioni intemelie, con tutti i problemi correnti non può concedere molti contributi alla cultura; inoltre, l’attenzione delle “Famiglie Intemelie” verso la più importante istituzione culturale del territorio, si è rarefatta; mentre il direttivo dell’Istituto è pressoché abulico. Tempo fa, l’eccesso di sopportazione ha suggerito le dimissioni al Direttore Amministrativo e a quello Finanziario, mentre resta saldamente in sella lo sterile Direttore Scientifico, intanto che il Consiglio Direttivo si perde in superati bizantinismi.
Così è stata la Sezione Ingauna dell’Istituto, quella che esprime il presidente, ad ottenere di commemorare degnamente il professor Lamboglia, nella prima settimana di ottobre, ben supportata dal Comune di Albenga, oltre che dall’appassionata partecipazione delle “Famiglie Ingaune”.
Luigino Maccario
CENTENARIO DELLA NASCITA
DI NINO LAMBOGLIA
Giovannino Nino Lamboglia era nato a Porto Maurizio il 7 agosto 1912, quindi l’anno che va esaurendosi includeva quel centenario. La creatura più insigne, fondata dall’illustre studioso, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, nella quota legata alla Sede Centrale – Museo Bicknell di Bordighera, ha atteso il 24 – 25 novembre per celebrarlo, proponendo un Convegno, validissimo nei contenuti, ma desolante nella forma.
Quello che avrebbe dovuto e potuto essere l’evento celebrativo più importante, nell’ambito degli Studi Liguri, magari espresso a fine luglio, se non proprio il 7 agosto, ha finito per riunire frettolosamente, nel Salone del Centro Lamboglia, sulla Via Romana, tredici stimatissimi studiosi, che hanno espresso al massimo livello gli argomenti loro assegnati, legati all’attività del celebrato, fornendo per di più la maggioranza del pubblico presente, completato da uno sparuto manipolo di studentesse universitarie, solo quelle che hanno potuto cogliere l’informazione.
Un evento indetto col preavviso di una settimana non poteva che fornire quella partecipazione popolare. Da poco più di un decennio il Museo Bicknell non attira più numerosi studenti universitari a frequentare la nutrita biblioteca e a cogliere i consigli delle erudite maestranze. Oggi gli studenti partecipano ad eventi culturali soltanto se questi sono legati ad accrediti di studio.
purtroppo
assunti, sovente, da personaggi non proprio funzionali, a cominciare dal
funesto Novantaquattro; mentre nel consiglio direttivo ha preso vigore
lo sterile conservatorismo del vertice, intanto che nella strategia,
qualche incarico diveniva un colabrodo.
Diciotto anni di costante debilitazione hanno condotto il nostro
Istituto al minimo operativo, contribuendo a distanziare dalla propria
gestione elementi efficaci, mentre chi è rimasto ha incontrato vita
dura, per mostrare qualche risultato. Intanto, le famiglie dei
maggiorenti ingauni ed intemeli, non hanno più concepito la volontà di
pesare nell’esaltante conduzione associativa, come nei tempi migliori.
In un prossimo futuro, la rinascita dell’Istituto potrebbe ripartire
dalla presa di coscienza tra i Soci delle Sezioni, almeno delle due
fondatrici, che dovrebbero provare a ripetere il miracolo iniziale. Per
quanto ci riguarda, le maggiorenti famiglie intemelie, dovrebbero
riavvicinarsi all’Istituto, con una certa considerazione.
Riappropriamoci di una “realistica” Cultura del Territorio Ligure di
Ponente; che è meglio.
Luigino Maccario
I beni culturali del Ponente Ligure
A forza di
delegare, magari verso istituzioni impostate al proposito dal potere
politico, la popolazione dell’attuale nostra Liguria ha perso i contatti con
l’animazione della cultura, sul suo territorio.
Dal 1974 in poi, le varie Soprintendenze per i Beni Culturali hanno occupato
il territorio e le attività relative, non sempre con soluzioni efficienti,
ma certamente in costante conflitto con sovvenzioni non regolari e sovente
soltanto ipotizzate.
Fino a quella data, sul nostro territorio, in quei settori, ha agito
l’autorevolissimo “Istituto di Studi Liguri”, nato a Bordighera nel 1937,
proprio per coprire quella esigenza. I Soci fondatori di quella valente
entità erano una rilevante quota dell’attivo patrimonio umano, nelle
comunità Ingauna ed Intemelia, dove più pertinenti si mostravano quelle
necessità operative.
In seguito, divenuto persino Internazionale, l’Istituto ha fondato numerose
nuove sezioni, che lo hanno portato a coprire l’intero territorio regionale,
inteso come “grande Liguria storica”, ma .... .
Dagli Anni Ottanta, l’avvento delle Soprintendenze e la prematura scomparsa
del suo ineguagliabile animatore-fondatore, ne hanno
cambiato i ruoli e le
esigenze,
Necessita la riformulazione della dirigenza centrale dell'Istituto, pesantemente sottomessa ed attaccata dalla strisciante smania di potere di professorucci gallo-sabazi. La Sezione Intemelia è ancora una volta chiamata ad intervenire in merito per evitare l'affronto.