La porzione di territorio
comunale, che la Città di Ventimiglia può vantare, situata a Ponente del
centro cittadino, verso i confini con la Francia, è una enclave
paesistica naturale di
inusitata bellezza e tipicità.
L'altera rudezza della Bassa Val Bevera,
dominata dal Monte Granmondo, l'arcadica giacitura della Valle di Latte,
sovrastata dalle verdi pendici della Longoira, da cui sbalzano le
soleggiate balconate marine di Grimaldi e La Mortola; offrono la scena
di una Liguria inopinabile, quanto sostanziale.
La socchiusa
definizione di questo territorio, a Settentrione, è assegnata alle
precipitose anse dell'Avaudurin; spettacolari gole lentamente incise dal
Torrente Bevera, quasi ad accentuare la demarcazione tra i Monti ed il
Mare. L'ampio catino che accoglie il basso percorso della vivace
Rivaira, nel sortire da quel marcato incavo, è definita a Levante
dalla prospera mole di Monte Pozzo, atteggiata a balcone verso l'aperta
marina, occhieggiante dal fianco dell'arida Colla Magliocca.
La vistosa
ferita, procurata dalla produttiva fatica dell'uomo, sulle pendici Nord
della Cima di Gavi, assume l'incarico di marchio identificativo
dell'intera enclave; infatti, la sua individuazione dalle alture delle
Alpi Marittime, qualifica definitivamente il rinvenimento.
Le necessità di
ampia viabilità carrozzabile, sono state armonizzate al meglio con la
fruibilità e la concretezza del territorio; le numerose gallerie
preservano al meglio la continuità dei costoni montani, verso il mare.
L'impatto ambientale del maestoso, curvo, viadotto autostradale di Val
Latte, è entrato a far parte del paesaggio senza troppi rimpianti.
Un qualche
rammarico lo conserva la ottocentesca ferrovia, fronte mare; anche se
oggi è quasi completamente omogeneizzata col territorio, avendo dato una
mano a trattenere la cementificazione privata della riva. I tratti di
tracciato ferroviario, esterni alle opportune gallerie, hanno conservato
una copiosa serie di raccolte calette, nella loro innata bellezza.