Renzo Villa
Oltre i tanti problemi organizzativi e finanziari che la Battaglia
ha sempre posto, vi è anche quello - secondario fin che si vuole, ma
non del tutto trascurabile - della sua esatta denominazione. Un
problema che, nel libro dedicato alla lunga storia della
manifestazione, vale certamente la pena di porre sul tappeto se non
altro come curiosità linguistica.
In un trafiletto, a firma R.V., apparso nel numero di maggio 1984 de
La
Voce Intemelia
- mensile di informazione e difesa degli interessi locali – si
leggeva: «È più giusto dire “Battaglia dei Fiori” come è oramai
nella consuetudine ventimigliese o “Battaglia di Fiori” ?
Nei lontani Anni Cinquanta, il quesito fu posto, da parte del
Comitato, all’allora Provveditore agli Studi di Imperia il quale non
esitò a rispondere che era corretto dire “Battaglia di Fiori” in
quanto il “di” (antica e sempre valida Analisi Logica alla mano !)
ha, in questo caso, il valore di complemento di mezzo o strumento
nel senso che la nostra battaglia la si fa, la si combatte mediante
i fiori.
Mentre, invece, la dizione “Battaglia dei Fiori” potrebbe
grammaticalmente non essere esatta in quanto starebbe a significare:
“battaglia che i fiori combattono fra di loro”.
All’epoca il quesito fu posto, da alcuni giornalisti locali, anche
al critico linguistico di un autorevole quotidiano nazionale che
però fu di avviso contrario dichiarandosi favorevole alla forma
usuale “dei fiori”.
Non v’è dubbio che “Battaglia dei Fiori” porta con sé il sapore e il
suono della parlata popolare che la mediò certamente dalle
denominazioni francesi “Fète des Fleurs” e “Bataille des Fleurs”
trasformandolo poi agevolmente nel dialettale “Bataglia d’ê Sciure”.
Ed essendo sciure di genere femminile, il “de” dialettale può
corrispondere indifferentemente all’italiano “di” o “dei”. Da qui
l’italianizzazione popolare Battaglia dei Fiori e quella ufficiale
Battaglia di Fiori.
Lungi da noi, comunque, voler esprimere un giudizio definitivo sulla
sottile questione che intendiamo, invece, lasciare aperta a chi, in
merito, avesse qualcosa da aggiungere».
Il mese successivo, sempre sullo stesso giornale, il direttore
Emilio Azaretti rispondeva: attraverso l’articolo pubblicato di
seguito a questo.
Posti nella necessità di scegliere, i redattori di questo libro - in
cui il nome della manifestazione, oltre che nel titolo, appare
decine di volte - hanno preferito il “dei” della affermata
tradizione orale al “di” burocratico dei documenti ufficiali.
E ciò pur rispettando le opinioni dei singoli collaboratori, liberi
di usare l’una o l’altra forma della controversa dizione.
Che cosa significa "Battaglia di Fiori"?
Emilio Azaretti - 1984
Mi richiamo alla questione se si debba intitolare la nostra
manifestazione floreale Battaglia dei Fiori o Battaglia di Fiori,
dibattuta sul numero di maggio della Voce, avendola io stesso
provocata negli Anni Cinquanta.
Non c’è dubbio che in quell’occasione avesse torto il Provveditore
agli Studi di Imperia, malgrado il suo altisonante incarico, ed
avesse ragione il giornalista-linguista del grande quotidiano, che
se ben ricordo era il Corriere della Sera.
Ma, si sa, a Ventimiglia, la confraternita degli analfabeti ha
sempre avuto ragione ed ha preferito continuare a scrivere Battaglia
di Fiori, come preferisce scrivere XXmiglia invece del banale
Ventimiglia, perché fa più “in”.
La preposizione “di” forma un complemento di specificazione e quindi
Battaglia di Fiori vuol dire una Battaglia fatta di fiori, come uno
stufato di maiale significa uno stufato fatto con carne di maiale.
Ma, mentre uno stufato di maiale è fattibile e gustoso, una
Battaglia non può essere fatta di fiori, ma soltanto di contendenti
che si affrontano e i fiori non usano neanche combattersi fra loro.
Il “di” può anche andar bene per una battaglia quando il sostantivo
specificante è un toponimo senza articolo e si dice Battaglia di
Legnano ed anche la Battaglia di Ventimiglia, sottintendendo dei
Fiori, ma, se ha un articolo, la Battaglia della Meloria.
Con la preposizione articolata si può invece formare uno speciale
complemento dì attribuzione, attraverso una frase parzialmente
sottintesa.
Così, da Battaglia (fatta gettandosi) dei fiori, si passa a
Battaglia dei Fiori e da una Battaglia (combattuta per incrementare
la produzione) del grano alla famosa Battaglia del Grano degli Anni
Trenta.
LA VOCE INTEMELIA
- anno XXXIX - n° 6 - giugno 1984
Battaglia dei Fiori
Renzo VILLA - 1984
La leggenda della “Battaglia” di Ventimiglia, come tutti i miti,
affonda le sue radici nella notte dei tempi e a noi, posteri, non
resta che brancolare nel buio ogni qual volta andiamo alla ricerca
di quando, come e perché essa nacque.
Del resto, la sua storia attende ancora di essere scritta e la
numerazione delle edizioni, che dovrebbe aiutarci a ricostruirne la
cronologia, è considerata del tutto incerta.
E certamente il copioso materiale esposto alla Mostra Retrospettiva,
organizzata dal Dopolavoro Ferroviario e dalla “Cumpagnia d’i
Ventemigliusi” potrà costituire, per i futuri storici della
“Battaglia”, un fondo insostituibile di documentazione.
Infatti, benché la nostra “Battaglia” risalga a non più di
settantacinque anni fa, oggi come oggi, riesce sommamente difficile
stabilire delle date certe, ricavare delle notizie sicure sulle
prime pionieristiche edizioni che furono certamente improntate allo
spontaneismo popolare, a cominciare da quella, mitica, del 1909,
agli albori della floricoltura.
Un dato può essere tenuto certo: anche se, col passare dei decenni,
i ventimigliesi portarono la “Battaglia” a livelli eccelsi di
perfezione tecnico-artistica, essi non furono gli inventori della
manifestazione.
E ciò per un fattore storico-economico ad essa strettamente legato:
la floricoltura, che sorse e si sviluppò dapprima - come, d’altra
parte, il turismo – sulla vicina Costa Azzurra da dove, in seguito,
si diffuse nella nostra zona.
Già sul finire del secolo scorso, a Cannes, Nizza e Montecarlo, si
svolgevano -per lo più nel periodo di carnevale - eleganti sfilate
di carrozze infiorate, organizzate dai proprietari degli alberghi
per offrire un divertimento ai clienti che, all’epoca, erano, per la
maggior parte, inglesi.
In ogni caso, sia sulla Costa Azzurra prima, che da noi dopo, la
“Battaglia” fu la conseguenza di una superproduzione floricola che
si verificava ogni anno nel periodo primaverile.
La fantasia popolare trovò il modo di utilizzare, a scopi
ludico-pittoreschi, l’abbondanza di fiori che la cornucopia della
natura riversava sulla nostra terra e che non trovava, ad un certo
punto, più sbocco commerciale sui mercati.
A voler vedere la cosa da un punto di vista filosofico, si può dire
che le due categorie crociane dell’economia e dell’estetica abbiano
determinato la nascita della “Battaglia”, sull’onda dell’euforia
floreale che, ogni anno, contagiava i coltivatori e i turisti.
* * * *
Sia nel nizzardo che da noi, le prime leggendarie edizioni della
“Battaglia” furono, come si è detto, manifestazioni di stile naif.
Si trattava di sfilate di carrozze e calessi, infiorati bonariamente
e sommariamente, secondo l’estro dei “carristi” che potevano essere
una singola persona, un nucleo familiare o un gruppo di amici
buontemponi.
Col primo timidissimo diffondersi dell’automobile, fra i veicoli a
trazione animale, poteva comparire anche qualche autovettura
dell’epoca, infiorata anch’essa sulla carrozzeria e sulle ruote.
Non vi erano, in pratica, regole ne percorsi fissi da seguire e i
carri infiorati giravano liberamente per le vie della città fra
l’entusiasmo popolare che andava crescendo di anno in anno.
A Ventimiglia, la “Battaglia” - con il patrocinio dell’Associazione
degli Esercenti - comincia a diventare una manifestazione ufficiale
all’inizio degli Anni Venti. Si ha notizia di una edizione, svoltasi
proprio nel 1920, con ben settantadue veicoli infiorati.
Nel 1922, la manifestazione ebbe luogo in ottobre, in occasione
della inaugurazione del nuovo Mercato dei Fiori, a sottolineare la
stretta connessione e interdipendenza fra produzione floricola e
“Battaglia”.
Nel 1923, i carri furono “soltanto” una cinquantina, ma di
dimensioni maggiori di quelli che avevano sfilato negli anni
precedenti e su molti di essi cominciarono a comparire le prime
allegorie infiorate a mosaico.
Anche i soggetti dei carri meriterebbero un lungo e approfondito
discorso. Mentre, agli inizi, riflettevano principalmente fatti ed
aspetti della realtà locale, col passare degli anni, l’interesse e
la fantasia dei carristi si andava rivolgendo sempre più verso
soggetti esotici, prevalentemente orientali. Evidentemente la
“Battaglia” trovava, nel fascino dell’Oriente, temi congeniali al
suo carattere favoloso e magico.
Così come, nel secondo dopoguerra, col diffondersi dei mezzi di
comunicazione e della cultura di massa, i soggettisti dei carri
cominciarono a rivolgere la loro attenzione a storie e personaggi
che film (specie a cartoni animati), fumetti, canzoni, trasmissioni
televisive e avvenimenti sportivi avevano reso famosi.
* * * *
Ma il periodo forse più glorioso della “Battaglia” fu quello degli
Anni Trenta, che ci regalò edizioni stupende e indimenticabili, a
cominciare proprio da quella del 1930, che ebbe luogo il 23 marzo.
La “febbre” della “Battaglia”, in quegli anni, era tale che, per
ogni edizione, veniva composta e musicata una apposita canzone.
Alcune delle più belle e celebri Cansun Ventemigliuse – come: Adiu
Cavu, U Tran Lümassa. Legenda Ventemigliusa, Sciure e Garsune –
entrarono nel repertorio popolare come inni delle “Battaglie” Anni
Trenta.
Infiniti erano i fatti di cronaca che si potrebbero raccontare come
infiniti erano i problemi tecnici, economici, meteorologici e di
varia altra natura che i carristi dovevano affrontare ogni anno.
Valga, per tutti, quello del Tran-Lümassa, il carro presentato dalla
Ventemigliusa nel ‘31.
Il soggetto - che rappresentava la sgangherata vettura n. 5 del
servizio tranviario allora in funzione, trainata da una lumaca - era
stato ideato con chiari intenti satirici nei confronti dell’Azienda
che lo gestiva, a causa dell’esasperante lentezza con cui i tram
viaggiavano sul tratto Ventimiglia - Bordighera, allora servito da
questo mezzo pubblico di trasporto.
La cosa non piacque alle autorità del tempo, timorose com’erano di
ogni sia pur scherzosa forma di protesta. Venute a conoscenza del
téma che il gruppo carrista avrebbe presentato e della canzone che
sarebbe stata cantata, posero un pesante veto in quanto
consideravano disdicevole che una istituzione pubblica, come il
servizio tranviario, fosse oggetto di critica nel corso della
manifestazione.
Dopo lunghe e difficili trattative, poiché il carro era oramai
pronto, lo scoglio fu superato con la stesura di una nuova canzone e
facendo sfilare la lumaca su un carro separato da quello del tram.
Ma l’intento satirico fu raggiunto egualmente: durante la
“Battaglia”, si finì per cantare la canzone originale e, nel corso,
la “Lumaca” precedeva il “Tram” senza che quest’ultimo ... riuscisse
mai a raggiungerla.
* * * *
Così la serie delle Battaglie continuò fino al 1938 quando
bruscamente si interruppe. La pesante situazione internazionale, con
le incombenti minacce di guerra, impedì che si realizzasse
l’edizione del 1939.
“Battaglie” di tutt’altro genere attendevano purtroppo Ventimiglia:
la guerra con la Francia del 1940, i bombardamenti aerei, le
distruzioni, gli sfollamenti. Nel volgere di poco tempo, i tragici
avvenimenti di quegli anni trasformarono la “Battaglia” in un
ricordo struggente del tempo passato.
Soltanto nel 1948, la “Battaglia” rinacque con la volontà dei
ventimigliesi di far risorgere la loro Città dalle rovine della
guerra.
LA VOCE INTEMELIA
- anno XXXIX - n° 6 - giugno 1984
Dal 1970, la Battaglia viene sospesa in attesa
di finanziamenti. Ancora dodici anni più tardi non sembra potersi
riavviare, così, spronato dall'intraprendente Danilo Gnech, il
DOPOLAVORO FERROVIARIO di Ventimiglia aveva deciso di raccogliere i
materiali per allestire una mostra, che fosse di sprone alla ripartenza,
mentre sarebbe servita certamente per scrivere il libro di storia della
manifestazione.
Nei primi giorni del 1984, la mostra apre i battenti, mentre il Consiglio
Comunale decideva di riprendere la Battaglia il 24 giugno. Lo sprone era
riuscito, ma intanto i materiali saranno conservati, mentre si lavorerà
al libro, che vedrà la luce nel 1987, quando già da due anni la
Battaglia è nuovamente sospesa.
Rita Lorenzi - 1984
Presso i locali del Dopolavoro Ferroviario è aperta una
interessante mostra che ha come oggetto "La Battaglia di Fiori"
dagli inizi fino ai nostri giorni.
Il materiale che è esposto è di grande interesse: il pubblico
può osservare dei manifesti del 1930, fotocopie di giornali che
riportano notizie della manifestazione del 1922 unitamente a
biglietti d’ingresso che vanno dal 1922 al 1969.
Non mancano, fra le tante cose esposte, anche testimonianze di
fatti curiosi come il "permesso di matrimonio" che "A Mar Parà"
rilasciava agli associati a patto che la moglie permettesse al
marito di continuare la collaborazione con il gruppo.
Si possono vedere inoltre molte foto che si riferiscono ai carri
eseguiti nei vari anni ed alle personalità di maggior rilievo
che hanno contribuito a rendere famosa la manifestazione.
Quasi la totalità del materiale fotografico esposto viene
dall’archivio dello Studio Fotografico “Mariani” che si è anche
occupato di provvedere alla stampa delle preziose immagini.
Per i visitatori inoltre è a disposizione nei locali adibiti
alla Mostra un video TV a circuito chiuso con film di amatori
che vanno dall’anno 1959 fino al 1969, con una interessantissima
presenza della “Battaglia” avvenuta nel 1930; i filmati sono
trasmessi in continuazione e tutti potranno fare questo tuffo
nel passato.
La mostra è resa possibile proprio dal contributo di moltissimi
privati che non hanno esitato a mettere a disposizione degli
organizzatori tutto ciò che si poteva reperire sull’argomento;
ad essi si è aggiunta la “Civica Biblioteca Aprosiana” che
tramite il signor Carlo Canzone ha dato quanto era in possesso
della Biblioteca.
Gli organizzatori hanno veramente fatto un ottimo lavoro e
meritano sicuramente di essere ringraziati da tutti i
ventimigliesi che possono così ripercorrere le tappe
fondamentali di un avvenimento che sempre ha avuto grande parte
nel loro cuore; merita un plauso soprattutto il signor Danilo
Gnech, responsabile di tutta l'organizzazione che, grazie anche
alla collaborazione della Cumpagnia d’i Ventemigliusi, ha saputo
unire la cura nel raccogliere tutto il materiale al buon gusto
nell’averle così graziosamente esposto.
Per la Cumpagnia, Erino Viola aveva
già raccolto materiali vari e manifesti, nel 1975, tanto da
allestire una mostra col titolo: "C'era una volta la Battaglia
dei Fiori", nell'atrio ingrandito del Teatro Comunale, durante
tutto il gennaio 1976.
LA VOCE INTEMELIA
- anno XXXIX - n° 6 - giugno 1984
Una Mostra Retrospettiva al Dopolavoro Ferroviario
2013: CINQUANTESIMA “BATTAGLIA DEI FIORI”
Il 2013 dovrebbe essere dunque l’anno nel quale la nostra manifestazione più rinomata, la “BATTAGLIA DEI FIORI”, si preparerà a dar corpo alla sua “Cinquantesima edizione”, essendo stata instaurata nel 1933, col “format” che la distingue, ma avendo accumulato per strada ben trenta anni di soste forzate.
Si contano vicino alla centinaia, le Compagnie carriste che negli anni si sono cimentate, con esiti più o meno felici, per giungere alla conquista del primo premio assoluto, tenendo sempre d’occhio il punteggio che la giuria di turno assegnava, in un “super concorso” riservato alle Compagnie emergenti, come si deduce dagli elenchi.
La storia della nostra Battaglia, almeno quella svoltasi tra il debutto e la sosta forzata dell’anno 1970; è riportata, fin nei minimi particolari, in quella riuscita pubblicazione, curata dal Dopolavoro Ferroviario di Ventimiglia, edita nel 1987 per i tipi di Alzani, redatta da Danilo Gnech, Renzo Villa e Franco Miseria, intervenuto con la sua gigantesca raccolta fotografica, in materia. Da quella pubblicazione abbiamo tratto le notizie sui punteggi, per ricostruirle nella sottostante tabella.
90,50
90
88
85
88
83
87
86
94
93
75
72
79
78
87
82
98
94
87,28
85
89,742
89,142
96
92
95,80
94,53
94,60
93,50
93 *
93
95
93
93
93
98
94
99,50
96
U Fiferetu
A Ventemigliusa
U Fiferetu
A Ventemigliusa
U Fiferetu
Fratelli Bosio
A Ventemigliusa
U Fiferetu
A Marparà
A Ventemigliusa
A Marparà
E Spine
I Galli del villaggio
E Parme
A Marparà
U Fiferetu
U Fiferetu
A Marparà
I Galli del villaggio
I Malcuntenti
I Galli del villaggio
I Malcuntenti
I Galli del villaggio
A Marparà
A Marparà
I Schenui
A Marparà
I Schenui
I Galli del villaggio
A Marparà
I Schenui
A Marparà
A Marparà
I Schenui
I Schenui
Cheli d’u Murin
I Schenui
A Marparà
Arte e Fiori
Trionfo di fiori
Fantasia primaverile
Aurora
Follia di fiori
Un vecchio palco della Scala
Fantasia trionfale
Capriccio di fiori
Gioia di vivere
Sciure e garsune
Principessa azzurra
Fantasia intemelia
Miraggio di Primavera
C’era una volta
Il Palio di Siena
La Cicala e la Formica
Harlem
Jazz
Romantica
Fantasia pucciniana
I Pescatori
La legge del tempo
I Pagliacci
Le donne, i cavalier, l’arme …
Festival della canzone 1863
I Cosacchi
Il sogno del forzato
Il ladro di Bagdad
I Pirati
Fiaba cinese
Sogno di una cornamusa
Sabba delle streghe
Il barone di Munchausen
Bocce e barbera
Il torneo
Flamenco
Rugby
La corrida
1951
1952
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1969
1959
1968
1962
I Schenui
U Fiferetu
I Schenui
I Galli del villaggio
Rugby
Harlem
Il torneo
I Pagliacci
99,50
98
98
96
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
ex equo
A Ventemigliusa
U Ruveu
U Ruveu
Giovani Ventemigliusi
A Ventemigliusa
U Ruveu
U Ruveu
A Ventemigliusa
U Ruveu
Comitato O.N.B.
Comitato O.N.B.
U Ruveu
Dopolavoro Nervia
Circolo Velico Ventimigliese
U Ruveu
A Ventemigliusa
I nati stanchi
Bevera
Bosio - Parigina
Bevera
A Ventemigliusa
U Fiferetu
U Cavu
Giardino d’Europa
Arti sorelle
Angolo di Tripolitania
Castello dei Conti
Elefante indù
Ventaglio giapponese
La farfalla
Nuova Eritrea
Controsanzioni
Biga romana
Rosa d’oro
Ombrellone fiorito
Galea imperiale romana
La primavera
U vasu
La pagoda
La caravella
Il drago
La moda
Ode al fiore
Costellazione
1930
1933
1934
1935
1936
1937
1938
1948
1949
1950
IL SECONDO VOLUME
Dopo ventisei anni, con la Battaglia giunta faticosamente alla Cinquantesima edizione, a completamento della storia scritta nel primo volume del 1987, nei primi giorni di dicembre è arrivato in libreria il Secondo volume "Battaglia di Fiori" 1995 - 2013, che riporta la cronaca, ma soprattutto le immagini delle diciassette edizioni che non erano contenute in quel primo volume
Entrambi i libri sono pubblicati dalla Editrice ALZANI di Pinerolo, la quale per favorire quanti iniziano o rinnovano l'abbonamento a
LA VOCE INTEMELIA
per l'anno 2014 lo riservano al prezzo lancio di copertina.
Gli abbonamenti si ricevono anche nella
AGENZIA CAVOUR
in via Cavour 9, a Ventimiglia.