GENERI
ALIMENTARI D’ORIGINE VEGETALE
DATAZIONE DELLA CONOSCENZA NELLA ZONA INTEMELIA
# = presente nel GLOSSARIO MEDIEVALE
§ = varietà diverse del frutto
TIPO
NOME LOCALE DATAZIONE / LUOGO ORIGINE
IMPORTATORI STAGIONE
Farina di
frumento
avena
castagne
ceci
farro
orzo
panico
riso
grano saraceno
fagioli
mais
soia
Semola
Crusca
Bramata di mais
Fico fiorone scuro
chiaro
rosso
settembrino
a maturazione
Fungo porcino
lattaiolo
pinarello
cepparello
cantarello
prataiolo
spugnola
famigliola
pioppino
òvolo
Uva nera
v
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d
t
t
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bianca
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v
v
t
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t
rossa
v
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rosata
t
Melone liscio
reticolato
cantalupo
invernale
Pesca duracìna
spiccàgnola
" gialla
pescanoce
Susina
damaschina
regina
mirabelle
Ciliegia duroni
gustosa
visciola
capronaia
Pera comune
butirra
coscia
crassana
decana
verde lunga
cedrata
buoncristiana
VARIETA’ DI ALCUNI FRUTTI – Datazione della conoscenza in zona
TIPO NOME LOCALE DATAZIONE
/ LUOGO ORIGINE
IMPORTATORI STAGIONE
Mela lazzeruola
renetta
carpendola
deliziosa
finalina
limoncella
Mosto
Aceto
Vino
scuro
vernaccia
bianco
moscato
malvasia
Vinello
Lievito - miceti
Olio di oliva commest.
sansa
sandalo
ricino
semi vari
Margarina
Pasta di
mandorle
Canditi
Miele
Canna da zucchero
Barbabietole trattate
Frutta e amidi
Anice
Ginepro
Pepe
Zafferano
Bergamotto
Liquorizia
bastoncino
Cumino
Sesamo
Senape
Vaniglia
Cannella
Eucalyptus
Garofano chiodo
Noce moscata
Zenzero
Cacao
Thé
Caffè
Sambuco
Rovo
Luppolo
Palma
Acacia Robinia
Banana
Fico d'India
Ananas
Avocado
Cachi
Papaia
Mango
Kiwi
Dattero
Prugna secca
gigante
Funghi
§
Tartufo
Champignon
Corniole
Pinoli
Pistacchio
Arachide
Cocco
Uva
§
da vino
passita
moscatella
fragola
moscata passita
Fragola
selvatica
Lampone
Mirtillo
Mora
Uva spina
Ribes
Sorosio
Acanzio
Altea
Assenzio
Camomilla
Centaurea
Globularia
Iperico
Ligustro
Mandragora
Parietaria
Capelvenere
Valeriana rossa
Agropiro
Atropa
Callupa
Marobbio
Piantaggine
Arnica
Lavanda
Verbena
Cassia sena
Cerfoglio
Acetosa
China
Rabarbaro
Artemisia
Lippia citrodora
Olivo
l'aurìva
Olivo taggiasca
Limone
Arancio
amaro
Mandarino
Cedro
Pompelmo
Fico
§
Castagno
Castagna
scelta
Quercia
Mandorla - pruno
Nocciola
Noce
Pruna - pruno
Susina - pruno
§
Ciliegia - pruno
§
Pesca - pruno
§
Albicocca - pruno
Corbezzolo
Giuggiola
Melograno
Sorba
Carrubo
Nespola
di Spagna
del Giappone
Alloro
Tiglio
Mela
§
Pera
§
Lazzeruolo
Cotogna
Miglio
Orzo
Panico
Frumento
Aveva
Segale
Spelta
Farro
Riso
Grano saraceno
Mozena
Formentino
Mais
Cucuzza
Zucca cucurbita
tórta
Zucchino
Zucchina trombetta
Fiori di zucca
Spinose
Cocomero anguria
Melone
§
Cetriolo
Melanzana
Pomodoro
Peperoncino
Peperone
Aglio
Cipollotti
Erba cipollina
Porri
Scalogno
Cipolla
dolce
Barbabietola
Bietola
Rafano cren
Carota selvatica
Carota - Dauco
Rafanello
Brassica
Rapa
Topinambur
Patata
proteine
Ceci
Lenticchie
Fave
Lupini
Piselli
Fagioli da grana
mangiatutto
della Regina
Pastinaca
Rutabaga
Cardo
Carciofo
Finocchio
Sedano
Capperi
Asparagi
contorni
Broccoletti
Broccolo
Cavolfiore
Cavolo cappuccio
verza
Cavolini belgi
Cavolo rosso
insalate
Cicoria selvaica
Nasturzio
Rucola
Lattuga da taglio
capitata
sativa
longifoglia
Valerianella
Radicchio -
Cicoria
Cicoria foglia
costolate
Bietole coste
Boraggini
Crespino
Scorsonera
Spinaci
Indivia belga
fragranti
Prezzemolo
Basilico
Menta
Malva
Ortica
Pelosella
Salvastrella
Nardo
aromatiche
Rosmarino
Salvia
Timo
Maggiorana
Origano
Santoreggia
ESEMPIO DI RUBRICA
ALIMENTAZIONE LOCALE
Anche in questo estremo Ponente Ligure, come nel Mentonese e nel Tendasco, l'assunzione di alimenti quando l'appetito si faceva sentire; nei secoli, ha creato un particolare regime alimentare, ossia una dieta locale, basata su alimenti reperibili in loco, con uno sguardo alle diete di Provenza e Piemonte, ma assai aperte all'apporto delle genti di mare.
“Slow Food è un modello culturale” perché suscita emozioni, spesso non innescate in modo automatico da una specifica attività in sé e per sé ma, invece, generate proprio dal significato e dal valore che ogni soggetto vuole attribuire a quell’esperienza. In Liguria promuove dodici presidi, dei quali ben tre sono presenti nella "condotta" Val Nervia - Otto Luoghi.
INTEMELIA
NELLA STORIA
ALIMENTAZIONE
Il notiziario mensile LA VOCE INTEMELIA, curato dalla Unione Intemelia, edito da ALZANI di Pinerolo, in abbinamento al rinnovo di fine anno, propone il lancio di un libro d'argomento locale. A fine 2008, ha edito "L'Alimentazione Intemelia nella storia", una ricerca di Luigino Maccario, attrezzata di interessanti rubriche.
Tutta
la vita quotidiana, che poi è la vera storia, è profondamente
ritratta come mezzo per rivalutare la nostra civiltà anche, se
non soprattutto, presso le generazioni moderne, oggi raffrontate
con le più disparate influenze, spesso a scapito della
tradizione.
Luigino non ignora l’attualità, cui dedica un intero capitolo, e
per di più le affianca le specialità delle feste locali ancora
vive nei giorni nostri, durante le quali «il popolo -
dice -praticava un genere contenutissimo di abbuffata ... per
tornare ad una alimentazione veramente parca per il resto
dell’anno. Non dobbiamo figurarci questa gente eternamente
attanagliata dalla fame, ma dalla “paura” della fame, che li
portava a mangiare irrazionalmente».
Il ricostruire la coscienza di una grande famiglia contadina,
nella quale viva e progredisca l’eredità culturale ricevuta,
giova alla formazione di una società più comprensiva e più
serena.
L’importanza particolare che è stata data all’alimentazione e
alla parlata, cioè alla crescita delle popolazioni locali
favorisce oggi la conoscenza e la coscienza di un’etnia
secolare, presentata nella sua esattezza con metodo
piacevolmente narrativo: è un sistema vecchio, ma raramente
usato bene come in questo caso.
“L’alimentazione intemelia nella storia” è un’opera che
contribuisce al mantenimento e meglio ancora al rinnovamento
dello spirito civico, fondato non su parole ma su valori che la
forte razza ligure in genere, e intemelia in specie, ha saputo
esprimere nei secoli della sua lunga storia.
Carlo
Pozzi
L’Editore Alzani, cui si deve anche la pubblicazione del periodico “La
Voce Intemelia”, si è avvalso della competenza di uno dei suoi
collaboratori sugli usi e costumi locali, storicamente documentati e
per quanto possibile riscontrati nella loro realtà tuttora
esistente, per presentare un’ampia relazione sull’alimentazione
intemelia.
Quest’opera, intitolata appunto “L’alimentazione intemelia nella
storia” offre la possibilità di conoscere l’intima evoluzione della
vita nelle nostre contrade attraverso gli stretti rapporti
intercorrenti tra le necessità del cibo quotidiano e il loro
inserirsi negli eventi in ambito sia locale che europeo.
Luigino - nella zona intemelia è inutile aggiungere
Maccario, del resto chi vuole più avanti potrà sapere da Lui
stesso tutto sulla sua vita - con una scrittura agile, con perfetta
conoscenza dell’argomento che tratta, con il sicuro possesso delle
notizie storiche del paese, con l’acuto inserimento di aneddoti
raccolti dalla viva parlata degli anziani con i quali conversa nella
loro lingua quotidiana, ci offre una lettura fresca e accattivante
attraverso una materia che altrimenti potrebbe apparire limitativa.
A questo si aggiunga la “gemma” del dialetto con il quale denomina
ciascuno dei prodotti selezionati nelle schede di compendio,
precise, esaurienti: questo privilegiare il dialetto è - almeno a
mio avviso - un altro grande merito di chi vuole salvare usi,
tradizioni, costumi, inserendoli in un testo preciso, non banale e
certamente non noioso.
Quasi sempre, l’immagine di un paese
risulta determinata dalle usanze che la popolazione vi esprime. A
volte, queste sono giudicate dagli stessi abitanti come una delle
cose meno qualificanti per la comunità. I più rilevanti tra questi segnali
collettivi, nell’ambito dei costumi popolari, sono da considerarsi
l’approvvigionamento alimentare e la conseguente gastronomia
applicata.
A volte, invece, è l’egoistico possesso di una qualunque ricetta a
privare la collettività d’un importante documento popolare, che
opportunamente tramandato avrebbe consentito la definizione
originale del tessuto gastronomico territoriale, almeno in parte.
Un qualsiasi avventore, un villeggiante, un turista, chiedono
immancabilmente il meglio della tradizione elaborata dal popolo che
li ospita, così come alla cucina del paese visitato, per il solo
gusto di assaggiare cose diverse dal suo solito, possibilmente
originali, con la speranza di poterne conservare il ricordo,
abbinato alle amenità di quella probabile vacanza.
Tutti i “mass-media”, le riviste specializzate ed in modo
particolare i programmi televisivi, quando visitano od operano su un
qualunque luogo, non mancano di farne notare le specialità
gastronomiche caratteristiche, possibilmente sostenute
dall'esposizione dell’eventuale produzione alimentare locale.
Nella Zona Intemelia, sia i semplici avventori, così come i
giornalisti inviati speciali, trovano grosse difficoltà nel
ricercare il peculiare gastronomico; o meglio, quando riescono a
ritrovare una qualche produzione più o meno tipica, facilmente
s'imbattono in informazioni poco convincenti, magari sostenute da
favolette divagatorie incredibili.
Dal punto di vista dell’approvvigionamento alimentare, il territorio
intemelio potrebbe fornire molto più del doppio di quello che
produce attualmente, se fosse opportunamente incentivato.
Considerando la necessaria salvaguardia del territorio e
l’inopportuno abbandono delle zone montane, da parte degli addetti
ai mestieri tradizionalmente legati all’agricoltura ed
all’allevamento, il nostro Ponente dovrebbe porre rimedio a molte
incoerenze, a volte anche politiche, o soprattutto politiche.
La sempre più pressante ricerca di un lavoro, da parte dei giovani,
accoppiata alla perdita di redditività dei mestieri tradizionali,
oggi esistenti, genera la ricerca d'attività alternative.
Se queste fossero trovate, o meglio ritrovate ed elaborate
modernamente, sul territorio abbandonato, potrebbero portare a
soluzione i problemi dell’occupazione locale, oltre a favorire la
salvaguardia territoriale del nostro paese.
È vero che da qualche tempo, assai poco disinvoltamente, sta'
trovando spazio l’AGRITURISMO, specializzazione dell'ospitalità
contadina, già molto diffusa nel Levante ligure, ma che tarda ad
insediarsi nelle nostre vallate e quando lo fa imbocca percorsi
approssimativi. Eppure le nostre valli sono più che adatte allo
scopo.
L’elaborato che segue vorrebbe concorrere a porre rimedio a queste
situazioni, cercando di dare spunto al possibile ritrovamento delle
tradizioni ed alla loro valorizzazione; indagando dapprima per dare
ordine storico alla produzione locale ed alle importazioni
alimentari, nel tempo. Rovistando poi nel passato, senza dimenticare
di volgere un occhio al futuro, o al futuribile.
Infine, grattando la preziosa crosta della Cultura e della
Letteratura, proverà a rimediare “ricette” storiche, da
ripristinare, laddove il termine ricetta dovrebbe valere anche per
gastronomia e relativo approvvigionamento.